Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Ambiente

Rifiuti Tav: l’Italia rischia una procedura d’infrazione Ue

Da Firenze l’associazione Idra ha inviato alla Commissione europea in merito al nuovo regolamento sulle "rocce da scavo". Il caso: quasi 3 milioni di metri cubi da stoccare qualora venisse realizzato il sottoattraversamento Av del capoluogo toscano. 

L’Alta velocità di Firenze rischia di portare l’Italia verso l’apertura di una nuova procedura d’infrazione europea. La contestazione riguarda la riforma della modalità di classificazione delle “terre e rocce da scavo”, e in particolare quelle legate alla realizzazione delle cosiddette grandi opere. Rocce che non sarebbero più un rifiuto, ma un sottoprodotto riciclabile. 
A Bruxelles, e in particolare il Commissario europeo all’Ambiente, lo sloveno Janez Potočnik, si sono mossi dopo aver ricevuto, a fine luglio, un dettagliato reclamo in merito da parte dell’associazione toscana Idra (in allegato), inviato in particolare in relazione alla gestione dei circa 3 milioni di metri cubi di materiali da scavo che deriveranno dalla realizzazione del tunnel per il sotto attraversamento ferroviario Av della città di Firenze (vedi Ae 131). “I servizi della Commissione provvederanno a esaminare la Vostra denuncia secondo il pertinente diritto dell’Unione europea e Vi informeranno degli esiti dell’esame e dell’eventuale andamento della procedura d’infrazione” ha scritto Potočnik.
L’associazione sottolinea che il funzionario della Commissione Ion Codescu, capo unità dell’ufficio che si occupa di applicazione, coordinamento per le infrazioni e aspetti giuridici della Direzione Generale Ambiente, ha scritto all’associazione ricordando che “è prassi consolidata della Commissione contattare le autorità degli Stati membri interessati per chiedere informazioni o cercare soluzioni”. La pratica di Idra, scrive Codescu, potrebbe essere registrata e trattata nell’ambito di un progetto pilota, “EU Pilot”, che la Commissione ha recentemente attivato dopo aver “concordato con vari Stati membri di collaborare per rendere più rapido ed efficace questo processo di scambio di informazioni e di soluzione dei problemi”.

Intanto, a Firenze, i consiglieri comunali di opposizione Ornella De Zordo e Tommaso Grassi sottolineano che "l’unico organo di controllo dei lavori del nodo fiorentino dell’AV al momento non ha poteri”: l’Osservatorio ambientale sull’Alta velocità, infatti, “è senza poteri e funzioni di controllo sui cantieri in corso, a Campo di Marte come a Belfiore”, secondo una risposta della Giunta comunale a un’interrogazione urgente presentata da De Zordo e Grassi. “L’Accordo procedimentale’ è scaduto -affermano De Zordo e Grassi- dal marzo 2011 secondo noi, dal 30 aprile 2012 e con ‘regime di prorogatio’ dal 15 giugno 2012 secondo la Giunta, che tuttavia nella risposta non supporta la propria tesi con l’indicazione di precisi atti amministrativi. Comunque sia, è confermato che l’Osservatorio Ambientale adesso è senza poteri”.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati