Ambiente / Approfondimento
Le città che scommettono sulle cargo-bike secondo l’European cyclists’ federation
L’uso delle biciclette da carico permetterebbe di dimezzare il trasporto merci nei centri urbani e di ridurre le emissioni inquinanti. La federazione europea ha monitorato gli interventi messi in campo da 125 amministrazioni locali per promuoverne l’uso: tra incentivi all’acquisto e promozione dei sistemi di sharing
“Grätzlrad” è un termine tedesco che si può tradurre con “bicicletta di vicinato” ed è il nome scelto dal Comune di Vienna per un innovativo progetto di bike sharing nato nel 2017 per dare impulso all’utilizzo e alla condivisione delle cargo-bike in ambito urbano. Il meccanismo è semplice: la municipalità finanzia l’acquisto di un mezzo (fino a un massimo di quattromila euro) da parte di un’attività commerciale di quartiere, di un pub, un ristorante o di un’associazione locale. Questi, oltre a utilizzare la bicicletta da carico per effettuare le proprie consegne o commissioni, la mettono gratuitamente a disposizione per il noleggio per un periodo minimo di due anni. Chi vive nelle vicinanze ha la possibilità di affittarla per una giornata o anche solo per poche ore, per sbrigare una commissione, in pochi passaggi su una piattaforma dedicata.
Il primo bando, lanciato nel 2017, ha permesso di finanziare l’acquisto delle prime dieci biciclette da carico. “Oggi siamo arrivati a quota 30 e la municipalità prevede di espandere ulteriormente la flotta: fino al 2026 è previsto l’acquisto di sette nuove Grätzlrad ogni anno con una dotazione annuale di 28mila euro -spiega ad Altreconomia Kathrin Ivancsits, responsabile della comunicazione dell’Agenzia per la mobilità di Vienna-. Questo sistema offre ai cittadini un’alternativa semplice, ecologica e gratuita per sbrigare le proprie commissioni quotidiane: per fare shopping, per una gita in famiglia, ma anche per organizzare un trasloco. Ci sono persino deejay che vanno al loro concerto in Grätzlrad o semplicemente tanti genitori che la provano per la prima volta. Inoltre, questo sistema rende visibili le cargo-bike e fa capire che una logistica ecologica in città è possibile”.
Chi ha usufruito dell’incentivo del Comune di Vienna è il Werkstätten- und Kulturhaus (Wuk), un centro culturale nel Nord-Ovest della città sorto all’interno di una vecchia fabbrica di locomotive. Nel corso del 2021 la struttura ha affrontato un complesso progetto di ristrutturazione, che ha obbligato le diverse realtà che si trovano al suo interno a trasferire temporaneamente la propria attrezzatura. Per farlo, Hans-Erich Dechant, responsabile della ciclofficina del Wuk, ha fatto ampio ricorso alla Grätzlrad finanziata con il bando del 2017. “Anche se i due anni previsti dall’accordo con il Comune sono passati, continuiamo a metterla gratuitamente a disposizione per il noleggio -spiega ad Altreconomia-. Nei periodi più caldi dell’anno registriamo circa 15 noleggi al mese: nel weekend sono soprattutto famiglie che organizzano gite con i figli, mentre chi affitta la cargo-bike durante la settimana lo fa soprattutto per il trasporto di oggetti pesanti e ingombranti. La nostra permette di trasportare fino a 75 chili di carico”.
Al progetto Grätzlrad, dall’ottobre 2022 la capitale austriaca ha affiancato un ulteriore incentivo per finanziare l’acquisto di cargo-bike da parte di privati che prevede un rimborso del 50% del prezzo di listino fino a un massimo di 800 euro, che può arrivare a 1.100 euro per un mezzo a pedalata assistita. Anche in questo caso, non si tratta di un intervento spot e gli incentivi sono previsti fino al 2026. “A oggi i mezzi finanziati sono 170 -spiega ancora Kathrin Ivancsits-. La città di Vienna si è posta l’obiettivo di accelerare la protezione del clima: aumentare la quota di spostamenti a piedi e in bicicletta, promuovere modalità di spostamento ecologiche sono alcune delle misure adottate. Per questo viene incentivato l’uso delle cargo-bike”.
Vienna non è l’unica città che negli ultimi anni ha promosso la diffusione e l’utilizzo condiviso di questi mezzi di trasporto. L’European cyclists’ federation ha mappato lo stato dell’arte in 125 città europee (da Rotterdam a Copenhagen, passando per Salisburgo e Bruxelles) riunendo i risultati nella dashboard “Cargo-bike friendly cities”: una piattaforma interattiva che mette a confronto la facilità di utilizzo delle cargo-bike sulla base di sette diversi indicatori tra cui gli incentivi all’acquisto, la presenza di sistemi di sharing, il contesto urbano e i produttori.
“Quello che è emerso da questa ricognizione è la crescente attenzione per questo mezzo di trasporto -spiega ad Altreconomia Anna-Karina Reibold, che per Ecf si occupa dei progetti relativi alle cargo-bike e ha coordinato le ricerche per la dashboard-. Nel 2017 le città che offrivano un sistema di sharing erano 21, ma nel 2022 il loro numero era arrivato a 68”. Ecf è riuscita inoltre a ricostruire l’ammontare degli incentivi erogati direttamente dalle municipalità per l’acquisto di cargo-bike: 42,6 milioni di euro tra il 2018 e il 2022.
“Le bici da carico hanno un enorme potenziale per trasformare le nostre città riducendo il traffico dei veicoli a motore, la congestione, il rumore e l’inquinamento atmosferico. Le amministrazioni locali possono contribuire a sbloccare questo potenziale con politiche e infrastrutture favorevoli a questi mezzi, incentivi, servizi e altre forme di supporto”, ha commentato Jill Warren, direttrice di Ecf, in occasione della presentazione della mappatura. Secondo una ricerca del 2015 curata dall’università di Westminister nel Regno Unito, infatti, nelle aree urbane la metà di tutti gli spostamenti associati al trasporto merci potrebbe essere spostato dai mezzi a motore alle bici da carico.
Una transizione che si fa ogni giorno più urgente e necessaria se si pensa che le emissioni di CO2 prodotte dalle consegne nel cosiddetto “ultimo miglio” sono destinate a raggiungere le 25 milioni di tonnellate nel 2030 (+30% rispetto al 2020) secondo le stime del World economic forum. “La sostituzione di un singolo veicolo diesel con una cargo-bike permette di evitare l’emissione in atmosfera di cinque tonnellate di anidride carbonica -spiega Anna-Karina Reibold-. Ma i benefici non sono solo ambientali e riguardano anche una migliore gestione dello spazio pubblico e una maggiore sicurezza stradale per gli utenti deboli”.
Chi da anni (per la precisione dal 2017) si muove per le strade di Torino consegnando le merci più disparate (dal pane alla pasticceria fresca, dalle verdure ai volantini) e conosce i vantaggi delle cargo-bike per la logistica è Alberto Burgassi, co-fondatore di Bici-t, una società con sede a Torino che fornisce consulenza, prodotti e servizi con mezzi a pedali per la mobilità di persone e merci e per il turismo. “Uno dei vantaggi è senza dubbio la maggiore efficienza, innanzitutto in termini di tempo -spiega ad Altreconomia-. Una cargo-bike ha in media una velocità di spostamento maggiore dei furgoni e perfino delle auto, senza contare il minor tempo necessario alla fermata, che può essere fatta anche direttamente nel punto di consegna. Un secondo vantaggio è la maggiore sicurezza stradale visto che il tasso di mortalità stradale negli incidenti causati da bici è nettamente inferiore rispetto a quelli che coinvolgono auto o furgoni. Ultimo, ma non per importanza, la riduzione di emissioni climalteranti e, di conseguenza, quella dell’impronta ecologica di tutti i prodotti trasportati, aspetto che, purtroppo, non sempre viene tenuto in considerazione anche nei prodotti che si dicono rispettosi dell’ambiente”.
Ma per passare dall’utilizzo massiccio di automobili e furgoni alle bici da carico non sono sufficienti sistemi di sharing e incentivi all’acquisto: servono anche adattamenti urbanistici e di mobilità per consentire a questi mezzi di muoversi facilmente e in sicurezza. “Servono corsie ciclabili sufficientemente larghe, dai due ai quattro metri per senso di marcia, per garantire a chi si muove in cargo-bike di farlo in sicurezza e anche agli altri ciclisti di sorpassarle”, riprende Reibold.
Questi mezzi richiedono poi parcheggi sicuri e attrezzati, oltre ad aree dedicate per il carico e scarico che non intralcino il traffico. “Sarebbe importante creare spazi per il posteggio ad esempio davanti a scuole, posti di lavoro o supermercati agevolando così le famiglie che decidono di sostituire un’automobile con una cargo-bike per le commissioni quotidiane ma che si trovano in difficoltà nel legarla ai classici archetti spesso installati troppo vicino tra loro o senza lasciare abbastanza spazio lato strada o lato marciapiede -conclude Alberto Burgassi-. In generale molto più spazio andrebbe dedicato alla mobilità attiva e non ritagliato da quello occupato dai mezzi a motore”.
Sette le città italiane censite nella dashboard dell’European cyclists’ federation: quattro (Napoli, Palermo, Roma e Firenze) non offrono però né incentivi all’acquisto né sistemi di sharing. Tra le altre, Genova ha inserito le cargo-bike tra i mezzi che possono beneficiare di un contributo fino a 800 euro all’interno di un finanziamento da 17 milioni di euro per la sostituzione di veicoli inquinanti, compresi furgoni, automobili e motorini. Mentre il Comune di Bologna ha pubblicato a settembre 2022 un bando che mette a disposizione mille euro per chi acquista una bicicletta da carico a pedalata assistita.
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