128 pp / 13×20 cm / maggio 2019
“Come emerge dall’ultimo report di Front Line Defenders, la criminalizzazione si riconferma anche nel 2018 la tattica più utilizzata dai governi di tutto il mondo per fermare i difensori dei diritti umani”
I protagonisti di questo libro sono donne e uomini coraggiosi che hanno scelto di difendere in modo nonviolento i diritti umani, l’ambiente, le comunità dai soprusi dei potenti. A tutti i costi. Ma non vogliono essere chiamati eroi.
Sono testimoni scomodi, pietre d’inciampo, lottatori pacifici. I difensori e le difensore dei diritti umani sono persone che -spesso lontano dai riflettori e in aree remote del pianeta- rischiano la vita per proteggere i più deboli, la propria comunità, le minoranze discriminate, i diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
Spesso i piani si sovrappongono: difendendo il fiume sacro per una comunità, difendo i diritti e la dignità di un popolo oltre all’ambiente. Spesso le conseguenze di questo impegno sono tragiche.
“Solo nel 2018 sono stati 321 i “difensori” uccisi nel mondo: eppure sono loro a chiederci di raccontare le loro storie di ostinata resistenza senza retorica”
Tra gli altri, Nurcan Baysal, giornalista che denuncia le discriminazioni sofferte dai curdi in Turchia; Saydia Gulrukh, attivista che in Bangladesh non si stanca di chiedere un giusto salario e maggiore sicurezza sul lavoro; Veronika Lapina che in Cecenia sfida una cultura retriva per difendere le persone LGBT; Marco Omizzolo che in Italia, nonostante le minacce, rivendica i diritti dei migranti sfruttati.
Persone che non sono rimaste in silenzio e che, in fondo, difendono anche il nostro diritto al futuro, alla bellezza, a un mondo più sicuro, senza guerre e ingiustizie.
Con la prefazione di Andrew Anderson, direttore esecutivo di Front Line Defenders, organizzazione che protegge coloro che lavorano -in modo nonviolento- per sostenere i diritti umani e ambientali: frontlinedefenders.org
Immagine di copertina: Geovani Krenak (foto di Olivier Papegnies e Johanna de Tessières, Collectif Huma).
La citazione
“La mia speranza resta viva grazie a persone che forse non sono famose a livello internazionale, ma sono volti noti all’interno della comunità di chi difende i diritti umani. A differenza di chi promuove solo se stesso e i suoi interessi privati” (Zeid Ra’ad Al Hussein, ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani)
Rassegna stampa
#buonenotizie – Corriere della sera – 8 ottobre 2019
Il Fatto Quotidiano – 17 settembre 2019 – “Non chiamatemi eroe’: le testimonianze di chi reagisce alle ingiustizie”.
Radio Popolare Gironi migliori – microfono aperto, 1 luglio 2019 – Intervista a Ilaria Sesana e Lorena Cotza
Radio 3 Mondo, 21 giugno 2019 – Intervista a Lorena Cotza
Il Manifesto, Extra Terrestre, pag. 7 di Luca Martinelli
“[…] sono donne e uomini “normali”, che hanno fatto una scelta radicale, mettendo a rischio anche la propria vita […]”
Indice
HANNO UCCISO IL FIUME SACRO
Geovani Krenak – Brasile
CRONACHE DAL MEDIOEVO DEL CAUCASO
Veronika Lapina – Russia
STORIA DI UNA DONNA DISARMANTE
Margaret Arach Orech – Uganda
L’AVVOCATO DELLE CAUSE UMANE
Henry Tiphagne – India
UNA SCIA DI ARGENTO E SANGUE
Comunità di Imider – Marocco
LA RESISTENZA DELL’ACQUA
Isabel Cristina Zuleta, Movimiento Rios Vivos Antioquia – Colombia
LIM, PASIONARIA IN UN PAESE IN VENDITA
Lim Kimsor – Cambogia
“LA NOSTRA LOTTA È ANCHE LA VOSTRA”
Fred Bauma – Repubblica Democratica del Congo
DISFARE LA TRAMA DELLO SFRUTTAMENTO
Saydia Gulrukh – Bangladesh
DOVE LA DENUNCIA HA UN SAPORE AGRO
Marco Omizzolo – Italia
LA RESISTENZA VIVE SULLA CORDILLERA
Joanna K. Cariño – Filippine
CONTRO LE DEPORTAZIONI CON LA MENTE E IL CORPO
Ruth Potts – Gran Bretagna
A MANI NUDE CONTRO IL RAZZISMO
Ana Maria Belique – Repubblica Dominicana
LA FORZA DELLE PAROLE IN DIFESA DEL POPOLO CURDO
Nurcan Baysal – Turchia
L’intervento
SIAMO TUTTI “DIFENSORI”
Intervista a Guadalupe Marengo, direttrice del Global Human Rights Defenders Programme di Amnesty International
Prefazione
“Proclamiamo i diritti umani ad alta voce”
di Andrew Anderson
[…] ho sempre pensato che chi lotta per difendere i diritti umani riesca ad avere un impatto immenso, e di lunga durata. Gli autocrati e i fascisti sembrano essere d’accordo con me, ed è per questo che investono così tante risorse ed energie per minacciare, perseguitare, diffamare, incarcerare e uccidere chi difende i diritti delle persone più vulnerabili.
Come dice la terza legge di Newton, “ad ogni azione corrisponde sempre una uguale e opposta reazione”: nel caso dei difensori dei diritti umani è l’impatto, la forza delle loro azioni a determinare il livello di repressione che si trovano a dover affrontare. A livello globale, gli attacchi contro chi difende i diritti umani, contro i giornalisti indipendenti e la società civile continuano a crescere e diventano sempre più brutali, ma questo paradossalmente dimostra anche la crescente forza del movimento per i diritti umani. Ci sono sempre più difensori e difensore, in un numero sempre più alto di Paesi nel mondo, che lavorano su una quantità sempre maggiore di tematiche.
[…]
Nel dicembre 2018, Front Line Defenders ha avuto l’onore di ricevere il Premio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. È stato un momento straordinario, e siamo stati particolarmente felici del fatto che a ritirare il premio, durante la cerimonia a New York, sia stata Maryam Al-Khawaja, attivista del Bahrain e figlia del nostro ex-collega Abdulhadi, che sta scontando l’ergastolo a causa del suo attivismo e ha già trascorso otto anni in prigione. Questo premio, per noi, è un modo per ricordare e celebrare il contributo di attivisti come Abdulhadi, e per ribadire che non ci arrenderemo, e continueremo a batterci per la liberazione del nostro amico e degli altri difensori ingiustamente in carcere.
Come emerge dall’ultimo report di Front Line Defenders, la criminalizzazione si riconferma anche nel 2018 la tattica più utilizzata dai governi di tutto il mondo per fermare i difensori. E nei casi più estremi, chi vuole fermarli arriva anche a ucciderli. L’anno scorso, almeno 321 difensori e difensore dei diritti umani sono stati assassinati. Tre quarti delle vittime difendevano i diritti dell’ambiente e dei popoli indigeni, generalmente nel contesto di mega-progetti e industrie estrattive. Il livello di impunità per questi omicidi è strettamente correlato alla corruzione che spesso accompagna questi progetti: gli interessi in gioco sono altissimi.
Eppure, nonostante gli arresti, la persecuzione e gli omicidi, in tutto il mondo i difensori e le difensore dei diritti umani continuano a portare avanti il loro prezioso lavoro. Rifiutano di tacere, rifiutano l’indifferenza. E ci chiedono di fare altrettanto: per sostenerli, per lottare contro la censura e l’indifferenza, dobbiamo far di tutto per ascoltare, amplificare e far sentire le loro voci.
Non possiamo restare in silenzio.
Andrew Anderson è il direttore esecutivo di Front Line Defenders. Ha assunto tale ruolo nel novembre 2016 ed è stato in precedenza vicedirettore dell’organizzazione per 13 anni. Prima di entrare in Front Line Defenders, ha lavorato presso il Segretariato Internazionale di Amnesty International dove è stato Direttore del Campaigning and Crisis Response Programme e poi Direttore dell’Africa Programme.