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Altre Economie

L’essenza del sapone

Lavarsi è uno stile di vita, alla cui base ci sono olio extravergine d’oliva, piccoli produttori artigiani, materie prime biologiche ed equosolidali Un intenso profumo esce dal laboratorio de “la Saponaria”. È qui, a Fano (Pu), che Luigi e Lucia…

Tratto da Altreconomia 115 — Aprile 2010

Lavarsi è uno stile di vita, alla cui base ci sono olio extravergine d’oliva, piccoli produttori artigiani, materie prime biologiche ed equosolidali

Un intenso profumo esce dal laboratorio de “la Saponaria”. È qui, a Fano (Pu), che Luigi e Lucia creano artigianalmente saponi naturali, unguenti, imbottigliano oli vegetali da massaggio e oli essenziali. Luigi mostra un enorme cubo di legno, che serve per fare solidificare i 50 chili di sapone di ogni lotto di produzione. Lo hanno fatto costruire sul modello degli stampi smontabili di una volta. Accanto sono allineate delle fette di sapone appena estratte dallo stampo, ancora da tagliare.
Luigi ha iniziato nel 2001 a fare esperimenti di saponificazione nel garage dei genitori, e poi ha continuato assieme a Lucia. È stato il gruppo d’acquisto solidale (Gas) di Pesaro ad incentivare la loro attività casalinga: alcune famiglie amiche acquistavano i loro prodotti in via informale. Ora Luigi e Lucia, neanche trentenni, sono una s.a.s. (società in accomandita semplice) con un fatturato annuo in crescita, che nel 2008 è stato sui 60mila euro.
Il 60% della formulazione dei loro saponi è costituita da olio extravergine d’oliva umbro. “Vogliamo fare un sapone il più locale possibile -afferma Luigi-, con ingredienti possibilmente biologici, prodotti in piccola scala”. Tra i loro fornitori c’è Mirko, apicoltore e agricoltore biodinamico romagnolo, con cui hanno creato un rapporto di scambio non monetario. In cambio dei prodotti delle sue arnie, Mirko riceve saponi. Solo dopo lunghe ricerche sono riusciti a trovare il burro di karitè biologico, dal Ghana. “La nostra politica è così: vietato accontentarsi -racconta Luigi-. Siamo in continua ricerca di fornitori migliori, di materie prime con certificazioni più precise…”. Dal 2010 tutti gli oli vegetali provengono da agricoltura biologica. Ora stanno sperimentando la colorazione blu dal guado coltivato nelle Marche, all’interno del Centro di educazione ambientale Oasi San Benedetto (www.oasisanbenedetto.it). Stessa filosofia per gli imballaggi, con un impegno alla loro riduzione e alla ricerca di materiali riciclati o riciclabili. “Quando ne abbiamo la possibilità, facciamo le spedizioni con scatoloni di recupero” racconta Lucia (che è socia della cooperativa di Altreconomia). Sono riusciti a trovare vasetti in vetro riciclato e confezioni in plastica certificate Ecocert, che garantisce un packaging in plastica leggera completamente riciclabile e un basso impatto ambientale nella fase di produzione.
Luigi e Lucia sono nati come autoproduttori casalinghi e a questo approccio sono rimasti legati, tanto che vendono anche tutte le materie prime necessarie per l’arte della saponificazione e tengono corsi per chi ci si voglia cimentare. “Sappiamo per esperienza personale tutte le difficoltà che si incontrano a fare i saponi da sé, per questo vogliamo aiutare e stimolare le persone che abbiano voglia di farlo -spiega Luigi-. Il nostro obiettivo è far sì che la cultura della saponificazione si diffonda”. L’autoproduzione coinvolge anche la grafica, dal packaging al sito, gestita da Lucia.
Hanno entrambi un altro lavoro, entrambi in ambito “etico”. Il sogno di Luigi è però quello di rendere il laboratorio sostenibile anche dal punto di vista economico per poter vivere solo con “la Saponaria”.
I prezzi sono volutamente contenuti. Una saponetta da 100 grammi costa 3 euro, l’olio essenziale di arancio 5,50, mentre 100 millilitri di olio di jojoba biologico costano 12 euro. All’inizio Luigi e Lucia andavano per le fiere di paese, ora le vendite si concentrano ai Gas del centro Italia, qualche raro negozio ed entro la prima metà del 2010 ci sarà anche la possibilità di acquistare con l’e-commerce direttamente dal loro sito internet (www.lasaponaria.com).
Trasformano olio, oli essenziali ed erbe di alcuni agriturismi e producono conto terzi anche per altri piccoli laboratori di cosmetici e bed&breakfast. La costruzione di reti e di rapporti tra piccole realtà è al centro dei progetti de la Saponaria. “Sono finalmente riuscito a trovare la possibilità di fare un tensioattivo da olio di oliva biologico italiano”, racconta Luigi. Servirà come componente principale dell’imminente nuovo bagnodoccia liquido, realizzato in collaborazione con Pierpaoli, il laboratorio dove viene prodotta anche la linea Lympha (vedi sotto). Un sogno è quello di “creare una rete tra i piccoli laboratori cosmetici italiani -spiega Luigi-, e magari un marchio, slegato dai dettami dei disciplinari della bio-ecocosmesi, che comprenda tra i parametri di qualità anche la coerenza nella propria vita privata e la passione per il proprio lavoro”.

Il laboratorio a km0
Filiera corta e reti tra produttori: la ricetta di "Mimi e Coco"
Mimi e Coco sono due complici burlone. Erano viste così ai mercatini Melissa e Catiuscia, le due sorelle fondatrici della ditta individuale “Mimi e Coco”, che produce artigianalmente saponi, cosmetici naturali e sacchetti per la termoterapia contenenti noccioli di ciliegio, semi d’uva e pula di farro. Dal 2000 Coco ha lasciato il posto a Markus, il marito peruviano-svizzero di Melissa, fiorentina doc. Mimi e Coco è la loro unica attività da una decina di anni.
“I miei nonni facevano abitualmente il sapone due volte l’anno -racconta Melissa-, per me è stato naturale cominciare a farlo”. Melissa e Markus lavorano in una vecchia roccatura in mattoni a Prato, da cui non vedono l’ora di andarsene: nella casa in campagna dove abitano non c’è spazio per il laboratorio, ma solo per essiccare le piante, la frutta e i vegetali che usano nei loro prodotti. “Il nostro ‘modello’ si fonda su un mutuo sostegno con gli agriturismi della zona -racconta Melissa-: loro ci forniscono erbe e olio, e noi realizziamo prodotti utilizzati anche nella loro attività turistica”.
La maggior parte degli ingredienti sono infatti di piccoli produttori toscani e di coltivazione biologica. “Le nostre priorità sulla scelta dei fornitori sono, nell’ordine, Prato, Toscana, Italia, resto del mondo -aggiunge Melissa-, e siamo in costante ricerca”. Gli esotici olio di cocco e burro di cacao sono biologici. Per scongiurare l’acquisto di oli essenziali ricostruiti chimicamente si avvalgono dell’appoggio di un essenziere, che “con il suo naso sente subito se l’olio che vorremmo usare è di buona qualità o meno -spiega Melissa-. Ce ne sono tre in tutta Italia”.
“La nostra produzione segue i cicli stagionali -sottolinea Melissa-: in inverno non facciamo il sapone di latte di capra, in quanto è importante lasciare ai capretti questo nutrimento; d’estate non facciamo il sapone all’arancia”. Mimi e Coco vendono anche talco profumato con oli essenziali, uno dei pochi sul mercato a non contenere decine di additivi, che arriva già macinato puro dal Nord Italia. Le loro saponette sono prevalentemente gialline, in quanto non usano nessun tipo di colorante. Uno dei loro prodotti più originali è il sapone colato nella spugna di luffa, la fibra interna di una zucca coltivabile anche in Italia. Lavorano anche per conto terzi, sempre con la stessa filosofia.
Markus si occupa principalmente dei cuscini. Ha vissuto una parte della sua vita in un borgo svizzero di 900 abitanti. “In tutta la Svizzera è diffuso l’uso del cuscino con noccioli di ciliegio per la fisioterapia” precisa Markus. Un cuscino quadrato costa 10 euro, una saponetta da 150 grammi 5 euro. Vendono i cuscini attraverso una ditta su e-bay e al supermercato Naturasì di Prato. Assieme ai cosmetici si trovano anche in qualche negozio di erboristeria. Mimi e Coco frequentano poco i mercatini, ma è lì che conoscono molti acquirenti che poi restano loro fedeli. Hanno contatti con qualche gruppo di acquisto solidale, a cui vendono a prezzi un po’ più bassi. Per i Gas praticano il vuoto a rendere: ogni persona porta la sua confezione, e loro gliela riempiono, evitando così lo spreco del lavaggio “a norma” dello sfuso. Vendono anche all’estero, con ordini via e-mail, anche in Giappone. Sono iscritti alla Confartigianato di Firenze e di Prato, che ha permesso loro di partecipare alla dispendiosa fiera milanese “Artigiano in fiera”, a fine 2009. “Il lavoro aumenta -racconta Markus-. Spero che presto potremo realizzare il nostro sogno: avere una casa in campagna, con del terreno su cui coltivare le erbe che utilizziamo nei nostri prodotti”. Info: www.mimiecoco.it

Le tre regole dell’eco-cosmesi
Saper leggere un’etichetta e i marchi di certificazione aiuta: meglio però conoscere chi produce

Un cosmetico naturale, per definirsi tale, dovrebbe essere costituito da soli ingredienti di origine vegetale, possibilmente coltivati con metodi biologici e privo delle sostanze di sintesi chimica, quelli che caratterizzano i prodotti industriali comunemente in vendita. La loro biodegradabilità è alta, mentre basso è l’impatto della produzione e degli imballaggi usati.
Un cosmetico con queste caratteristiche non è però immediatamente riconoscibile. Per individuarne uno “serio”, consigliamo perciò una strategia in tre mosse: imparare a leggere le etichette che riportano gli ingredienti, affidarsi ai marchi della bio-ecocosmesi, oppure andare a conoscere direttamente chi li produce. Una quarta possibilità è fare riferimento all’elenco proposto in questo articolo.
Per quel che riguarda la lettura delle etichette, l’impresa si rivela piuttosto ardua: esiste una nomenclatura unificata a livello europeo, chiamata Inci (96/335/CE), ma le parole riportate in etichetta risultano alquanto incomprensibili ai profani. Può essere utile fare riferimento al sito www.biodizionario.it.
Per non perdersi nella complessità delle etichette dei cosmetici, ci si può affidare ad alcuni enti di certificazione (spesso gli stessi che lavorano per l’agricoltura biologica), ciascuno con un proprio disciplinare contenente le regole a cui un produttore si deve attenere per ottenere il marchio. I principali enti che certificano tali cosmetici sono: Icea (marchio “Certificato eco bio cosmesi”, che sta sostituendosi progressivamente al marchio Aiab “Bio eco cosmesi Aiab”), Ccpb (marchio “Cosmetici biologici”), SoCert, Bioagricert (marchio “Bio&Natural cosmetic”).
Nel prossimo futuro compariranno anche i nuovi NaTrue e Cosmos (che sostituiranno progressivamente Bdih e Ecocert, ancora presenti sul mercato). C’è anche chi la certificazione non ce l’ha perché non se la può permettere, perché ha una produzione troppo limitata per poter sostenere i costi necessari a “stampare il bollino” sul proprio prodotto. Si tratta di alcuni laboratori artigianali in Italia, che spesso lavorano con criteri molto più restrittivi di quelli dei disciplinari per la bio-ecocosmesi e curano con grande attenzione la scelta delle materie prime. La fiducia, in questi casi, nasce dal rapporto diretto o dal passaparola. I piccoli laboratori sono facili da contattare, e con loro si possono scambiare opinioni.
Molti, come mostrano le storie raccontate in queste pagine, creano legami con altri piccoli produttori/fornitori, per promuovere un’economia locale in piccola scala e collaborare con altri laboratori artigiani, in un’ottica di non-concorrenza.
È importante, però, non farsi ingannare da coloro che spacciano per “naturali” ed “erboristici” prodotti che hanno formulazioni identiche a quelle dei cosmetici dei supermercati, anche quando sono aziende agricole che fanno produrre cosmetici da terzisti, usando come materie prime parte della loro produzione.

L’eco e l’equo, un giro d’Italia
Alchimia Natura (www.alchimianatura.it), di Alessandro Biancardi e Maria Elena Setti, a Modena. È una piccola azienda artigianale che coltiva, raccoglie e trasforma piante officinali (da cui estre olii, nelle foto sotto) e piccoli frutti sulle colline dell’Appennino modenese, secondo i principi dell’agricoltura naturale, biologica e biodinamica. Nel loro laboratorio cittadino producono cosmetici bio ecologici anche conto terzi.
I loro prodotti si possono acquistare in alcuni negozi a Lucca, Pescara e Venezia, direttamente nello spaccio del loro laboratorio a Modena, il lunedì e giovedì pomeriggio oppure via mail o per telefono. Vendono anche ai gruppi d’acquisto solidali.

LunAroma (www.lunaroma.it), di Mauro Michele, a Poggio Mirteto (RI). Un piccolo laboratorio artigianale che produce saponi costituiti dal 30% di olio d’oliva e con coloranti naturali, gestito da una coppia che prepara dall’impasto alla confezione, etichettatura e distribuzione comprese (foto a destra). Le buste e scatole di cartone provengono da un progetto di commercio equo e solidale in Thailandia, così come i portasapone in legno. Sei dei loro numerosi tipi di sapone sono certificati Ecocert.
Si trovano in alcune botteghe del commercio equo solidale.

Remedia (www.remediaerbe.it), di Lucilla Satanassi, a Sarsina (Fc).
È una piccola impresa situata nell’Appennino Tosco-Romagnolo, che coltiva un centinaio di piante aromatiche e medicinali, alberi e arbusti. Produce un grande assortimento di prodotti erboristici e cosmetici usando ingredienti da agricoltura biologica, preferibilmente di produzione propria o di “provenienza conosciuta”. Tutto il passaggio, dalle erbe dei campi all’estrazione, alla preparazione fino al confezionamento e all’etichettatura, è seguito da direttamente da Remedia e fatto a mano. I prodotti sono certificati SoCert e Imc. Si possono fare acquisti direttamente dal sito oppure in alcuni negozi in provincia di Forlì-Cesena e a Bologna.

Zefiro (www.zefiro.biz), di Daniela Bernè & C., a Castelfiorentino (FI). Zefiro nasce nel 1990 come azienda agricola biologica-biodinamica, e sei anni dopo si specializza nella produzione di saponi artigianali, alcuni cosmetici e detergenti per la casa. Utilizzano materie prime (anche biodinamiche a marchio Demeter) prevalentemente vegetali e in parte prodotte nella loro azienda agricola. Si può acquistare on line o li si incontra ad alcune fiere specializzate e alle “fierucole” di Firenze, Pisa e Prato.

D’Aymon/s Naturalerbe (www.daymonsnaturalerbe.it), a Torino. È un piccolo laboratorio artigiano di cosmetici, nato nel 1978 grazie alle sperimentazioni di Marilena (vedi Ae 106). La gamma dei loro prodotti è molto ampia. Acquistano le materie prime da produttori conosciuti direttamente, che sono in genere di piccola dimensione e che coltivano in maniera biologica. Alcuni ingredienti provengono dal circuito del commercio equo e solidale e alcune erbe sono di raccolta spontanea.
Si può acquistare dal sito, nello spaccio accanto al laboratorio, a numerosi mercatini nel torinese e dintorni e attraverso i Gas.

Tea prodotti naturali (www.teanatura.com), di Piero Manzotti, ad Ancona. Piero fonda Tea prodotti naturali ad Ancona nel 2003. Produce in piccola scala cosmetici, detersivi e incensi. Una peculiarità dei cosmetici Tea natura è l’uso delle etichette cosiddette “pianesiane”, che normalmente si trovano sugli alimenti macrobiotici venduti in Italia e presentano informazioni molto più dettagliate rispetto agli altri cosmetici. È facile così rendersi conto che i prodotti Tea non contengono sostanze potenzialmente dannose, né derivati del petrolio, coloranti o profumi sintetici. Le confezioni sono, per scelta, prevalentemente in vetro. Sono distribuiti in tutti i negozi dell’associazione “Un punto macrobiotico”, diffusa su tutto il territorio nazionale.

Fitocose srl (www.fitocose.it), a Cusago (Milano). Fitocose è un’azienda che fabbrica quasi 400 tipi di cosmetici bio ecologici differenti. Fin dalla sua nascita, si è prefissa di restare una piccola realtà, per concentrarsi sulla qualità dei piccoli lotti di lavorazione. Per la produzione dei cosmetici si attengono alle regole di un codice di autodisciplina, che si può leggere sul loro sito, chiamato “Codice verde”. Vendono on line e sul sito si trova l’elenco di diversi venditori in giro per l’Italia. Per Gas e comunità sono disponibili alcuni prodotti a prezzo ridotto in fustini da 5 litri.

Officina Naturae (www.officinanaturae.it), a Rimini. Nati come produttori di detersivi ecologici all’interno del Gas di Rimini, Pierluca e Silvia si sono poi addentrati nel mondo della cosmesi naturale (nella foto a destra), con prodotti caratterizzati dalla presenza del burro di Chiuri, proveniente da un progetto equosolidale in Nepal. Hanno anche una linea cosmetica base (“Natù”), a prezzo inferiore, che si può acquistare anche in dosi da litro. Il loro obiettivo principale è favorire un ciclo di produzione e distribuzione “etico”.
Vendono on line e sul sito si trova l’elenco di diversi rivenditori in giro per l’Italia. Collaborano dalla loro nascita coi Gas di tutta Italia.

Hanno una distribuzione ridotta i prodotti di Erba Madre (www.quarei.org/show_azi.php?var=68), della famiglia Bagatin a Tregnago (VR).
Si tratta di un’azienda agrituristica a conduzione familiare. Oltre alla possibilità di alloggio e ristoro a base di prodotti locali, Erba Madre si dedica alla coltivazione di ortaggi ed erbe aromatiche, alla raccolta e alla lavorazione di erbe officinali, in particolare per la realizzazione di prodotti erboristici e cosmetici biologici. Questi ultimi sono venduti in loco e ad alcuni Gas del veronese e del vicentino.

Progetti dalle centrali di importazione del commercio equo e solidale italiane. Tutti i cosmetici contengono una percentuale variabile di ingredienti del commercio equo e solidale.

LiberoMondo (www.liberomondo.org). Ha una linea cosmetica bio-ecologica artigianale chiamata Taama (sotto), concepita in collaborazione con Croce del Sud di Piombino (LI), impegnata in progetti di cooperazione internazionale ispirati ai principi del commercio equo e solidale, e realizzata nel laboratorio cosmetico di D’Aymon/s Naturalerbe a Torino. Si trovano in alcune botteghe del mondo e in negozi biologici.

Ctm altromercato (www.altromercato.it). Ha una linea di cosmetici, con formulazione “convenzionale”, chiamata “Natyr”, e una di bio-eco cosmesi prodotta da laboratori artigianali, certificata Ccpb, chiamata “Natyr bio” (nella foto a destra). Distribuisce anche tre saponi prodotti artigianalmente dalla Fundacion Chankuap in Ecuador. Si trovano facilmente in tutte le botteghe gestite dalle realtà associate al consorzio Ctm altromercato.

Commercio Alternativo (www.commercioalternativo.it). Propone due creme prodotte da La.Cos.Far., con formulazione “convenzionale” e marchiate solo “Equo solidale”, e una linea di cosmetici bio-eco prodotti da Ellegi Biocosmetica certificata Icea, chiamata Esprit Equo. Distribuisce anche i saponi Nirmala, prodotti artigianalmente da Immagination, organizzazione di Auroville, in India.
Si trovano nelle botteghe del suo circuito distributivo (info sul sito) e in altre botteghe del commercio equo.

Equo Mercato (www.equomercato.it). Distribuisce saponi artigianali della cooperativa Arti Savon del Benin; ha una linea cosmetica realizzata artigianalmente da Agua Escondida (Messico, vedi reportage a p. 18) e una linea cosmetica chiamata “Albero della salute”, realizzata con formulazione “convenzionale” dai laboratori artigianali di Hierba Buena, con ingredienti provenienti dal Coordinamento artigiani Gran Bassam (Costa d’Avorio) e dal Caceb (Benin).

Equoland (www.equoland.it). Distribuisce in alcune botteghe del commercio equo e solidale la linea di saponi “Ajanta”, fatti artigianalmente dal Palam Rural Centre in India. Sono prodotti con sostanze interamente vegetali, recuperate in loco. La confezione è realizzata all’interno della stessa associazione, in carta riciclata.

Le cooperative Equo Mercato, Mondo Solidale, LiberoMondo e Fair hanno continuato la loro collaborazione nata con i detergenti per la casa Lympha, creando una nuova linea cosmetica equosolidale bio-ecologica certificata Icea, Lympha benessere (www.lympha.eu). La sostanza lavante è un tensioattivo estratto dall’olio certificato biologico delle noci di cocco babaçu, prodotto dalla cooperativa brasiliana Coppalj (Cooperativa dos pequenos produtores agroextrativistas de Lago do Junco). Si trovano in molte botteghe del commercio equo e solidale.

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