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Diritti

India, 20mila piccoli minatori

Secondo Terre des Hommes Olanda e SOMO, migliaia di bambini lavorano per estrarre un minerale usato nell’industria della cosmesi e per produrre vernici per auto. Il 25% della produzione mondiale di "mica" avviene negli Stati del Jharkhand e del Bihar; il 90 per cento proviene da scavi illegali

Almeno 20mila bambini indiani lavorano per estrarre mica, un minerale utilizzato nell’industria dei cosmetici e dell’automobile. Lo fanno nonostante le leggi del Paese asiatico proibiscano questo tipo d’occupazione per i minori di 14 anni. È, infatti, un’attività estremamente pericolosa, documentata da Terre des Hommes Olanda, che ha pubblicato il rapporto “Beauty and a beast”, “La bellezza e una bestia”.
Il documento -realizzato in collaborazione con l’Ong Somo (Stichting Onderzoek Multinationale Ondernemingen)- indaga sulle miniere da cui si estrae questo minerale estremamente versatile, che dona brillantezza a ombretti, fondotinta e rossetti, viene utilizzato nella produzione di vernici per la carrozzeria delle auto e grazie alla sua elevata resistenza al calore trova impiego anche come isolante per i conduttori elettrici.

 
I due Stati del Jharkhand e del Bihar garantiscono da soli il 25% della produzione di mica a livello mondiale, pari a circa 125mila tonnellate l’anno. “Solo il 10% della mica prodotta in queste aree, però, viene da miniere legalmente autorizzate, dove c’è controllo sulle condizioni di lavoro. Il restante 90% proviene da scavi illegali dove si calcola che lavorino circa 20mila bambini, spesso assieme alle loro famiglie” spiega il rapporto.
 
L’Organizzazione mondiale per il lavoro (Ilo) ha classificato il lavoro nelle miniere come una delle forme peggiori di lavoro minorile. E le condizioni nei pozzi dove si estrae la mica non fanno eccezione: crolli e altri incidenti, legati all’uso di strumenti pericolosi, sono molto frequenti.  

 
Secondo Terre des Hommes, tra il 2014 e il 2015 sarebbero morti almeno tre bambini a causa del collasso di una miniera. “Ma vista l’illegalità diffusa nella produzione -spiega un comunicato diffuso dall’organizzazione- è molto probabile che il dato reale sia molto più elevato dal momento che gli incidenti non vengono denunciati. Inoltre, durante il processo di estrazione della mica, i bambini respirano grandi quantità di polvere di silicio che si depositano nei polmoni, esponendo i più piccoli al rischio di sviluppare la silicosi. Una malattia dei polmoni potenzialmente letale”.
 
A questa situazione di sfruttamento, difficilmente i bambini si possono sottrarre. Gli stati del Jharkhand e del Bihar, infatti, sono tra i più poveri dell’India. La popolazione dei villaggi che vivono attorno alle zone estrattive è formata soprattutto da Dalit (gli “intoccabili”), la casta collocata al gradino più basso della scala sociale indiana. Costretti a lavorare per stipendi da fame (per i lavoratori delle miniere la paga giornaliera è inferiore del 45% rispetto a un lavoratore di una qualsiasi altra industria indiana) i bambini non possono andare a scuola. “Questo fatto -denuncia Terre des Hommes- alimenta una spirale perversa che, bloccando l’accesso all’istruzione per questi bambini, impedisce loro di uscire dalla condizione di povertà e sfruttamento in cui si trovano”.
 
L’analisi di Terre des Hommes, però non si è fermata alle miniere indiane. Nel report “Beauty and the Beast” ha provato a ripercorrere la filiera della mica per individuare le principali aziende europee (nello specifico olandesi) che fanno uso di questo materiale. Sulle otto prese in considerazione (tra cosmesi e componenti elettrici), sette non hanno adottato un codice di condotta specifico che garantisca l’uso di mica eticamente certificata e che non sia frutto di sfruttamento di lavoro minorile. 
 
Alcune operano in tutta Europa, come Akzo/Nobel, Unilever, Royal Philips, DSM, Prysmian Draka. A tutte, Terre des Hommes ha rivolto un appello ad assumersi le proprie responsabilità e ad agire immediatamente per prevenire lo sfruttamento lavorativo dei minori nella produzione della mica, dotandosi di una filiera di approvvigionamento etica.
 
Le foto di questo servizio sono di Terre des Hommes/Oscar Timmers

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