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Diritti

LEGITTIMA DIFESA, TORTURA E DEMOCRATICI…

LEGITTIMA DIFESA, TORTURA E DEMOCRATICI DISTRATTI D’ora in poi, se il testo appena approvato in commissione alla Camera diventerà legge, il cittadino che in casa o in negozio spara a un intruso per difendere i propri beni, non sarà punibile,…

LEGITTIMA DIFESA, TORTURA E DEMOCRATICI DISTRATTI

D’ora in poi, se il testo appena approvato in commissione alla Camera diventerà legge, il cittadino che in casa o in negozio spara a un intruso per difendere i propri beni, non sarà punibile, perché avrà agito per legittima difesa. La proprietà privata, dunque, viene equiparata al diritto alla vita, che finora era l’unico motivo a sostenere il principio giuridico della legittima difesa. E’ un cambiamento etico, culturale e politico gigantesco. Eppure, dopo le prime proteste al momento dell’annuncio della ‘riforma’ da parte del ministro Castelli, il varo in commissione è passato quasi senza colpo ferire. I democratici, la sinistra, sembrano accontentarsi di una valutazione legata al contingente momento politico: “E’ uno spot elettorale della Lega”, ha commentato il senatore Brutti (Ds).

Come altre volte su temi analoghi, hanno preso il sopravvento la prudenza e il conformismo: i nostri politici – anche nel centro-sinistra – ritengono che sui temi della ‘sicurezza’ sia opportuno assecondare tutte le pulsioni emotive che spingono a pensare che con più violenza, più repressione, meno diritti si abbiano maggiori garanzie e tutele. E’ un calcolo fatto a fini elettorali, perché così si ritiene di mantenersi in contatto con l’astratta categoria dei benpensanti, considerati – evidentemente – la maggioranza della popolazione, quella da conquistare. Su quest’altare elettorale (con risultati peraltro dubbi) si sacrificano princìpi, ideali, fedeltà ai valori della democrazia.

Brutti pensa di cavarsela con la tesi dello spot, immaginando che nei mesi a venire, passata la scadenza elettorale europea, la legge sarà cancellata, ma forse non si è accorto che il testo approvato in commissione non è una trovata estemporanea, bensì il frutto di mesi di lavoro del comitato di ‘saggi’ (guidato dal pm veneziano Carlo Nordio) incaricato dalla maggioranza di mettere a punto un progetto di riforma della giustizia. Brutti – e i tanti che la pensano come lui – non si dev’essere accorto nemmeno che in commissione, al momento del voto, i deputati della Margherita si sono astenuti, come il diessino Giuseppe Ayala. E forse Brutti ha evitato anche di leggere i giornali in questi giorni, dove fioccano i commenti più che possibilisti sulla nuova concezione della ‘legittima difesa’ (compreso un ediotriale in prima pagina sul Corriere della Sera, firmato dal ‘liberale’ Piero Ostellino).

La realtà è che si assiste a un vistoso cedimento dei valori democratici, a un silenzioso ammainabandiera sul fronte della tutela dei diritti fondamentali. Lo stato di diritto, l’idea che la tutela della vita e della dignità della persona sono elementi irrinunciabili della convivenza civile, stanno tramontando, a colpi di “spot elettorali della Lega”, con sostegno attivo della maggioranza di governo, e la complicità di chi dovrebbe – per tradizione e formazione – combattere quest’involuzione del diritto, questo imbarbarimento della nostra civiltà. Così può accadere, nello stesso giorno in cui si approva la ‘riforma’ della legittima difesa, che la Camera voti il ‘diritto di tortura’ concesso alle forze dell’ordine purché minaccino e maltrattino solo una volta. In questo caso l’opposizione democratica si è indignata, si è accorta che si è davvero passato il segno, ma non sarebbe il caso si rendersi conto una volta per tutti che sui diritti civili si sta giocando una partita politica decisiva per il futuro della nostra democrazia?

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