Cultura e scienza / Approfondimento
Vedere con le parole: quando l’arte è davvero per tutti
Quadri “raccontati” perché siano immaginati anche da persone ipovedenti, guide e manuali realizzati per essere comprensibili anche da persone con disabilità cognitive: ecco come i musei garantiscono il diritto alla cultura
“Il quadro raffigura in modo realistico un giovane uomo e una giovane donna stretti in un abbraccio appassionato, mentre si baciano sulle labbra con trasporto”. Elena Lazzaroni, del team Servizi educativi della Pinacoteca di Brera di Milano, legge lentamente una descrizione del quadro alle sue spalle: “Il bacio” del pittore milanese Francesco Hayez. “Il giovane, più alto, si china sull’amata per baciarla, fermandole dolcemente la testa tra le mani: con la destra le solleva delicatamente il viso e con la sinistra le sostiene la nuca”. Nel gruppo di visitatori davanti a lei ci sono anche persone con disabilità visiva che, grazie all’accuratezza della descrizione, riescono a ricostruire la postura dei due amanti, i gesti delle mani, l’orientamento del volto, i colori delle vesti e la composizione della scenografia.
“Il bacio” è una delle tre opere della Pinacoteca di Brera incluse nel progetto “DescriVedendo” promosso dall’Associazione nazionale subvedenti (ANS) e che ha “debuttato” a Milano nel dicembre 2017 con una prima descrizione pubblica della “Scuola dei gladiatori” di De Chirico conservata presso la Casa Boschi di Stefano. Restando tra le mura della Pinacoteca, oltre al capolavoro di Francesco Hayez, le persone con disabilità visiva hanno la possibilità di ammirare la “Cena in Emmaus” di Caravaggio e di “Il Cristo e la Samaritana al pozzo” di Annibale Carracci. Mentre le descrizioni de “Il Cristo morto” del Mantegna e lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello verranno realizzate nei prossimi mesi. “Il compito di un museo non è semplicemente quello di custodire e tramandare le opere d’arte -spiega Elena Lazzaroni-. Il nostro compito è ‘mediare’, rendere le nostre opere accessibili a quante più persone possibili. Pensiamo alle didascalie: ci sono quelle in italiano, quelle in inglese e quelle per i bambini: la descrizione per ipovedenti e non vedenti è una forma diversa di didascalia”.
Cuore di questo progetto è la descrizione delle opere d’arte (quadri, statue o reperti archeologici) il più possibile oggettiva, che permetta alle persone con disabilità visiva di visualizzarle nella propria mente. La descrizione -che avviene secondo linee guida stilate dal team DescriVedendo- è frutto di un lavoro paziente di scrittura e confronto. Il testo finale viene poi letto da un gruppo di validatori (tra i 50 e i 100) che suggeriscono eventuali correzioni, fino ad arrivare alla stesura finale: “Ci sono volute cinque riscritture per la ‘Cena in Emmaus’ e tre per ‘Il bacio’”, spiega Rosa Garofalo, coordinatrice del progetto per l’Associazione nazionale subvedenti che, oltre alla Pinacoteca di Brera sta collaborando anche con il Museo del Novecento e il Cenacolo Vinciano. “La forza di ‘DescriVedendo’ -conclude Garofalo- sta nel fatto che permette a tutti, persone con disabilità e non, di godersi una visita al museo e di farlo assieme ad altri visitatori, in un’ottica pienamente inclusiva: chi non vede può fruire delle opere d’arte, mentre per gli altri rappresenta un’occasione per osservare davvero le opere d’arte in maniera più lenta e approfondita”.
Il diritto delle persone con disabilità “alla partecipazione alla vita culturale, alla ricreazione, al tempo libero e allo sport” è sancito dall’articolo 30 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia nel 2009). Un testo in cui si afferma non solo il diritto all’accessibilità fisica dei luoghi della cultura, ma anche “l’accesso ai materiali culturali in formati accessibili”. “Se la persona con disabilità motoria ha diritto a trovare una rampa o un ascensore per accedere al museo, chi ha una disabilità intellettiva deve trovare guide e manuali che facilitino la comprensione delle opere d’arte”, spiega Carlo Riva, direttore dell’associazione “L’abilità” di Milano che nel 2015 ha promosso il progetto “Museo per tutti”. In questi anni ha consentito di costruire strumenti e percorsi specifici per persone con disabilità intellettiva presso il Museo Archeologico San Lorenzo di Cremona, il Castello de Albertis di Genova, la Reggia di Venaria Reale a Torino, la Galleria Nazionale di Roma e il Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino (Firenze). Il progetto prevede la costruzione -in modo condiviso e partecipato- di materiali fruibili alle persone con disabilità intellettiva, percorsi di formazione agli operatori museali, percorsi educativi ad hoc e guide di lettura facilitata.
“Il compito di un museo non è semplicemente quello di custodire le opere d’arte, ma rendere le opere accessibili a quante più persone possibili” – Elena Lazzaroni
Un esempio, in questo senso, sono le guide “Easy to read”, scritte secondo un linguaggio codificato a livello europeo che indica le regole da seguire per scrivere un testo comprensibile anche da persone con disabilità cognitiva. Occorre prestare attenzione alla font utilizzata, al colore e alle dimensioni del carattere; lessico e grammatica sono semplificati, il testo viene scritto su una sola colonna. Ma le regole di scrittura non riguardano solo lo stile, molta attenzione viene prestata anche ai contenuti. “Tutti i concetti vengono spiegati, non viene dato nulla per scontato. Nella guida che abbiamo realizzato per la mostra ‘Il Regime dell’arte’ in programma al Museo Civico di Cremona, in cui si fa riferimento al periodo fascista, abbiamo spiegato che cos’è stato il fascismo e vari riferimenti storici dell’epoca”, spiega Darío Garzarón Calderero, responsabile del progetto “Ci sei nei musei?” promosso da Anffas Cremona. Tra ottobre 2017 e febbraio 2018, l’associazione si era già cimentata con i materiali della mostra dedicata al Genovesino (pittore che ha lavorato a Cremona nel Seicento) grazie a un progetto sostenuto dal Comune di Cremona.
Il linguaggio “Easy to read” non riguarda però solo le regole grammaticali o l’impaginazione: le persone con disabilità intellettiva sono protagoniste e parte attiva dell’elaborazione e della stesura delle guide. “Prendiamo i testi dei cataloghi e facciamo delle sessioni di gruppo nelle quali hanno un ruolo centrale le persone con disabilità -spiega Garzarón Calderero-. Una volta ultimata la scrittura, testiamo sul campo la guida. Se c’è chi non capisce una frase aggiustiamo il testo”. Una convenzione stipulata tra Anffas Cremona e il Comune nel maggio 2018 ha istituzionalizzato la collaborazione tra le due realtà: l’associazione renderà accessibili i materiali di tutte le mostre temporanee che si svolgono nei musei civici. “In futuro vorremmo tradurre anche i testi delle collezioni permanenti”, conclude Darío Garzarón Calderero.
“Il museo ha il compito di garantire a tutti il diritto alla cultura”, riflette Donata Pesenti, conservatore e curatore capo del Museo nazionale del Cinema di Torino: privo di barriere architettoniche, dal 2006 è impegnato a garantire l’accessibilità alle sue iniziative (sia per le mostre temporanee sia per le aree permanenti) anche a chi ha una disabilità sensoriale o cognitiva. L’area dedicata all’Archeologia del cinema, ad esempio, è stata allestita con una particolare attenzione a queste esigenze: didascalie digitali (con opzione di ingrandimento del testo), modelli da toccare, pannelli visivo-tattili e testo ad alta leggibilità, modelli tattili da esplorare con le mani, QR code attraverso i quali è possibile visualizzare sul proprio smartphone appositi video in Lingua italiana dei segni e sottotitolati. “La sfida è stata quella di prendere in considerazione le esigenze di accessibilità sensoriale e cognitiva anche per persone con disabilità già durante la fase di progettazione dell’allestimento e non, come avviene solitamente, in una fase successiva -spiega Pesenti-. L’obiettivo è quello di dare a tutti la possibilità di muoversi nel museo con facilità e in base ai propri interessi”.
“Tutti i successivi ri-allestimenti della mostra permanente seguiranno questi criteri -spiega Paola Traversi, responsabile dei servizi educativi-. Stiamo lavorando per realizzare materiali dedicati a bambini e ragazzi con autismo, che potranno essere scaricati dal nostro sito e usati dalle famiglie per preparare la visita”.
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