Altre Economie
La decrescita in laguna
Venezia ospita la terza conferenza internazionale di movimenti, istituzioni e università che cercano di coniugare sostenibilità ecologica ed equità sociale
Siete pronti per “La grande transizione”? È questo il tema al quale sarà dedicata la terza “Conferenza internazionale per la decrescita, la sostenibilità ecologica e l’equità sociale”, che si terrà a Venezia dal 19 al 23 settembre 2012. Dopo Parigi (aprile 2008) e Barcellona (marzo 2010, nella foto sotto), sarà infatti la città veneta ad ospitare la Conferenza, cinque giornate nelle quali movimenti, istituzioni, università e ospiti internazionali saranno chiamati a confrontarsi sulla decrescita come “passaggio di civiltà”.
La Conferenza è promossa dall’Associazione per la decrescita (www.decrescita.it) insieme a Research&Degrowth, Kuminda, Arci, SpiazziVerdi, la cooperativa Sesterzo, il Comune di Venezia, l’Università di Udine e lo Iuav (l’Istituto universitario di architettura di Venezia), che ospiterà gli appuntamenti nelle sue sedi. La scelta di Venezia è motivata dalla valenza storico-culturale della città, ma anche dalla vitalità delle reti associative locali sui temi della decrescita e dell’altra economia. A differenza delle precedenti edizioni, la sfida di Venezia 2012 è proprio quella di riuscire a far dialogare queste realtà di movimento con il mondo dell’accademia, avvicinando attivisti e scienziati e valorizzando la diversità di prospettive. L’intenzione, tuttavia, è che questo dibattito sia anche molto concreto e il più possibile vicino alla vita quotidiana, in una circolarità tra pensiero ed esperienza che trovi anche lo spazio per interrogare le dimensioni politiche e istituzionali del cambiamento.
A partire da queste basi, a Venezia il prossimo settembre si proverà a ridefinire l’idea di benessere attraverso la costituzione di un patto di solidarietà tra i soggetti che interverranno, mettendo in discussione le attuali logiche di dipendenza nelle relazioni.
Il programma (che sarà pubblicato nei dettagli sul sito www.venezia2012.it) prevede una giornata di apertura, il 19 settembre, dedicata all’accoglienza dei partecipanti e all’introduzione dei lavori, con un momento pubblico di presentazione aperto a tutta la cittadinanza. Ma il cuore della Conferenza saranno le tre giornate dal 20 al 22 settembre, dedicate ognuna a un diverso asse tematico –commons, work e democracy, beni comuni, lavoro e democrazia- da approfondire attraverso lavori di gruppo, focus di approfondimento e incontri in plenaria; nella giornata conclusiva, infine, si lavorerà per la condivisione dei lavori prodotti nei giorni precedenti, formulando delle proposte di lavoro e aprendo la discussione alle prospettive per il futuro.
Sostegno economico dell’amministrazione pubblica di Venezia a parte, la Conferenza è autofinanziata -coerentemente con il progetto di un “bilancio di sostenibilità”- attraverso le quote dei partecipanti (160 euro per i lavoratori, 90 per i precari e gli studenti, 60 per i disoccupati), le donazioni delle organizzazioni co-promotrici e l’attivazione di un percorso di finanziamento dal basso per la creazione di un fondo.
Su questo si stanno già muovendo tutte le realtà partner della Conferenza (34 soggetti a oggi, tra associazioni, movimenti, Gas e Comuni: la lista completa è disponibile al link www.venezia2012.it/chi-siamo/partner e le candidature sono ancora aperte) che stanno organizzando autonomamente degli eventi inseriti nel percorso “Verso Venezia 2012” (riconoscibili dalla chiocciolina gialla e rossa, simbolo della terza Conferenza), occasioni di incontro e approfondimento realizzate in tutta Italia a partire dai territori. Allo stesso modo, anche i contenuti della Conferenza sono costruiti in modo partecipato, attraverso “bandi” mirati che offrono a tutti la possibilità di proporre argomenti da approfondire e realizzare contenuti grafici, video e audio utili alla Conferenza: al primo bando, una call for workshop hanno risposto numerose realtà internazionali, proponendo 63 workshop i cui temi spaziano dalla sovranità alimentare alla crisi finanziaria, dall’occupazione alla gestione dello spazio pubblico. —