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Diritti

Chi ha sparato il 14 dicembre?

Ecco un altro buon esempio, per spiegare perché in Italia non sia rinviabile l’istituzione di un’autorità indipendente cui rivolgersi per abusi e irregolarità attribuiti alle forze dell’ordine. Il quotidiano Liberazione nei giorni scorsi ha pubblicato alcune fotogrammi, tratti da un…

Ecco un altro buon esempio, per spiegare perché in Italia non sia rinviabile l’istituzione di un’autorità indipendente cui rivolgersi per abusi e irregolarità attribuiti alle forze dell’ordine. Il quotidiano Liberazione nei giorni scorsi ha pubblicato alcune fotogrammi, tratti da un video inedito, riguardante la manifestazione romana del 14 dicembre scorso. Nell’immagine si vede una fiamma, vicino a una camionetta dei carabinieri. Il giornale sostiene che si tratta di spari di pistola o di fucile, spari indirizzati ad altezza d’uomo. E ne ha chiesto conto al capo della polizia, responsabile dell’ordine pubblico, e al ministro dell’Interno.

Quest’ultimo ha risposto, piuttosto sbrigativamente, dicendo che a Roma quel giorno non ci sono stati spari, ma solo il lancio di lacrimogeni. Può darsi che Roberto Maroni abbia ragione: forse la fiammata è dovuta davvero allo sparo di un lacrimogeno, ma servirebbe qualche dettaglio in più, non una semplice affermazione. E resta da spiegare (e condannare) l’altro elemento, ossia il lancio ad altezza d’uomo.

L’immagine porta subito la mente a Genova G8 e all’uso che vi si fece delle armi da fuoco: molti, troppi colpi furono sparati (oltre ai due che costarono la vita a Carlo Giuliani in piazza Alimonda) e il ministro Scajola, negli anni seguenti, si lasciò andare ad affermazioni che ancora oggi spaventano: disse, l’ex ministro, di avere dato l’ordine di sparare in caso di sfondamento della zona rossa, dimenticando che nel nostro ordinamento il ministro non ha affatto la facoltà di dare ordine di sparare.

Con questi precedenti, e di fronte al silenzio del capo della polizia e alla sbrigativa risposta del ministro dell’Interno, diventa evidente quanto sarebbe meglio – per tutti – poter indirizzare i dubbi sollevati da Liberazione a un’autorità indipendente, incaricata di compiere indagini all’interno delle forze dell’ordine: scavando sulle circostanze dello sparo (pistola o lacrimogeno che fosse), ricercando gli agenti coinvolti nell’episodio, ricostruendo i fatti e gli ordini impartiti e così via. 

Avremmo la garanzia di indagini più serie e un’informazione più dettagliata e credibile della breve informativa del ministro dell’Interno. Per Maroni il caso è già chiuso, ma è una chiusura che accresce l’allarme suscitato dalla denuncia di Liberazione, perché tutti i dubbi restano aperti. Davvero le nostre forze dell’ordine possono sparare ad altezza d’uomo, senza suscitare la preoccupazione generale, solo perché il colpo  è ?

 

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