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Diritti

Sindrome Putin

Walter Veltroni ha dato un importante segno d’esistenza in vita con un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera, nella quale indica finalmente i pericoli che la nostra democrazia sta correndo, a causa del governo Berlusconi dice lui, anche a causa del…

Walter Veltroni ha dato un importante segno d’esistenza in vita con un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera, nella quale indica finalmente i pericoli che la nostra democrazia sta correndo, a causa del governo Berlusconi dice lui, anche a causa del governo Berlusconi diciamo noi.
Dopo quest’intervista si è cominciato a parlare di “sindrome Putin” per Berlusconi e di un futuro alla russa per l’Italia, cioè una democrazia formale in realtà controllata da un gruppo di potere politico-economico-malavitoso che domina ogni aspetto della vita pubblica ed ha svuotato di senso le istituzioni democratiche.

E’ chiaro che in Italia non siamo ancora in una condizione così drammatica, ma la via è stata imboccata da tempo, come non ci stanchiamo di ripetere ormai da anni (questo libro è uscito nel 2005…)

A Veltroni vorremmo sommessamente chiedere d’essere d’ora in poi coerente con la lettura del presente offerta con l’intervista al Corriere e quindi riflettere su alcuni elementi della sua attuale linea politica. Ad esempio Veltroni potrebbe riconsiderare la sua ammirazione per il sistema politico statunitense – partiti esili, leaderismo pieno, ruolo decisivo delle tv al momento del voto, stretta dipendenza fra l’esito elettorale e la disponibilità di denaro da investire nelle campagne elettorali, legame strettissimo fra potere politico e potere economico – visto che che un tale sistema pare favorire l’autoritarismo che lo stesso Veltroni denuncia, tanto più in un paese dominato da quasi 15 anni dall’uomo più ricco del paese, oltretutto impenditorie dei media.

Potrebbe provare, il segretario del Pd, anche ad abbozzare un bilancio sull’esperienza compiuta con l’elezione diretta dei sindaci. E’ ancora convincente quella riforma? O per l’appunto sta favorendo – oggi – l’indebolimento della democrazia, attraverso i meccanismi della personalizzazione, del decisionismo, della vicinanza – chiamiamola così – fra amministrazioni locali e potere economico (soprattutto immobiliare)? E non c’è forse da fare qualche considerazione sul ruolo degli stessi sindaci nelle politiche dette della sicurezza, tutte orientate a una limitazione dei diritti e delle libertà garantiti a tutti dalla Costituzione? I sindaci del Pd, in questo campo, sono stati com’è noto attivissimi.

Ci sarebbe poi la questione della legge elettorale maggioritaria (non avrà per caso agevolato la formazione di una cultura di tipo autoritario?), per non parlare dello sbarramento che si vorrebbe mettere alle europee (qual è il motivo, se non togliersi dai piedi i piccoli partiti, in modo che i partiti più grandi gonfino i propri voti, o almeno le proprie percentuali di voti rispetto a chi si presenta alle urne?)

Vent’anni fa c’erano alcune buone ragioni a favore delle riforme del sistema di voto – sindaci, maggioritario – ma a distanza di tempo forse si impone un ripensamento. Non è andata come si pensava: in questo sistema bipolare, sguazza chi ha grandi disponibilità di denaro e/o di visibilità mediatica. Il risultato è che la democrazia deperisce.

Insomma, contiamo che Walter Veltroni faccia tesoro della sua riflessione e non la consideri un semplice sfogo da consegnare alle pagine di un giornale, le quali – com’è noto – dopo 24 ore sono buone solo per incartere le verdure.

 

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