Le galere di Montezemolo

Luca Montezemolo, presidente di Confinudstria, del suo intervento azienda-centrico a Cortina d’Ampezzo, incentrato sul no all’ipotesi di alzare e unificarle la tassazione sulla rendita finanziaria, ha esposto fra l’altro una breve considerazione sul tema della sicurezza. “Quando mi dicono che dobbiamo far uscire i delinquenti perchè non abbiamo galere, mi chiedo che cosa fa lo stato con i nostri soldi se non fa le galere“.
E’ facile immaginare come quest’affermazione abbia raccolto applausi in platea. Per quanto offra un visione superificiale e decisamente populista dei temi della sicurezza e della pena, l’intervento di Montezemolo è rivelatore della cultura, dell’ideologia, diciamo anche del progetto che sta dietro il pensiero liberista di cui il capo di Confindustria è uno dei campioni. Montezemolo in sostanza chiede allo stato di occuparsi delle cose che gli competono – appunto le galere, quindi la garanzia dell’ordine pubblico, indipendentemente dai mezzi usati, viene da pensare – lasciando il resto al mercato, quindi alle imprese.

Non è nemmeno da escludere che ci sia un ulteriore retropensiero, e cioè che la costruzione di nuove galere sia vista come un’occasione di investimento per le aziende, che oltretutto in futuro potrebbero anche essere coinvolte nella gestione del sistema carcerario, come già avviene negli Stati Uniti. Ma questa è un’interpretazione maliziosa. Accontentiamoci dell’asserzione principale – lo stato si occupi delle galere e ne faccia di più -: è sufficiente a far capire quali sono le tendenze del capitalismo contemporaneo e quali i sono rischi ai quali sta andando incontro il nostro sistema democratico, vista la soggezione del nostro mondo politico verso i Montezemolo e le loro tesi oltranziste.