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Siracusa si mobilita per i migranti della “Sea Watch”
Il Comune e la curia della città siciliana sono disponibili a dare accoglienza alle 47 persone costrette in mare otto giorni. Intanto, centinaia di persone si sono ritrovate sabato mattina davanti alla rada dove è ormeggiata la nave della ong: “Fateli scendere”
La “Sea Watch 3”, la nave dell’omonima ong tedesca con a bordo 47 migranti salvati nel Mediterraneo, è ancora ferma, dall’alba di venerdì, nella rada a Nord di Siracusa. Nella mattina di venerdì 25 gennaio, una richiesta di attracco in porto da parte del comandante della nave ha ricevuto il diniego dalla Capitaneria di porto di Siracusa, senza alcuna motivazione a supporto. Un modus operandi insolito. Tanto che “Sea Watch” ha da poco emesso un comunicato denunciando questa decisone che impedisce alla nave di riparare in un porto sicuro e di lasciare la zona di fonda nella quale si trova.
La Capitaneria, che abbiamo sentito al telefono, non ha voluto rispondere alle nostre domande in merito né aggiungere ulteriori commenti. Intanto la ong tedesca, nello stesso comunicato, chiede lo sbarco immediato di tutti i naufraghi, tra i quali un giovane gambiano con i segni terribili delle torture subite in Libia.
La situazione, però, non si sblocca. Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, giovedì 24 gennaio aveva scritto al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli per chiedere di autorizzare lo sbarco, dando la piena disponibilità ad accogliere tutti i migranti: “Le condizioni a bordo -spiega Italia ad Altreconomia- sono al limite, perché la nave è molto piccola e al suo interno non riesce a contenere tutte le 47 persone, che si alternano a stazionare e dormire sul ponte. In queste condizioni climatiche certamente stare all’addiaccio è molto difficile, tanto più che sono persone che stanno da otto giorni in mare”.
Al primo cittadino ha fatto eco il vescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, il quale ha comunicato al prefetto la volontà della sua diocesi di accogliere tutti i naufraghi. “Mi faccio portavoce -afferma- del sentimento di tutta la comunità ecclesiale. Noi rispettiamo le autorità, ma ci dispiace che il governo abbia preso questa posizione di fermezza non in linea con la tradizione italiana. Come vescovo ho il dovere di ricordare il Vangelo che ci dice di accogliere il forestiero e rispettare ogni persona indipendentemente dalla sua nazionalità”.
Stessa apertura arriva dalla Chiesa Valdese, per bocca di Francesco Sciotto, membro della diaconia nazionale, che, oltre a confermare la volontà della sua chiesa, denuncia come ancora si attendano notizie dal governo sul destino dei migranti sbarcati dalla “Sea Wacth” a Malta a inizio gennaio, i quali dovrebbero essere affidati proprio ai valdesi.
Nessun passo avanti, nemmeno per quel che riguarda i 13 minori non accompagnati a bordo della nave dopo che, venerdì, il Tribunale dei minorenni di Catania, aveva chiesto alle autorità competenti di far sbarcare quantomeno loro. Dal Viminale, anzi, insistono a dire che non sbarcherà nessuno perché, come affermato dal ministro degli Interni, i minori a bordo avrebbero tutti 17 anni e mezzo. “Vorrei ricordare -risponde Alessandra Furnari, assessore alle Pari opportunità sociali- che a 17 anni e mezzo si è comunque minori, a meno che non vogliamo da domani rilasciare una patente di guida prima dei 18 anni. Il mio ufficio, che crede nel valore del nome che porta, si sta organizzando ed è pronto a dare accoglienza a questi minori, nella speranza che si ottemperi quanto prima alla richiesta del tribunale”.
La città siciliana, intanto, scende in piazza per farsi sentire e chiedere che i migranti vengano accolti. Questa mattina, almeno 600 persone, provenienti anche da altre città dell’isola, hanno sfidato il vento gelido in un sit-in lungo la scogliera che si affaccia sulla rada. Un popolo colorato che, fra striscioni, bandiere e cori, ha urlato più volte: “Fateli scendere”. E cercato di far sentire la propria solidarietà ai migranti. Dalla “Sea Watch 3” è arrivato un messaggio di ringraziamento per questo calore, che tuttavia non attenua il freddo rigido al quale equipaggio e naufraghi sono esposti da giorni.
All’iniziativa hanno partecipato associazioni, semplici cittadini, la giunta comunale, ma anche esponenti politici nazionali, come il deputato LeU, Nicola Fratoianni, e il membro di +Europa, Riccardo Maggi. Quest’ultimo non ha usato mezzi termini per commentare il diniego della capitaneria all’attracco della Sea Watch: “Negare senza una ragione l’attracco a una nave che non rappresenta una minaccia per l’ordine pubblico viola le norme internazionali in materia. I governi possono anche legittimamente pensare alla gestione del fenomeno migratorio, ma non violando i diritti umani e la legge. Quello che sta accadendo è gravissimo”. Fratoianni invece ha ribadito l’importanza di partecipare “sia come cittadini che come parlamentari” e annuncia di aver chiesto alla capitaneria di porto di poter salire a bordo della Sea Watch. “Credo proprio -aggiunge- che questa richiesta non possano negarmela”.
Al presidio erano presenti anche tante famiglie e un gruppo di allievi dell’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico), che hanno intonato alcuni cori molto toccanti dedicati ai migranti. Il sindaco Italia, anch’egli presente, ha rivendicato il “diritto dei naufraghi ad essere aiutati e il dovere di chi svolge il ruolo di pubblico ufficiale a farlo, sulla base non solo della nostra Costituzione e delle leggi, ma anche di una legge morale, che viene molto prima di quella politica”. La comunità di Siracusa, al grido di “fateli scendere” lancia dunque un bel segnale di accoglienza e umanità, in attesa che qualcuno dall’alto dia una risposta positiva e umana, accettando la volontà di una città intera di prendersi cura dei migranti stremati dal viaggio e dal freddo.
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