Diritti
Manganellate, Manganelli e l’uso della polizia
A Terzigno, nella notte, la polizia si è data molto da fare: ha forzato il presidio dei cittadini che si oppongono alla discarica, distribuito manganellate, inseguito cittadini per i campi. Nei giorni scorsi la violenza della polizia si era abbattuta sui…
A Terzigno, nella notte, la polizia si è data molto da fare: ha forzato il presidio dei cittadini che si oppongono alla discarica, distribuito manganellate, inseguito cittadini per i campi. Nei giorni scorsi la violenza della polizia si era abbattuta sui pastori sardi che contestavano a Cagliari la Regione Sardegna.
La protesta della gente, a quanto pare, viene affrontata con l’uso della forza. A prima vista è una scelta politica, ma il capo della polizia Antonio Manganelli sostiene il contrario: si dice rammaricato per l’uso dei manganelli a Terzigno e spiega che ciò è avvenuto perché "altri soggetti chiamati a risolvere" certe questioni "trovano in un ruolo di supplenza le forze di polizia".
Manganelli, se bene interpretiamo, sostiene che la politica non riesce a svolgere il suo ruolo di mediazione e persuasione e quindi tocca alla polizia intervenire: lo sversamento dei rifiuti va fatto – è quanto dice il capo della polizia – e la polizia deve quindi intervenire, rammaricandosi assai (l’idea di spiegare se e quanto siano stati appropriati l’uso dei manganelli e le rincorse nei campi naturalmente non gli è venuta).
Manganelli non se ne accorge o finge di non accorgersene, ma le sue dichiarazioni sono per l’appunto l’esemplificazione di quel che si intende per governare con la polizia: si mandano i poliziotti in piazza per dare una lezione a chi disturba e contesta. Il compito della polizia, in un regime davvero democratico, non sarebbe questo, e il capo di una polizia di stato uscita dal G8 di Genova (e i successivi processi) con la credibilità azzerata, farebbe bene a rammentarlo.
E i cittadini, la società civile, i partiti politici farebbero bene a ricordarglielo in caso di equivoci e amnesie.