Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Altre Economie

Meno scaffali, più cantine

Cala del 3,6% il volume di vino confezionato venduto nella Gdo: è la prima volta che accade in dieci anni. Cresce, invece, il "biologico". Anche se resta faticosa la strada per un vino "naturale, artigianale, conviviale", quella della relazione e della fiducia tra produttori e consumatori che tracciamo in "Vino critico" (in uscita per Ae edizioni)

È successo nel 2012: per la prima volta negli ultimi 10 anni sono diminuite le vendite di vino nei supermercati, con un calo per il totale del vino confezionato del 3,6% a volume rispetto al 2011.
Questo il dato principale che emerge dall’anteprima della ricerca di SymphonyIRI Group sull’andamento del mercato del vino e sui vini più venduti nella grande distribuzione nel 2012. A queste cifre fa da contraltare la notizia che il vino "naturale" -sia pure con parametri laschi- avrà un intero padiglione dedicato al prossimo Vinitaly. Anche le cifre restano contraddittorie: nel 2012, ad esempio, la spesa per le bottiglie biologiche è cresciuta -complessivamente- del 7,3%, dopo il più 9% messo a segno nel 2011. Ma la crescita delle superfici vitate e convertite al biologico, che pur rappresentano oggi l’8% del vigneto italiano (53.000 ettari), ha subito uno stop, come l’aumento della superficie in conversione (i dati sono quelli del Sinab, Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica).

L’analisi dettagliata delle statistiche di SymphonyIRI Group evidenzia che il 2012 è stato un anno caratterizzato da un forte aumento dei prezzi dei vini nella Gdo: del 5,5% per il totale del vino confezionato, del 4,5% a litro per le bottiglie di 75 cl a denominazione d’origine e del 10,1% per i brik. La fascia di prezzo tra 2 e 4 euro copre ancora la maggiore quota di mercato, quasi il 50%.
Il vino più venduto nei supermercati italiani è il Lambrusco, con più di 14 milioni di litri. Seguono Chianti, Montepulciano d’Abruzzo, Barbera, Bonarda. Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che fanno registrare una maggior crescita a volume, boom del Pecorino con un + 23,8%, seguito da Pignoletto, Grillo, Traminer, Falanghina.

Nonostante la tendenza negativa, aumentano del 3,3% le vendite del vino in bottiglia a denominazione d’origine, nella fascia di prezzo superiore ai 6 euro. Così come aumentano le vendite delle bottiglie a denominazione "a marca commerciale", distribuite dalle insegne della Gdo con nomi di fantasia o col proprio nome. "Oltre alle preferenza accordate in modo sempre crescente alla marca commerciale abbiamo rilevato, e credo continueremo a farlo nel 2013, un aumento delle vendite a volume per i vini di prezzo superiore ai 6 euro, un forte segnale che attesta la ricerca, oltre che della convenienza, anche della qualità", ha commentato Alberto Coldani, rappresentante di Federdistribuzione a Vinitaly 2013 -l’Associazione che rappresenta la maggioranza delle aziende della Gdo, nonché Direttore Acquisti PGC di Carrefour-. Prendiamo nota del commento, sperando che siano ben altre le qualità che il consumatore ricercherà nel vino.

Le questioni restano altre: anche se sancrispini e tavernelli scendono dell’1,7% non c’è da fare salti di gioia; e neppure rallegra il fatto che dalla vendemmia 2012 si potrà scrivere “vino biologico” in etichetta e questo renderà l’Italia il primo Paese produttore di vino biologico in Europa, davanti a Francia e Spagna: il problema è che la nuova normativa europea definisce parametri di vinificazione biologica che differiscono ben poco da quella convenzionale. La strada per un vino "naturale, artigianale, conviviale" resta un’altra. Quella più lunga e faticosa, della relazione e della fiducia tra produttori e consumatori. La tracciano – quasi sempre a mano – i vignaioli di "Vino critico", libro da metà marzo disponibile qui sul sito e tra qualche giorno anche in bottega e libreria.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.