Diritti
La logica aberrante del permesso a punti
Diciamo subito che l’ultima trovata del ministro Maroni – il permesso di soggiorno a punti – è di una gravità estrema. Per gli immigrati – stiamo parlando ovviamente di persone perfettamente in regola con le normative attualmente vigenti – non…
Diciamo subito che l’ultima trovata del ministro Maroni – il permesso di soggiorno a punti – è di una gravità estrema. Per gli immigrati – stiamo parlando ovviamente di persone perfettamente in regola con le normative attualmente vigenti – non sarà sufficiente avere un lavoro, un’abitazione e tutte le carte a posto, ma sarà necessario mantenersi sopra quota 30, passando per le forche caudine di un sistema di crediti e debiti attribuiti secondo criteri che vanno dalla conoscenza della lingua italiana e della Costituzione al coinvolgimento, ovviamente in negativo, in fattispecie di reato.
Quando conosceremo i dettagli, sarà possibile valutare i molti punti oscuri del progetto – ad esempio, per perdere punti si dovrà aspettare un’eventuale condanna passata in giudicato o basterà una denuncia? – ma la logica, già di per sé, è più che spaventosa. In sostanza si subordina l’attribuzione di diritti minimi – quelli legati al permesso di soggiorno – a una serie di condizioni del tutto inesistenti per gli altri cittadini.
E’ un modo per stabilire – ancora una volta – un doppio binario di accesso ai diritti. E’ una forma di apartheid che poggia su una logica di apparente buon senso, e cioè il presunto legame fra diritti di cittadinanza e doveri: una logica fasulla, poiché gli unici doveri previsti per i cittadini – autoctoni o no – sono e non possono essere altro che il rispetto delle leggi generali, uguali per tutti. E infatti il legame fra diritti e doveri è teorizzato e applicato solo per i migranti.
E’ una logica pericolosa che rischia di fare scuola: Giuseppe Faso qualche tempo fa ha segnalato con angoscia l’intitolazione di un assessorato del Comune di Empoli ai "diritti e doveri di cittadinanza". Il permesso a punti va assolutamente contrastato e fermato.