L'Italia sta indebolendo la tutela ambientale, a partire dalle sue fondamenta. Nella primavera del 2017 il governo è chiamato a recepire (avrebbe dovuto farlo entro il 16 marzo) la direttiva europea del 2014 che modifica il processo di valutazione d’impatto ambientale (VIA), e il testo che è stato sottoposto al parere di diverse commissioni della Camera e del Senato metterebbe a rischio -secondo associazioni e comitati- l’efficacia del procedimento. La VIA rappresenta infatti lo strumento amministrativo che lo Stato e le Regioni (per le rispettive competenze) utilizzano per analizzare tutti i progetti -pubblici e privati- che hanno un potenziale impatto ambientale: dagli impianti per la produzione di ghisa e acciaio a quelli per la produzione di birra o malto che hanno una capacità di produzione superiore a 500mila ettolitri all’anno, passando per tutte le infrastrutture. La nuova disciplina, però, rende più labile il principio di tutela.
Augusto De Sanctis, esponente del Forum italia
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