Economia
Nestlé anti-sindacale in India
Negli ultimi 12 mesi gli utili per Nestlè India sono cresciuti del 29,1% e le vendite del 23,4%. Solo gli stipendi dei lavoratori indiani sono aumentati del 6%, ben al di sotto del livello di inflazione, che nel giugno 2008…
Negli ultimi 12 mesi gli utili per Nestlè India sono cresciuti del 29,1% e le vendite del 23,4%. Solo gli stipendi dei lavoratori indiani sono aumentati del 6%, ben al di sotto del livello di inflazione, che nel giugno 2008 ha raggiunto il record dal maggio 1995, sfiorando l’11,42% su base annuale.
Gli stipendi reali e il potere di acquisto dei lavoratori è drasticamente diminuito, rendendo così impossibile affrontare il caro vita, che in India da due anni ha visto crescere costantemente il prezzo dei beni alimentari. L’associazione che rappresenta i 1.350 lavoratori dei 4 stabilimenti Nestlè in India ha indetto proteste e fatto pressione sulla dirigenza, affinché acconsentisse a una contrattazione di stipendi più equi. Ma la risposta della multinazionale è stata il divieto di ogni tipo di assemblea nel raggio di 200 metri da ogni stabilimento, negando così i principali diritti di riunione e sciopero dei lavoratori. Nonostante questo, la Iuf, International Union of Food workers (www.iuf.org), dal 23 aprile ha organizzato dimostrazioni settimanali che andranno avanti ininterrottamente per un mese, culminando in una manifestazione finale il 25 maggio.
Non è la prima volta che Nestlè riserva questo tipo di trattamento ai propri dipendenti.
Nel settembre 2008 i lavoratori dello stabilimento Nescafé a Panjang in Indonesia, hanno manifestato richiedendo un aumento di stipendio, coerentemente con la crescita del costo della vita e dei profitti realizzati dalla multinazionale. Il management della Nestlè ha cercato di sostituire la legittima associazione dei lavoratori con un team interno alla società che si occupasse direttamente della negoziazione e dell’aumento degli stipendi.
Anche nello stabilimento russo Kitkat di Perm i dirigenti hanno rifiutato di rendere pubbliche le scale di adeguamento degli stipendi, definendole “segreto commerciale”, in aperta violazione delle Convenzioni Ilo (l’Organizzazione internazionale del lavoro), stipulate per promuovere a livello internazionale eque condizioni di lavoro e di retribuzione. In questo caso la vicenda si è conclusa a favore dei lavoratori russi a cui nel giugno 2008, grazie all’intervento della Iuf, è stato riconosciuto il diritto inviolabile di contrattare i propri stipendi.