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Legalità e ambiente: le radici profonde di Casamarciano
Gestione virtuosa dei rifiuti, tutela del paesaggio e rilancio di politiche culturali. La sfida del piccolo centro nell’area nolana, nonostante le ripetute minacce e intimidazioni indirizzata agli amministratori locali. Che non demordono
A inizio settembre, per dieci giorni, Casamarciano diventa un’ambita quinta teatrale. Il palcoscenico trova posto davanti alla chiesa di Santa Maria del Plesco, che con l’annesso monastero domina dall’alto il centro storico di questo piccolo Comune nell’area nolana. Nel 2016, il Festival nazionale “Scenari Casamarciano” è alla sesta edizione, e sono arrivati -per ricevere un premio alla carriera- anche gli attori Roberto Herlitzka (Aldo Moro nel film “Buongiorno notte” di Marco Bellocchio) e Paola Gassmann, attrice teatrale con Luca Ronconi e figlia di Vittorio. “Il Festival nasce dalla volontà di riscoprire un testo teatrale del Seicento, ‘Scenari Casamarciano’ appunto, che secondo Benedetto Croce rappresenterebbe il primo esempio di ‘commedia dell’arte’. Il manoscritto è conservato presso il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari” racconta Andrea Manzi, sindaco di Casamarciano. Il Festival (festivalnazionaledelteatro.it) rappresenta “l’ambizione di investire sull’identità culturale del paese” spiega Manzi, che amministra il Comune dal 2010.
Nonostante sia ancora circondato dai noccioleti, fin dagli anni Novanta per l’area napoletana la parola “Casamarciano” è stata sinonimo di “rifiuti”. Il territorio è infatti pieno di buche, vecchie cave di tufo oggi dismesse, “e ad ogni ‘emergenza’, puntualmente, la Regione e la Provincia si ricordano di noi, vogliono riempirle” sottolinea Manzi. Nel 1995 e nel 1996, il territorio aveva “subìto” -queste le parole del sindaco- le due discariche Paenzano 1 e 2 (oggi sature), mentre “tra il 2010 e il 2011 siamo riusciti a bloccare l’ipotesi dell’apertura di una terza, da un milione di tonnellate, nell’area al confine tra i Comuni di Casamarciano e Tufino”. La vecchia cava, una voragine di almeno 50 metri di diametro, oggi completamente ricoperta dalla vegetazione, è davanti alle mura del cimitero. Manzi ha vissuto quella battaglia in prima fila: era presidente dell’Agenzia nolana per lo sviluppo, costituita dai 18 Comuni dell’area, dove vivono circa 250mila abitanti: “Obbligammo Provincia di Napoli e Regione Campania a firmare un Accordo di programma sulla gestione integrata dei rifiuti, che i due enti non furono in grado di rispettare. In questo modo, saltò anche l’ipotesi della discarica”. Manzi -che è un avvocato amministrativista, esperto di diritto degli enti locali- definisce la strategia dei Comuni del nolano “quella del tecnicismo giuridico, perché negli anni Novanta le barricate non avevano funzionato”.
All’inizio del 2016, un consigliere comunale di maggioranza si è visto incendiare l’automobile. Pochi mesi prima, nell’ottobre 2015, la stessa sorte era toccata al mezzo del primo cittadino
Nel territorio del Comune di Tufino, però, a poche centinaia di metri da Casamarciano, ha sede uno degli impianti STIR, acronimo di Stabilimento di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti: quasi mezzo milione di tonnellate di scarti indifferenziati ogni anno vengono trasformate nelle (tristemente famose) “ecoballe”, quelle finite accatastate nel deposito di Taverna del Re, uno dei simboli delle continue emergenze della Terra dei fuochi. Già nel 2014, un articolo del Corriere del Mezzogiorno sottolineava l’incongruenza: “Casamarciano, la beffa della differenziata. In casa si separa tutto, fuori colline di rifiuti”. “Qui la raccolta ‘porta a porta’ funziona dal 2005 -sottolinea Manzi-, c’è un’isola ecologica e ogni cittadino ha a disposizione una tessera a punti: la consegna degli ingombranti garantisce uno sconto sulla tassa rifiuti”. C’è anche un impianto di videosorveglianza, a Casamarciano, telecamere che servono a prevenire lo sversamento illegale di rifiuti. La differenziata è passata dal 52% nel 2014 -secondo i dati del Catasto rifiuti dell’ISPRA- al 58% attuale, mentre a Napoli è ferma al 22 per cento. Il 12 luglio 2016, Andrea Manzi è stato nominato presidente della Commissione speciale per il monitoraggio della legge rifiuti istituita dall’Anci Campania. Un riconoscimento, e un attestato di stima, che arrivano in un momento cruciale: sei mesi prima, infatti, il sindaco di Casamarciano era stato vicino a dimettersi; nelle notte tra il 13 e il 14 gennaio era andata a fuoco l’auto di un consigliere comunale di maggioranza, Giuseppe Castellano.
L’intimidazione -che è una delle 180 censite dall’associazione Avviso pubblico nei primi cinque mesi dell’anno, www.avvisopubblico.it– seguiva un altro rogo: il 27 ottobre del 2015 a bruciare era stata l’auto del sindaco, parcheggiata davanti alla casa di famiglia. È dopo quell’episodio che Manzi indirizza una lettera al prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, inviata per conoscenza anche alla Direzione investigativa antimafia (DIA): sottolinea come i sindaci che amministrano piccoli Comuni sono “sempre più soli ed emarginati”, un’emarginazione che “va impedita, perché isolare chi lavora onestamente per la propria comunità significa dare l’ultima spallata alla credibilità delle istituzioni”. Manzi chiede anche l’istituzione di un “microambito” per la sicurezza e la legalità nell’area nolana, e la presenza del prefetto sul territorio, per riunioni a cadenza bimestrale. Il 20 gennaio scorso si è effettivamente svolta, a Napoli, una riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, che ha trattato il “caso Casamarciano”. Erano presenti il sindaco e la sua maggioranza. “Il prefetto ci aveva garantito che sarebbe venuta sul territorio, ma per il momento non si è vista”, sottolinea Manzi.
Quando nel 2015 si è presentato alle elezioni per il secondo mandato, alla testa della lista civica “Casamarciano libera e giusta”, formata in larga parte da giovani, il sindaco è stato confermato ottenendo il 73,96% delle preferenze, con un’affluenza alle urne superiore all’ottanta per cento. Eppure c’è chi pare non apprezzare le scelte di un’amministrazione che affida l’appalto per il rifacimento degli impianti sportivi comunali tramite gara a un’impresa edile di Bergamo; o un sindaco che da un paio d’anni si batte -per via amministrativa- per far chiudere l’unico polo estrattivo attivo sul territorio comunale, la Cava Marinelli, da cui si estrae calcare, utilizzato anche per la produzione di calcestruzzo. “La nostra giunta ha fatto ricorso al TAR contro il provvedimento autorizzativo regionale. Riteniamo che i titolari abbiamo violato l’autorizzazione precedente, tanto per i volumi estratti, quanto per le planimetrie. E poi c’è il ‘piano di ricomposizione’, che non parte mai. Il ricorso è ancora in essere -spiega Manzi-, ma intanto continuano a cavare, perché non è stata data la ‘sospensiva’: durante il giudizio i titolari hanno presentato una nuova perizia di ricomposizione industriale. Secondo noi, però, hanno già scavato oltre il consentito, e questa è una violazione insanabile”.
“Isolare chi lavora onestamente per la propria comunità significa dare l’ultima spallata alla credibilità delle istituzioni” (Andrea Manzi, sindaco di Casamarciano)
La montagna è tagliata, e le pareti del gigantesco vuoto sono quasi verticali.
L’amministrazione comunale di Casamarciano è riuscita, per il momento, ad incassare almeno i canoni di concessione arretrati, circa un milione di euro che in precedenza non sarebbe stato pagato dai titolari di Cava Marinelli, e ha ottenuto dall’ARPAC l’installazione di una centralina per la misurazione della qualità dell’aria. “È proprio sotto l’area estrattiva, ma lì accanto c’è anche l’autostrada A16, la Napoli-Bari (il casello di Tufino è stato realizzato per permettere l’accesso dei camion all’impianto STIR, ndr). Non sappiamo, così, se gli ‘sforamenti’ siano causati dalla combustione o dallo sfregamento delle rocce, e ARPAC e Regione Campania non ci stanno aiutando a risolvere questo aspetto” spiega Manzi, che si dice pronto a chiudere l’attività estrattiva. È a queste “battaglie” ambientali che guardano gli inquirenti, che stanno cercando di far luce sulle minacce e le intimidazioni nei confronti della maggioranza che guida il Comune di Casamarciano. Un’altra ipotesi porta ad un pregiudicato, un cittadino italiano già in passato condannato perché affiliato alla camorra. Manzi lo aveva denunciato per tentata estorsione.
Del resto, in questo Comune al confine tra l’area nolana e l’Irpinia si coltiva un’idea di legalità che ha radici profonde: nel 2015, la quinta edizione del Festival nazionale del teatro di Casamarciano è stata inaugurata dall’opera teatrale “Radio Aut-La voce di Peppino Impastato”, scritta e diretta da Pierpaolo Saraceno e dedicata al giornalista e attivista siciliano ucciso dalla mafia nel 1978.
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