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Sconti estivi, gli italiani hanno fatto il pieno a Eni

Fatti due conti, l’operazione di marketing della compagnia petrolifera avrebbe fruttato a bilancio oltre 400 milioni di euro di ricavi in più. Ecco perché

Semplice esercizio estivo: provare a stabilire chi, tra Eni e gli italiani, sia davvero ripartito. Facciamo un passo indietro e torniamo al video della conferenza stampa di lancio dell’iniziativa di marketing "Riparti con Eni", datata 14 giugno 2012. L’amministratore delegato Paolo Scaroni, dopo aver collocato la sua azione nel "solco matteiano", annunciava rispettivamente che: l’azienda -controllata dallo Stato per circa il 30%, ma "guai a chiamarla pubblica, è una pugnalata nel costato"- avrebbe distribuito, per un numero prestabilito di fine settimana (saranno 12 al termine) carburante a prezzo scontato ("circa l’11%") e che il Gruppo di Piazza Mattei, pur di "dare un passaggio agli italiani", ci avrebbe rimesso: "ogni litro che mettiamo in più", diceva, "perdiamo di più", definendo "ragionevole" il presunto "mancato guadagno" di 180 milioni di euro.

Terminata la reclàme, è tempo di conti, anche se il colosso petrolifero non ha mostrato precisi dati finali. Allora i calcoli li abbiamo fatti noi. Bilancio 2011 alla mano, sappiamo che Eni, lo scorso anno, ha venduto – nelle 4.700 stazioni sparse sul territorio italiano – poco più di 10,2 miliardi di litri di benzina e gasolio. Stando agli entusiastici comunicati post "Riparti con Eni" pare, perché esattezza non è possibile ottenere, che l’azienda di Scaroni abbia venduto, nei 24 giorni sotto la lente, presso le 3.300 stazioni aderenti (erano escluse quelle presenti in autostrada), 1 miliardo di litri, "quintuplicando" -per quanto dichiarato dalla compagnia- le vendite relative agli stessi periodi delle settimane precedenti.

Grazie a Martino Landi, presidente della Federazione Autonoma Benzinai Italiani (Faib) nonché distributore della stessa Eni, è stato possibile calcolare il fatturato complessivo registrato, al netto delle accise, dell’Iva e dell’esigua percentuale da riconoscere all’operatore. Circa 856 milioni di euro. Se Eni non avesse applicato lo "scontone" estivo, moltiplicando i litri medi giornalieri al 2011 per 3.300 stazioni, supponendo che il prezzo del carburante fosse 1,8€ (cifra indicativa) avrebbe incassato – come detto al netto delle accise, dell’Iva e della percentuale da riconoscere al distributore – poco meno di 470 milioni di euro.

Come si vede, il delta è lontano, molto lontano, dal "sacrificio" annunciato da Scaroni. In attesa del bilancio 2012, complimenti a Eni per il miracolo pubblicitario. Un "passaggio" che è le valso, nella peggiore delle ipotesi, 400 milioni di euro.

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