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Le ferrovie e un patrimonio da risanare
Un volume di Rfi racconta 50 esperienze, da Nord a Sud, di riutilizzo a fine sociale e collettivo degli spazi
A partire dalla fine degli anni Novanta, dopo che è stata portata a compimento l’informatizzazione del sistema di gestione dei treni, Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) ha avviato un processo di riutilizzo dei locali degli scali più piccoli, non più presenziati e abitati da un capostazione.
Attraverso la concessione dei fabbricati viaggiatori e dei magazzini merci in comodato d’uso gratuito a enti locali e associazioni del territorio. Quattro sono le principali funzioni cui vengono oggi destinati i locali concessi da Rfi in comodato d’uso gratuito o in locazione agevolata: spazi di promozione turistica e ambientale (vedi l’articolo a p. 12); centri culturali e di aggregazione per giovani e anziani; luoghi per attività solidali, come la distribuzione di viveri e vestiario, e -infine- basi logistiche della protezione civile o di enti di assistenza come Croce Rossa e Croce Verde. Il volume “Stazioni ferroviarie: come rigenerare un patrimonio”, pubblicato dalle Ferrovie dello Stato nell’aprile 2015, contiene un reportage, realizzato dall’agenzia Redattore Sociale, che raccoglie le storie e racconta l’impatto sul territorio di 50 esperienze di riuso di locali ferroviari (ne è autrice la giornalista che firma quest’articolo, lo scaricate qui: www.altreconomia.it/scaliRFI, ndr). Un censimento del fenomeno evidenzia come oltre la metà dei progetti di recupero delle stazioni risultino concentrati nelle regioni del Nord Italia, e che più del 30 per cento degli scali impresenziati vengono dati in comodato gratuito a locali associazioni di protezione civile, che si occupano del soccorso in caso di disastri ambientali e di emergenze sanitarie. Tra le iniziative di promozione culturale e aggregazione sociale è particolarmente significativo il centro sociale e culturale creato nel 2009 nella stazione abbandonata di Boscoreale (NA) dall’associazione Stella Cometa: lo scalo, che era stato ricoperto di immondizia durante l’emergenza rifiuti del 2008 in Campania, è oggi un fiorente centro di aggregazione in una delle aree urbane più difficili del napoletano. A Boscoreale trovano spazio una sala computer per i corsi di informatica agli anziani, una palestra per lezioni di danza e yoga, un laboratorio di ceramica e spazi all’aperto per feste, concerti e spettacoli. Tutte le attività vengono offerte a prezzi sociali. Le iniziative di solidarietà delle stazioni sono costituite principalmente da centri di raccolta di cibo e vestiario gestiti dalle Caritas locali e dal Banco alimentare.
Tra le esperienze più particolari c’è senz’altro il “giardino segreto” della stazione di Orta Miasino, in provincia di Novara: contiene 45 varietà di ortensie e antiche piante da frutto, come il susincocco -incrocio tra susino e albicocco-, la pera passacrassana o la renetta bianca. Dal 1999, la stazione -e le sue pertinenze- sono gestite dal consorzio che riunisce 20 pro loco della zona. Infine, il fabbricato viaggiatori di Gaggiano, nel milanese, ospita dal 2004 una bottega del commercio equo e solidale. Sono 7 i volontari della cooperativa Terra e Cielo (https://terraecielo.wordpress.com) che a turno gestiscono l’attività, che si sostiene anche grazie alla vendita di biglietti di Trenord. Tra i progetti futuri, il recupero dell’ex magazzino merci dello scalo, oggi abbandonato, da convertire in espositore di prodotti equo-solidali.
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