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Ambiente

Valsugana, lungo il lago canneti o cemento?

Un Comitato frena la "riqualificazione" di San Cristoforo, sul Lago di Caldonazzo, in Trentino

San Cristoforo al Lago è una frazione di Pergine Valsugana, in provincia di Trento. Centocinquanta persone vivono in riva al Lago di Caldonazzo, che è il più grande bacino della provincia di Trento, quello da cui nasce il fiume Brenta.
Dall’inizio del secolo, inoltre, il lago è un’importante metà turistica. Lungo le sue rive, (r)esistono alcuni “canneti”, zone umide oggi protette dall’Unione Europea perché “l’habitat è ottimale per la vita di specie animali e vegetali di particolare interesse naturalistico delle quali si voglia evitare l’estinzione”.
Nell’ultimo anno e mezzo, però, è comparso il progetto di un imprenditore che ha interesse a “riqualificare” il vecchio grand hotel, abbandonato da alcuni anni, per trasformarlo in struttura ricettiva più moderna (dotata di una sessantina di appartamenti-monolocali da affittare o vendere come seconde case). È lo stesso che, dopo aver rastrellato numerosi terreni agricoli, vorrebbe realizzare un centro commerciale all’ingresso del paese. L’amministrazione comunale, invece di difendere l’interesse generale, ha accettato di buon grado la proposta dell’imprenditore. Ci ha “guadagnato”, in cambio, alcuni terreni agricoli da trasformare in parcheggi, secondo il principio della “perequazione”.  
Contro il progetto immobiliare, il parcheggio e l’“applicazione” dell’idea di perequazione è nato il “Comitato dei cittadini per San Cristoforo”, che il 25 giugno scorso ci ha invitato a Pergine a presentare il libro “Le conseguenze del cemento”. Nel file allegato (“Il peso del cemento”), un intervento nel quale Emanuele Curzel -membro del Comitato- descrive la situazione di San Cristoforo all’assemblea provinciale di Trento di Italia Nostra. Ad aprile 2011, il consiglio comunale ha bocciato il progetto. Ma, come scrive Curzel, lo “scampato pericolo […] non deve farci pensare né che la speculazione sia definitivamente allontanata dalle sponde del lago (abbiamo già sentito autorevoli dichiarazioni secondo le quali si intende in futuro riproporre lo stesso progetto con le stesse modalità), né che lo schema che abbiamo visto in azione non possa essere in uso per ‘colpire’ altre aree, rispetto alle quali l’indifferenza sarebbe egoista e controproducente”.    

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