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Altre Economie

L’essenza del mobile

A Boves, da quasi vent’anni, una cooperativa sociale trasforma legno locale, dando dignità al lavoro dell’uomo  e rispettando le stagioni del bosco

Tratto da Altreconomia 98 — Ottobre 2008

Il parquet, al primo piano, poggia su uno spesso strato di tappi in sughero. Isolano il pavimento dall’umidità e dal rumore della falegnameria al piano di sotto, dove si tagliano e lavorano plance in legno massiccio. È qui, nel grande salone dove vengono accolti i clienti, che si vedono i risultati del lavoro artigianale della cooperativa Artimestieri: guardaroba, letti, scrivanie, tavoli e librerie che “non conoscono” metallo e plastica. Stanno insieme esclusivamente grazie a incastri. Testiere ed ante sono rivestite di cotone grezzo non trattato, confezionato nel laboratorio tessile dove si producono anche lenzuola e biancheria per la casa. Artimestieri è una cooperativa sociale “sostenibile”, che si occupa di bioarredo e bioedilizia.
Nell’area artigianale di San Mauro di Boves (Cuneo), la sede si distingue tra i capannoni. Gli intonaci hanno i colori della terra e, anziché il cemento, trionfano legno e pietra. Un albero con una porta aperta nel tronco è il logo che dà il benvenuto a chi viene in visita. La “grande casa” di Artimestieri ospita due laboratori (del legno e tessile), gli uffici, il salone espositivo e una stanza per gli incontri con incastonata nel pavimento “la rosa dei legni locali”: un mosaico di venature e colori, realizzato con essenze di legno dei boschi del cuneese.
La cooperativa collabora con i servizi sociali: dà lavoro a persone con handicap (sono 6 su 14), contribuendo al loro reinserimento sociale. Non ci sono dipendenti, tutti sono soci. “Ci siamo costituiti come falegnameria nel 1989. Allora si parlava di ‘artigianato ecologico sostenibile’ -racconta Enzo Princivalle,
il presidente-. Siamo partiti studiando l’ergonomia, cioè le condizioni che creano il benessere dell’uomo nell’ambiente in cui vive. Abbiamo applicato questi principi alle nostre prime realizzazioni: sedie, scrivanie e doghe, capaci di favorire posture corrette e confortevoli. Da subito, abbiamo voluto coinvolgere nei laboratori persone in difficoltà, perché crediamo nel valore socializzante del lavoro artigianale.
La sfida era progettare oggetti semplici e facili da assemblare”. Quindi è maturata la decisione di non introdurre nei mobili il metallo. “Il legno rappresenta la terra, non va violato né deve nuocere all’uomo
-spiega Paolo, che coordina il laboratorio di falegnameria-. Le componenti metalliche, le reti dei letti ad esempio, sono trattate con elementi chimici dannosi alla salute che respiriamo, come il cadmio.
A differenza dei metalli, poi, il legno neutro non aumenta i campi magnetici presenti nelle stanze con elettrodomestici; di conseguenza, dove c’è solo legno massiccio, stiamo meglio”. Ecco perché gli armadi prodotti da Artimestieri non hanno chiavi ma ante scorrevoli. Anche viti e perni sono in legno. “Quello tra uomo e albero è un legame di corrispondenza, che va rispettato -dice Flavio, che lavora negli uffici e cura i rapporti con i clienti-. Ad esempio, un letto andrebbe sempre realizzato nella direzione del tronco, con la base ai piedi e la parte alta verso la testiera, per la corretta circolazione delle energie”. Aggiunge: “Oggi, purtroppo, c’è poca attenzione da parte dei produttori stessi, che in nome del ‘dover vendere’ non rispettano più i cicli della natura. Il taglio del legname avviene in tutte le stagioni, mentre andrebbe effettuato durante il riposo vegetativo della pianta, all’inizio dell’inverno e in luna calante. Per quanto possibile, cerchiamo fornitori che rispettino queste condizioni. Usiamo volentieri anche legname di recupero”. Come le “quinte” di larice della Valle Roya, rimaste invendute in una segheria locale: tronchi secolari che gli artigiani della cooperativa hanno trasformato in uno splendido parquet dal colore naturale rosso intenso, una rarità.
Lo stile “senza viti” consente facili montaggi. I più semplici sono i cubi (pezzi unici vuoti all’interno) che, poggiati uno sopra l’altro o affiancati, compongono pratiche librerie. “Tutti i nostri mobili si possono smontare, fino a stare in una scatola -dice Enzo-. Così li spediamo in tutta Italia: vorremmo arrivare al trasporto su rotaia, più ecologico. La cooperativa fece un tentativo anni fa, ma scoprimmo che le Ferrovie inviavano comunque i nostri pacchi su gomma”.
Insomma, una sorta di Ikea, ma di altra qualità. I pezzi esposti nel salone non odorano di nuovo, come in uno showroom d’arredamento, ma profumano di essenze naturali e buccia d’arancia. Il segreto? Nelle resine e cere utilizzate per la finitura del legno, ma anche in vernici e tinture per pareti. Naturali: prodotti che non contengono derivati del petrolio (vedi Ae n. 95), che sono anche in vendita. “Rientrano nella nostra filosofia -dice Paolo, che per 6 anni ha lavorato come artigiano del legno in Brasile-. Quando sono tornato, ho proposto di cercare, per noi e i clienti, vernici e solventi ricavati dalle piante, come avevo visto utilizzare là”. “Aiutiamo le persone a fare da sé con i nostri materiali -dice Enzo-. Ci vuole tempo e pazienza, ma crediamo che l’autocostruzione nel rispetto dell’ambiente sia un modo per esprimere libertà dal mercato”. Ecco la bioedilizia. Da Artimestieri si trovano materiali da costruzione e isolanti naturali -sughero biondo sardo e fibre di legno, canapa, juta- per proteggere muri e tetti. Non chiedete il cemento. “Per scelta non lo vendiamo -spiegano i soci-. Consigliamo invece le calci naturali che usavano già i Romani. Sono molto resistenti perché induriscono nel tempo e non hanno additivi”. Tra gli scaffali di Artimestieri, ci sono anche detersivi “alla spina” e saponi biodegradabili, cuscini e biancheria per la casa in cotone non trattato “made in Italy”. La cooperativa sta progettando l’importazione di cotone biologico, attraverso il commercio equo: sarà trasformato in federe, lenzuola e asciugamani.
In magazzino è in mostra il risultato di un’altra scommessa. Ricordate l’appello alla raccolta dei tappi di sughero (vedi Ae n. 91)? È appena stato “sfornato” il primo quantitativo di granulato biondo riciclato, un ottimo isolante.

Letti in faggio e pavimenti di rovere
Artimestieri è una cooperativa sociale di tipo B. In falegnameria lavorano 8 persone, di cui 4 inserite tramite i servizi sociali. Nel laboratorio tessile una persona disabile affiancata da una tutor. Un addetto, su progetto, cura il magazzino dei materiali bioedili. 4 impiegati si occupano di contabilità e contatti con clienti e fornitori. La cooperativa fattura circa 550mila euro, quasi il 50% dato da vendite e consulenze nel settore della bioedilizia. Un’attività che sostiene, in parte, quella artigianale. I prezzi, alti ma non elitari, riflettono la qualità dei materiali: il legno scelto con cura, il cotone grezzo acquistato da piccole tessiture di Chieri (To) e Poirino (To). Un letto in faggio locale e testiera imbottita costa 1.269 euro (singolo) o 1.592 (matrimoniale). Un armadio, 650 euro al metro quadrato più Iva. In bioedilizia: un pannello (di 5 cm) di sughero biondo costa 11,63 euro al metro più Iva; un pavimento in rovere locale 75 euro. Esclusi i costi di spedizione. Info e listino su artimestieri.com.

Legname “a chilometro zero”
Ogni anno, nel mondo, vengono tagliati illegalmente milioni di metri cubi di legname.
Ciò comporta la distruzione di habitat naturali e lo sconvolgimento di comunità indigene.
Gli interessi legati all’importazione del legno da Paesi dove la forza lavoro costa meno è una causa della deforestazione. Per rifiutare il legno di provenienza illegale, il primo suggerimento è chiedere una certificazione. Il Forest Stewardship Council (Fsc) è, ad oggi, il migliore standard di certificazione forestale, consigliato da Greenpeace (info: www.fsc-italia.it). Da Artimestieri si possono richiedere alcune essenze certificate Fsc, come il rovere dalla Croazia. “Tuttavia -dice Enzo Princivalle, presidente di Artimestieri- preferiamo promuovere la piccola economia del legno locale (dell’area alpina del Nord-ovest), anche se non ancora certificato”. Artimestieri si rifornisce principalmente dalla segheria “Cavallo” di Boves. Le principali essenze: larice, castagno, faggio, robinia, rovere, ciliegio, olmo, acero.

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