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Tutto da rifare – Ae 76

31 milioni di tonnellate e 6 miliardi di euro di costi: ecco le cifre dell’universo rifiuti. L’alternativa è nelle quattro “R”: riduzione, riuso, riciclo, recupero Il cassonetto è la tomba delle cose: quando un oggetto arriva al capolinea, in Italia…

Tratto da Altreconomia 76 — Ottobre 2006

31 milioni di tonnellate e 6 miliardi di euro di costi: ecco le cifre dell’universo rifiuti. L’alternativa è nelle quattro “R”: riduzione, riuso, riciclo, recupero


Il cassonetto è la tomba delle cose: quando un oggetto arriva al capolinea, in Italia finisce quasi sempre in discarica. A fare questa fine è il 67% dei 524 chili di rifiuti che ogni italiano produce in un anno (per un terzo scarti alimentari, poi carta e cartone, plastica, vetro – in altre parole imballaggi). E lo smaltimento diventa un problema sempre più grave, a partire dall’aspetto economico. Se nel 1974 i rifiuti prodotti erano 13 milioni di tonnellate, oggi sono 31 milioni, e gestire il “sistema cassonetto” costa 6 miliardi di euro l’anno, il 60% dei quali servono allo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, mentre alla differenziata resta solo il 14%.

Un situazione figlia della società dei consumi usa-e-getta in cui viviamo: “È normale disfarsi delle ‘cose’ di cui non si ha più bisogno, ma non lo è l’indifferenza da carnefici navigati con cui si esegue la condanna. Né l’incuria”. Pietro Luppi è tra i fondatori dell’associazione romana “Occhio del riciclone” e autore del libro Tutto da rifare (Terre di mezzo Editore): per risolvere almeno in parte l’emergenza rifiuti, bisogna applicare la cosiddetta “formula delle quattro R”, cioè riduzione (a partire da una limitazione a monte dei nostri consumi), riuso, riciclo, recupero. Una questione di “stile” cui un vero consumatore critico non può sottrarsi. Molto di quello che buttiamo potrebbe avere una seconda vita, con un risparmio di materie prime e di energia. Peccato che il riuso in Italia sia una “priorità scomparsa”: “I criteri di classificazione dei rifiuti -conferma Luppi- sono adatti a pianificare il riciclaggio, il compostaggio, l’incenerimento e lo smaltimento. Ma non il riuso”. In altre parole: la definizione ufficiale di rifiuti “legnosi” non aiuta a capire se ci troviamo di fronte a una cassetta della frutta reduce da un mercato rionale inutilizzabile, oppure davanti al comò della nonna che nel salotto farebbe ancora una dignitosa figura. Stesso discorso per i “ferrosi” (tubo arrugginito o bicicletta?), la “plastica” (parafango incidentato o giocattolo seminuovo?) e “carta e cartone” (volantini del supermercato o libro in buono stato?). Il consiglio è di andare alla ricerca di mercatini delle pulci e negozi dell’usato, dai quali si trova ormai moltissimo, dai vestiti, all’elettronica, al complemento d’arredo di pregio. E nel settore non mancano le fiere, come quella dedicata al Baratto e all’usato di Napoli (vedi box a destra).

Settore strategico è anche quello del riciclo, che chiama in causa in primo luogo le amministrazioni comunali, che dovrebbero puntare sulla raccolta differenziata. La realtà non è molto incoraggiante, come dimostra il premio che ogni anno Legambiente assegna ai “Comuni ricicloni”: a fronte di centri piccoli e medi con risultati lusinghieri (come Maserada sul Piave, vedi Ae 75), le città più grandi emergono per inefficienza.

Infine, tra le buone pratiche quotidiane va inserita anche la riparazione, anche se viene resa sempre meno attraente e facile da praticare dalla produzione industriale rende e gli artigiani riparatori sono una razza in via di estinzione.



Non chiamatela immondizia

Il pattume può avere molte vite. Di seguito, una breve rassegna di esperienze “virtuose”.



Riuso

Il riuso passa dai mercatini dell’usato: come Porta Portese a Roma, che con i suoi 2.000 operatori è il più grande mercato dell’usato in Europa (insieme con l’analoga esperienza parigina), dove trovate dai mobili ai fumetti. Ma non vanno dimenticate la Fiera di Sinigallia a Milano e il Balon a Torino. Ci sono poi i negozi dell’usato ed esperienze come la “rifiuteria” di Sesto Fiorentino e Calenzano (in provincia di Firenze) dove potete portare i vostri rifiuti differenziati ottenendo in cambio oggetti a scelta

(di peso pari a quello che lasciate).



Riciclo

La pratica del riciclo in Italia non ha ancora espresso al meglio le sue potenzialità: il decreto Ronchi del 1997 stabiliva per i Comuni il raggiungimento entro il 2003 di una differenziazione pari almeno 25%, ma nel 2005 la media nazionale era appena del 22%, e anche la percentuale dei rifiuti avviati al riciclo è piuttosto bassa. Nonostante questo,

è possibile acquistare prodotti di “ecodesign”, realizzati con materiali riciclati, dal legno all’alluminio. Su www.acquistiverdi.it trovate un catalogo con le aziende che producono

e distribuiscono prodotti verdi in Italia.



Riparazione

Siamo una società usa-e-getta. Ma questo stile di vita contribuisce all’aumento dello spreco e dei rifiuti. Ecco perché la riparazione può diventare anche un gesto “politico”: piuttosto che buttare -dov’è possibile- aggiustate. O almeno provateci. Un’esperienza in via di diffusione, e che permette anche un certo risparmio economico, è quella delle “ciclofficine popolari”, luoghi dove meccanici-attivisti vi insegnano a riparare la vostra bicicletta e dove vengono creati nuovi velocipedi a partire da pezzi di “cadaveri” recuperati. www.ciclofficina.org



Arte

Opere d’arte nella spazzatura. O, se preferite, “riuso creativo”: a volte gli artisti fanno concorrenza ai rigattieri e vanno alla ricerca di materiali di recupero su cui poter sfogare la propria creatività. Come Alberto Urbani, che a partire dai sacchetti di plastica del supermercato opportunamente “sciolti” crea lampade (www.albertourbani.com) oppure Aldo di Bella, in arte Arcimbaldo, che realizza sculture e composizioni a partire da materie povere (www.arcimbaldo.it).



A ciascuno la sua fiera

A ciascuno la sua fiera. La Fiera del baratto e dell’usato di Napoli è tra le principali a livello nazionale. Due volte l’anno 1.200 espositori e decine di migliaia di visitatori. La particolarità è che qui la maggior parte dei “venditori” è costituita da privati e non da professionisti.

Il prossimo appuntamento è per il 28 e 29 ottobre (info: www.bidonville.org). Tra gli altri appuntamenti, dall’ 8 all’11 novembre si terrà a Rimini Ecomondo, fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile (www.ecomondo.com), con espositori da tutto il mondo. A Trento in autunno e primavera si tiene la Giornata del riuso, durante la quale le persone portano in piazza gli oggetti che vorrebbe buttare e li mettono a disposizione di chi vuole (tel. 0461-26.16.44, email info@pgprof.it).



La seconda vita delle cose

Tutto da rifare. Manuale pratico di riuso, riciclo, riparazione e baratto di Pietro Luppi (Terre di mezzo Editore, 144 pagine, 10 euro) spiega perché conviene dare una seconda possibilità agli oggetti che, magari, credevamo inutili. Un libro che unisce “politica e cassonetto, discarica e giustizia sociale”. Con un utile indirizzario.



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