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Tav e incompatibilità, l’ex commissario del Governo sotto la lente Antitrust
di Duccio Facchini —
Dalla carica "pubblica" di presidente dell’Osservatorio relativo alla realizzazione dell’asse ferroviario Torino-Lione nonché commissario straordinario del Governo a quella di Direttore Generale della società TELT s.a.s., aggiudicatore delle opere. La traiettoria di Mario Virano finisce all’esame dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ne intravede l’incompatibilità e apre un procedimento ad hoc
“Gli intellettuali che parlano di Tav come Erri De Luca non conoscono la realtà”, disse Mario Virano -già presidente dell’Osservatorio governativo chiamato a a monitorare e controllare la realizzazione dell’asse ferroviario Torino-Lione- a proposito della presa di posizione dell’autore de “La parola contraria”, poi finito a processo. La realtà, però, vede oggi lo stesso Virano (in foto) sotto la lente dell’Antitrust, la quale ha aperto un procedimento per incompatibilità a proposito del suo cambio di casacca: da presidente dell’Osservatorio e commissario straordinario del Governo a Direttore Generale della società TELT s.a.s., l’ente aggiudicatore delle opere.
È nel bollettino del 7 settembre, infatti, che l’Autorità ha dato conto dell’avvio dell’iter -la seduta è del 5 agosto- ripartito da una segnalazione datata 1 luglio ad opera della consigliera regionale Francesca Frediani (M5s). “Le funzioni governative svolte dall’Arch. Virano prima delle sue dimissioni risulterebbero incompatibili, ai sensi […] della legge n. 215/2004, con il nuovo incarico di Direttore generale assunto dal medesimo soggetto presso la TELT, società prevalentemente attiva in uno specifico settore connesso con la carica in precedenza ricoperta dall’interessato”.
La norma è chiara, sostiene l’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella. Che la ricorda nel paragrafo del bollettino dedicato proprio al “conflitto di interessi”: “il titolare di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non può ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni comunque denominate ovvero esercitare compiti di gestione in società aventi fine di lucro o in attività di rilievo imprenditoriale”.
Regola che permane a 12 mesi dal termine della carica, trasmessa a Paolo Foietta per decreto. A carico del nuovo ruolo di Virano -che “rientra nelle predette ipotesi di incompatibilità, in quanto ricoperto presso una società avente fine di lucro”- è stato dunque aperto un procedimento che dovrà compiersi entro il 10 dicembre di quest’anno.
“Tutto questo dimostra il permanere dell’intreccio tra interessi pubblici e privati e un totale disinteresse al rispetto formale e sostanziale delle regole -commenta ad Ae Livio Pepino, magistrato e ora presidente del Controsservatorio Valsusa-. Ci deve essere dialettica tra i protagonisti e diretti interessati all’opera e i rappresentanti dell’interesse pubblico, non una sovrapposizione”.
Giunto all’attenzione del Tribunale permanente dei popoli grazie ad un esposto del Controsservatorio Valsusa -l’istruttoria è partita nel marzo di quest’anno-, il caso Tav si arricchisce quindi di un altro capitolo. “La sessione del Tribunale si terrà a Torino dal 5 all’8 novembre -spiega Pepino- mentre la lettura del dispositivo avverrà in Val Susa, in modo che Torino sia il centro dell’approfondimento e la Valle la sede dell’espressione del giudizio. Quel che noi pensiamo è che qui, in Val Susa, si sia manifestata ancora una volta una logica coloniale, dove le decisioni passano sopra la testa delle popolazioni interessate. Da Niscemi alle trivellazioni, da Notre Dame alla miniera a cielo aperto in Romania, anche il ‘caso Tav’ rappresenta una situazione particolare che è sinonimo un modello di sviluppo che presume la lesione dei diritti delle popolazioni, un segnale emergente della violazioni delle comunità che subiscono le grandi opere”.
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