Diritti
SQUADRISMO MEDIATICO La puntata di…
SQUADRISMO MEDIATICO La puntata di "Punto e a capo", quella con le intercettazioni di Casarini e Caruso, rientra a pieno titolo nella tipologia del teppismo mediatico. E’ una forma di violenza virtuale dalla quale è difficile difendersi. Ed è altrettanto…
SQUADRISMO MEDIATICO
La puntata di "Punto e a capo", quella con le intercettazioni di Casarini e Caruso, rientra a pieno titolo nella tipologia del teppismo mediatico. E’ una forma di violenza virtuale dalla quale è difficile difendersi. Ed è altrettanto difficile controbattere. Certo, si può confidare sul fatto che il pubblico medio di programmi così screditati e poco interessanti, sia composto per lo più da persone che pensano a coltivare i propri pregiudizi, più che a cercare informazioni. Tuttavia, gioverebbe rendere sempre più esplicita la natura disinformativa e propagandistica di simili trasmissioni. Perciò ha fatto bene Agnoletto a non partecipare, e ha fatto male l’onorevole Rizzo a cedere alla tentazione di apparire in tv purchessia.
Chi, come Rizzo in questo caso, partecipa a trasmissioni del genere, solitamente motiva la scelta dicendo che così almeno è garantito un minimo di contraddittorio. Credo che simili valutazioni siano errate. Una trasmissione come quella di Punto e a capo sul G8 ha un rigido canovaccio e precisi obiettivi: non si fa informazione, ma si vuole sostenere una tesi – che al G8 le manifestazioni furono violente, con una preordinata organizzazione fra Black Bloc e movimento e la collusione del "popolo della sinistra" – e tutto ciò che arriva in trasmissione – le intercettazioni, le immagini, gli ospiti – è funzionale alla dimostrazione di questa tesi, con la deontologia professionale che va a farsi benedire, insieme con concetti quali la completezza della trasmissione e il diritto di replica (nel caso specifico si sarebbe dovuto dire come e dove sono state prese le registrazioni, quali procure le hanno scartate, che a dispetto delle telefonate non è accaduto niente che faccia pensare a una collusione Disobbedienti-Black Bloc, che nessun membro del Black Bloc è stato bloccato e men che meno arrestato sul fatto, che il G8 di Genova è noto nel mondo per gli abusi compiuti dalla polizia e altro ancora).
Rizzo era lì come foglia di fico per "dimostrare" che si trattava di una trasmissione equilibrata, pluralista, in cui tutte le voci sono ascoltate. Ovviamente è un po’ come dire che si è in democrazia in quanto si vota, a prescindere dall’esistenza o meno della libertà d’associazione e di stampa, della separazione dei poteri, della presenza di una magistratura democratica. Per restare a questo parallelo, Punto e a capo è tanto corretta e professionale, quanto l’Urss di Stalin (dove si votava) era democratica. Ma Rizzo in quel contesto ha dato una mano a Masotti e soci, perché a una lettura superficiale la trasmissione non era ideologicamente indirizzata ma dava voce a tutti. Allo stesso modo, a una lettura superficiale, cioè accontentandosi del fatto che si vota o si votava , anche l’Urss – e Cuba, e la Tunisia, e l’Egitto… – sono democrazie… Senza Rizzo – e questa è la morale della vicenda – sarebbe stato possibile anche ai più superficiali percepire subito che di squadrismo mediatico si trattava.
Come si rimedia? Qui, purtroppo, non c’è una risposta. La completezza dell’informazione nelle tv è un concetto sconosciuto. Si fanno trasmissioni solo sulla base di interessi politici (vale, grosso modo, anche per le reti in mano alla sinistra, se e quando ve ne siano) e non secondo logiche puramente informative. In tre anni e rotti questa è l’unica trasmissione fatta in prima serata sul G8 e non ve ne sarà una seconda, se non per interessi politici, che saranno dello stesso tipo. Speriamo almeno che Rizzo quella sera resti a casa.