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Economia / Attualità

Le importazioni di legno russo in Europa che aggirano le sanzioni

© alex-jones - Unsplash

L’organizzazione Earthsight denuncia 31 aziende europee che avrebbero importato in nove Paesi dell’Ue compensato di betulla da Mosca attraverso Turchia e Kazakistan. Un modo per eludere il Regolamento europeo sulla materia e le misure inflitte dopo l’invasione dell’Ucraina. Ma il mercato illecito potrebbe essere ben più vasto

Diverse aziende europee avrebbero importato legname proveniente dalla Russia violando le normative dell’Ue e aggirando le sanzioni inflitte a Mosca. Lo afferma Earthsight, organizzazione non profit impegnata a contrastare la criminalità ambientale e sociale, che a seguito di un’indagine antielusione della Commissione europea sulle importazioni illegali di compensato di betulla russo, ha presentato lo scorso 16 aprile circostanziate denunce contro 31 aziende presenti in nove Paesi dell’Unione europea. L’accusa è quella di essersi rifornite da quattro società segnalate dalla Commissione per utilizzare materie prime russe (tronchi e impiallacciature), in violazione del “Regolamento legno” dell’Ue (Eutr).

Dopo che lo scorso primo marzo sono stati pubblicati i risultati della ricerca, durata otto mesi, l’organizzazione ha esposto i suoi reclami formali all’Eutr e alle autorità doganali dei nove Stati coinvolti -Polonia, Germania, Romania, Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi e Grecia-. I numeri sono allarmanti: tra ottobre e dicembre 2023 le aziende presenti in questi Paesi avrebbero importato “più di 43 milioni di euro in compensato di betulla dai quattro fornitori coinvolti nell’indagine dell’Ue”.

A causa dell’invasione dell’Ucraina nel 2022 l’importazione diretta o indiretta di prodotti in legno realizzati in Russia è stata infatti vietata; ma già prima della guerra l’Unione europea aveva fatto crescere i dazi di importazione esistenti sul compensato di betulla russo fino al 15,8%. Per aggirare i dazi antidumping, alcune aziende hanno imboccato la strada del commercio attraverso Paesi terzi, in particolare Kazakistan e Turchia.

Secondo l’indagine europea, tra luglio 2022 e giugno 2023 le importazioni kazake di compensato di betulla dalla Russia sarebbero “aumentate di sette volte e quelle di tronchi e impiallacciature quadruplicate”. Non solo. “Aumenti sospetti sono stati notati anche per le importazioni turche degli stessi prodotti”.

“L’Eutr -spiega ad Altreconomia Tara Ganesh di Earthsight- impone alle aziende dell’Ue di controllare i propri fornitori per assicurarsi che corrano un rischio ‘trascurabile’ di illegalità. Le autorità avevano precedentemente affermato che sarebbe stato ‘impossibile’ importare legalmente legno russo. Eppure come Earthsight abbiamo individuato il compensato venduto dalle aziende kazake e turche, indicate dall’Ue come aziende che trattano legno russo, ad aziende dei nove Stati membri. Questo legname è stato acquistato in violazione delle leggi comunitarie e vogliamo che le aziende coinvolte ne rispondano. La maggior parte delle prove di comportamenti illeciti da parte dei fornitori erano contenute nel rapporto della Commissione europea. Noi abbiamo contribuito a rintracciarli nel mercato”.

L’indagine è partita per iniziativa di un consorzio industriale di aziende europee di compensato che ha presentato una denuncia alla Commissione contro le società che eludevano i dazi. “La cosa più interessante sarà vedere come l’Ue e gli Stati membri affronteranno ora questi importanti aspetti”, osserva Ganesh.

Anche perché il fenomeno va approfondito. Per Earthsight, che ha lavorato grazie al monitoraggio di dati commerciali e all’aiuto di alcuni informatori, le aziende coinvolte nel commercio di compensato di betulla sono molte di più rispetto a quelle su cui si è investigato. “Altri Paesi come la Cina e la Georgia non sono stati indagati -dice- anche se la nostra ricerca e altre fonti mostrano che anche queste sono probabilmente vie di riciclaggio. Il problema con il legno russo che raggiunge i mercati europei è molto più ampio”.

Un avvertimento, specifica Ganesh, c’era già stato: “Nell’aprile 2023, abbiamo inviato alle autorità dell’Ue un avviso di controllo sul riciclaggio di legname da parte della società russa Sveza (di proprietà di un oligarca sanzionato in Europa) attraverso la Cina, il Kazakistan e la Turchia. Conosciamo il problema da molto tempo. È un peccato che il commercio sia continuato così a lungo”.

Il nodo centrale è senza dubbio quello del monitoraggio dell’applicazione del Regolamento Ue: “Sono necessari controlli molto più rigorosi per escludere la possibilità che il legno russo entri”. Tenendo d’occhio soprattutto i nove Paesi individuati da Earthsight, e in particolare, specifica Ganesh, la Polonia.

“Le autorità -puntualizza Ganesh- devono emettere un avviso alle aziende nei loro Paesi affinché siano più vigili sulle importazioni di compensato di betulla da Turchia, Kazakistan, Cina, e Georgia e devono informarle dei risultati di questa indagine”. Non solo. “Devono agire contro le aziende che da mesi acquistano questo compensato di betulla da Turchia e Kazakistan. Dato che questo mercato è di nicchia, è difficile credere che queste aziende non abbiano avuto sospetti”.

Più in generale, dice Ganesh, “è necessaria una risposta molto più unitaria”. E questa ricerca può essere l’inizio di un cambio di marcia. “Indagini commerciali come questa sono particolarmente rigorose -commenta-. Lo stesso non si può dire per quelle sul legname illegale per altri motivi (disboscamento illegale, concussione, corruzione, porto di documenti falsi)”.

E rilancia: “Abbiamo ottenuto un accesso senza precedenti alle prove raccolte e alle denunce presentate dai membri del settore. Ciò che è emerso ha implicazioni molto preoccupanti per i rischi esistenti nelle catene di approvvigionamento del legname verso l’Ue. L’indagine probabilmente ha solo scalfito la superficie del problema”. Che va affrontato continuando a documentare, indagare e -dice Ganesh- “a presentare denunce per smascherare i cattivi attori del commercio di legname nell’Ue”.

“Le sanzioni russe -conclude- hanno avuto un impatto enorme sul mercato del legno. Ma diventa più difficile per tutti gli altri quando alcune aziende si rifiutano di seguire le regole. E questo commercio sta finanziando l’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia, poiché il legno è estremamente importante per l’economia di Mosca”.

Il 14 maggio c’è stato uno sviluppo importante. A seguito dell’inchiesta e al dichiarato scopo di tutelare i produttori dell’Ue dalla concorrenza e dal commercio sleale, le misure antidumping sono state estese dalla Commissione europea “sulle importazioni di compensato di betulla dalla Russia alle importazioni dal Kazakistan e dalla Turchia”. Cinque società con sede in Kazakistan e quattro società con sede in Turchia avevano presentato moduli di richiesta di esenzione, chiedendo di “essere esentate dai dazi nel caso in cui le misure fossero state estese al Kazakistan e alla Turchia”. Ma l’indagine della Commissione Europea ha rilevato che “due società in Kazakistan (QazFanCom e VFP LPP) e tre società in Turchia (Murat Şahin Orman Ürünleri, Petek Kontrplak San ve Tic A.Ş. e Saglamlar Orman Tarim Urunleri San. Ve. Tic. AS) non hanno collaborato ai sensi dell’articolo 18 del Regolamento di base e di conseguenza non hanno dimostrato di non essere coinvolti in attività di elusione”. Ecco perché le loro richieste di esenzione dai dazi non sono state accolte.

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