Interni
Prostitute, mai per scelta
Oltre il 30% delle vittime di tratta arriva dalla Nigeria. Solo il 2,2% delle ragazze, però, è consapevole che sarà costretta a vendersi
La prostituzione straniera in Italia ha inizio nei primi anni 90, mostrando caratteristiche molto diverse rispetto a quanto conosciuto fino ad allora, a causa del suo intreccio con l’immigrazione e il traffico di esseri umani. Nonostante le diverse modalità di reclutamento, trasferimento e sfruttamento, un denominatore comune per queste donne è rappresentato dal desiderio di emanciparsi. Solo una volta inserite nel circuito del traffico e dello sfruttamento viene loro rivelato di essere destinate alla prostituzione. Nel caso delle nigeriane, soltanto il 2,2% ne è a conoscenza prima di lasciare il Paese d’origine. 23 anni è l’età media, il 92,8% di loro si prostituisce in strada: la Nigeria è inoltre il secondo Paese in termini di provenienza delle vittime (30,8% dei casi), preceduto dalla Romania (41,9%) e seguito dall’Albania (7,3%). L’80,5% delle nigeriane possiede un titolo di studio elementare o medio; il 15,8% non ne possiede nessuno; il 14,3% di loro è analfabeta.
Per queste donne -private della loro libertà, senza documenti, con una conoscenza rudimentale dell’italiano e confinate all’interno della comunità dei connazionali, quando non segregate in un appartamento-, l’assoggettamento è alimentato anche da pesanti minacce e violenze nei loro confronti e verso i familiari. Pertanto, si è reso necessario uno strumento legislativo che tenesse conto di tutti questi elementi, che si è concretizzato nell’articolo 18 del decreto legislativo 286/98: oltre a prevedere le condizioni di “violenza, grave sfruttamento e pericolo concreto” per la donna, stabilisce la possibilità di accedere a “programmi di assistenza e integrazione sociale”, con il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari convertibile in permesso di lavoro (dati tratti dal Rapporto 2011 “Catene invisibili-Strumenti e dati per comprendere la prostituzione straniera e promuovere percorsi emancipativi” di Orim e Fondazione Ismu). In quest’ambito, il ministero delle Pari opportunità ha attivato dal 2000 il numero verde 800-29.02.90. Primi destinatari sono le persone vittime di tratta soggette a ogni forma di sfruttamento, ma possono comunque far pervenire segnalazioni anche cittadini, forze dell’ordine, enti, associazioni, servizi sociali, socio-sanitari e sanitari territoriali. —