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Diritti

A colpi di sondaggio

La campagna sul tema della sicurezza, lanciata principalmente dal quotidiano la Repubblica e dal nascente Partito democratico all’indomani del successo di Nicolas Sarkozy alle presidenziali francesi, giocano un ruolo importante i sondaggi d’opinione. Il consenso popolare ciene brandito da opinioni,…

La campagna sul tema della sicurezza, lanciata principalmente dal quotidiano la Repubblica e dal nascente Partito democratico all’indomani del successo di Nicolas Sarkozy alle presidenziali francesi, giocano un ruolo importante i sondaggi d’opinione. Il consenso popolare ciene brandito da opinioni, assessori, sindaci e leader politici nazionali come la riprova della bontà delle proprie posizioni. Hanno usato quest’argomento un po’ tutti, da Veltroni al sindaco di Firenze fino all’assessore Cioni, fiero di esibire le percentuali di plauso alla sua ordinanza (superiori all’80 per cento).
Repubblica on line, naturalmente, insiste su questa linea e allarga anche il tiro alla ricerca di consenso, chiedendo agli internauti d’esprimersi anche su prostituzione e graffitari (aggiungendo, forse per tentare uno ‘smarcamento’ rispetto alla destra, una domandina sulla rivolta fiscale proposta dal leghista Bossi). La mitica gente, naturalmente, è a favore della repressione, e lo è tanto più in un contesto politico e culturale nel quale tutto l’establishment politico e culturale del centrosinistra (ma non servirà presto un altro nome?)  è schierato a favore della svolta securitaria e leghista del Partito democratico.

Quel che sta sotto quest’operazione politico-mediatica è evidente a tutti: siamo di fronte a una svolta dell’orizzonte ideale per forze che fino a qualche tempo fa si richiamavano al socialismo e alla fratellanza cristiana. Oggi volgono lo sguardo verso le insofferenze quotidiane dell’automobilista e di cittadini sempre più soli in città brutte e inospitali. Questa svolta è giustificata appellandosi a un’idea di legalità di cui si vorrebbe nascondere la natura razzista e classista, e aggiungendovi l’argomento più scivoloso si tutti: il ‘consenso popolare’, misurato a forza di sondaggi.

Ma qualcuno, fra i dirigenti del Pd, è disposto davvero a sostenere che l’opinione favorevole della maggioranza delle persone interpellate rende una posizione, un progetto, un’ordinanza di per sé giusti? Se la maggioranza esprime posizioni razziste dobbiamo forse avallare il razzismo? E si è scelto dunque di governare a colpi di sondaggio?

 

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