Altre Economie / I nostri libri
La transizione non è un pranzo di gala ma un cambiamento integrale
Un libro che non solo spiega la “transizione ecologica” nei suoi molteplici aspetti ma invita a diffidare del capitalismo verde. Ecologico ha un significato ben diverso da green, non solo una mano di vernice ma una conquista culturale e sociale
Non basta la parola. Non basta assegnare un nome green a un ministero. La transizione ecologica è un cambiamento molto più radicale, che dovrebbe essere pubblico e privato, economico e sociale, culturale e, soprattutto, politico. Questo libro spiega perché ci troviamo di fronte a un’occasione “storica”: “Il tempo è ora -scrive Caterina Sarfatti, una delle autrici ed autori di un libro collaborativo-. Disuguaglianza, pandemia e crisi climatica sono facce della stessa medaglia: un’economia ‘sporca’ basata sull’estrazione insostenibile di carbon fossile, distruzione della biodiversità e degli ecosistemi in cui viviamo ed enormi fratture e disparità sociali. Abbiamo davanti la responsabilità di ripensare le nostre economie e le nostre società. La transizione ecologica non è politicamente neutra. Non è una questione ‘solamente’ tecnica, scientifica e tecnologica. […] Per questo, serve una visione Politica -con la P maiuscola- che metta al centro le persone nella transizione”.
Una riflessione che ha accomunato accademici, ricercatori sul campo, attivisti e pensatori che regalano a questo libro uno “sguardo” di straordinaria ampiezza: non c’è transizione senza mettere mano alle profonde disuguaglianze tra emisferi, generi, generazioni e senza cambiare l’attuale modello economico di produzione e consumo, quello del “capitale” e della crescita infinita. 30 voci diverse ma unanimi: non basta una verniciata di verde, non basta “spostare” i profitti o gli investimenti verso il green, non basta ripetere il mantra dell’economia circolare, non basta invocare la bacchetta magica della tecnologia. La transizione ecologica -o la conversione, come la chiamano alcuni- deve essere “rivoluzione di sistema”, che permetta di saltare un tempo di gioco e di guardare oltre la pandemia, per trasformare la società.
Un libro che è un “piano alternativo” e ben più ambizioso del tiepido Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un manifesto non ideologico per una transizione ragionata e intransigente. I contributi sono da un lato una cornice elegante e chiara che delimita l’assetto politico e normativo, il contesto della questione climatica ed energetica; ma dall’altro entrano nel merito e dipingono a tratti decisi lo scenario delle energie da fonti rinnovabili e dei trasporti, disegnano i flussi dell’economia reale e di quella finanziaria, il ruolo del fisco e del “debito”. Ribadiscono l’imperativo categorico di ridurre l’impatto dell’estrazione di risorse e della produzione industriale, di difendere la biodiversità, il capitale naturale e agricolo, il suolo, l’aria e l’acqua. Affrontano le questioni della governance globale e locale e quella della democrazia e della povertà energetica, dai Paesi in via di sviluppo alle nostre città. Auspicando infine la “decarbonizzazione” del linguaggio e dell’immaginario.
“Che cos’è la transizione ecologica. Clima, ambiente, disuguaglianze sociali”
a cura di Gianluca Ruggieri e Massimo Acanfora, 192 pagine, 15 euro.
Contributi di Davide Agazzi, Veronica Aneris, Andrea Baranes, Agnese Bertello, Riccardo Bocci, Marco Borgarello, Paolo Cacciari, Giovanni Carrosio, Stefano Caserini, Annalisa Corrado, Elena De Luca, Marco Deriu, Antonia De Vita, Anna Donati, Francesca Forno, Francesco Gesualdi, Elisa Giannelli, Giacomo Grassi, Simone Maggiore, Roberto Mancini, Fabio Monforti, Paolo Pileri, Anna Realini, Rinascimento Green, Davide Sabbadin, Caterina Sarfatti, Annalisa Savaresi, Chiara Soletti, Antonio Tricarico, Mauro Van Aken, Alessandro Volpi.
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