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Renzi sblocca anche CDP
Un articolo del decreto "Sblocca Italia" è dedicato a Cassa depositi e prestiti. Il governo interviene per allargare e potenziare l’operatività della società per azioni controllata dal ministero del Tesoro, nata per finanziare gli enti locali. Adesso la Cassa potrà dar credito anche a privati impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, anche in funzione di promozione del turismo, ambiente e efficientamento energetico. L’analisi di Luca Martinelli, co-autore per Ae de "La posta in gioco" (il 20 settembre il libro a PordenoneLegge)
Un capitolo speciale dello “Sblocca Italia”, l’articolo 10, è tutto dedicato a Cassa depositi e prestiti. Più il Paese reale va a fondo, più il “fondo sovrano” italiano ha bisogno -citiamo dall’intestazione dell’articolo- di un potenziamento della propria operatività, di allargare cioè il campo d’azione in cui spaziare, forte delle risorse messa a disposizione dal risparmio postale.
Nello specifico, lo “Sblocca Italia” interviene su un paio di commi dell’articolo 5 della legge 326 del 24 novembre 2003, ovvero quello che ha trasformato la Cassa depositi e prestiti in una società per azioni, aprendo le porte alla successiva privatizzazione di una parte del capitale e a una gestione totalmente “opaca” di CDP (in coda a quest’articolo, trovate l’articolato originario, ormai completamente stravolto).
Dei ventisette commi dell’articolo 5, sono due quelli toccati profondamente dalle disposizioni contenute nello Sblocca Italia, il 7 e l’11, in un intreccio di modifiche da ricostruire con attenzione, per provare a capire che cosa potrà fare, adesso, la Cassa.
Citare ogni singolo comma rendere forse più difficile la lettura, ma è l’unico modo per “orientarci” ed orientare il lettore attraverso interventi di modifica che -volutamente- sono complessi e di non facile intelligibilità.
Intanto, la modifica della comma 7 lettera a) ci dice che Cassa depositi e prestiti, utilizzando “fondi rimborsabili sotto forma di libretti di risparmio postale e di buoni fruttiferi postali” potrà finanziare non solo lo Stato, le Regioni e gli enti locali ma anche “soggetti privati per il compimenti di operazioni nei settori di interesse generale individuati ai sensi del successivo comma 11 lettera e)”.
Il comma 11 lettera e), dipende a sua volta dal comma 8, che è quello in cui si fa riferimento a partecipazioni, “partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale”, ma anche alla possibilità di “acquistare obbligazioni bancarie garantite emesse a fronte di portafogli di mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali”. Fa riferimento -inoltre- allo stesso comma 7 lettera a) dell’articolo, e specifica che il finanziamento –che è garantito dallo Stato, come pagatore di ultima istanza– può essere destinato a “ogni altra operazione di interesse pubblico prevista dallo Statuto sociale della CDP spa”, uno statuto che viene sovente modificato, con decisioni del consiglio d’amministrazione della Cassa, che non devono né possono essere ratificate da alcun organismo elettivo, per “allargare”, appunto, il raggio d’azione della stessa.
Utilizzando i fondi provenienti dall’emissione di titoli, o dall’assunzione di finanziamenti (ad esempio, quelli della Banca europea d’investimenti, come dimostra il caso Passante di Mestre, più volte trattato su Ae e nel libro “La posta in gioco”), invece, fino al 12 settembre CDP poteva finanziare “opere, impianti e reti” destinati alla fornitura di servizi pubblici e alle bonifiche. Un margine troppo stretto, che è stato ampliato a dismisura intervenendo sulla lettera b) del comma 7 dell’articolo 5, che apre al finanziamento di “iniziative di pubblica utilità (lo stesso Sblocca Italia, come spiega Pietro Dommarco nella sua analisi per altreconomia.it, considera pubblica utilità ogni investimento in campo energetico, per quanto riguarda ricerca, prospezione e sfruttamento di giacimento di petrolio e gas, nonché infrastrutture necessarie al trasporto e allo stoccaggio del gas, ndr) nonché investimenti finalizzati a ricerca, sviluppo, innovazione, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, anche in funzione di promozione del turismo, ambiente e efficientamento energetico, in via preferenziale in cofinanziamento con enti creditizi e comunque”.
Ecco aprirsi le porte per una valorizzazione in proprio dei beni del Demanio civile e militare che Cassa depositi e prestiti ha acquistato nel corso degli ultimi anni dagli enti locali e dal ministero della Difesa.
C’è, infine, nello Sblocca Italia un intervento di sostituzione importante, nel testo della lettera e-bis) del comma 11 dell’articolo 5 della legge che ha trasformato CDP in società per azioni, che a sua volta fa riferimento al comma numero 8 e 8-bis, -ter e -quater, ovvero quelli che -come abbiamo visto poco sopra- permettono a CDP spa di assumere partecipazioni (come quella in ENI, ad esempio), “partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale”, ma anche “acquistare obbligazioni bancarie garantite emesse a fronte di portafogli di mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali”. Prima, potevano essere garantite dallo Stato -secondo modalità definite per decreto dal ministero dell’Economia e delle finanze- le esposizioni assunte o previste “ai sensi dela comma 7, lettera a)”, cioè quelle rivolte fondamentalmente ad enti pubblici. Adesso, con l’intervento di sostituzione che trova spazio nello “Sblocca Italia”, il ministero dell’Economia, con atti dirigenziali, avrà la possibilità di allargare la “garanzia dello Stato” a ulteriori settori d’intervento, nell’ambito delle partecipazioni e delle cartolarizzazioni.
Postilla. Questo era -in origine- il comma 7 dell’articolo 5 nella Legge 24 novembre 2003, n. 326, “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, recante disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell’andamento dei conti pubblici"
7. La CDP S.p.a. finanzia, sotto qualsiasi forma:
a) lo Stato, le regioni, gli enti locali, gli enti pubblici e gli organismi di diritto pubblico, utilizzando fondi rimborsabili sotto forma di libretti di risparmio postale e di buoni fruttiferi postali, assistiti dalla garanzia dello Stato e distribuiti attraverso Poste italiane S.p.a. o società da essa controllate, e fondi provenienti dall’emissione di titoli, dall’assunzione di finanziamenti e da altre operazioni finanziarie, che possono essere assistiti dalla garanzia dello Stato;
b) le opere, gli impianti, le reti e le dotazioni destinati alla fornitura di servizi pubblici ed alle bonifiche, utilizzando fondi provenienti dall’emissione di titoli, dall’assunzione di finanziamenti e da altre operazioni finanziarie, senza garanzia dello Stato e con preclusione della raccolta di fondi a vista. La raccolta di fondi e’ effettuata esclusivamente presso investitori istituzionali.