Interni
L’arte è un patrimonio
Le banche mettono a bilancio le opere in loro possesso, e le espongono nei musei che sponsorizzano per mantenerne alto il valore —
Le banche hanno bisogno dei musei. Non è un errore, è un meccanismo che permette alle prime di migliorare il proprio bilancio, mediante l’organizzazione -presso i secondi- di mostre di proprie opere d’arte riconosciute e riconoscibili.
Tra coloro che l’hanno compreso e messo in pratica -con risvolti per certi punti di vista positivi per la cittadinanza- ci sono Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bank of America Merrill Lynch. Le prime due “condividono con la collettività” il loro patrimonio. Intesa può contare infatti su 10mila opere d’arte, 1.000 delle quali esposte in tre città: Milano (Gallerie di Piazza Scala), Vicenza (Gallerie di Palazzo Leoni Montanari) e Napoli (Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano). Unicredit, a seguito di acquisizioni, ha raggiunto una collezione prossima alle 60mila opere d’arte, 4mila di sola arte contemporanea. La banca è partner del Castello di Rivoli – Museo di Arte Contemporanea, e ha stipulato accordi di comodato gratuito di lungo periodo con il Museo d’Arte Contemporanea di Roma (Macro), il Museo d’Arte Moderna di Bologna (Mambo) e Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto (Mart).
Dopodiché c’è Bank of America Merrill Lynch, che delle tre rappresenta l’esperienza pilota più interessante. È presente a Milano, come sponsor -insieme a Finmeccanica spa- del giovane Museo del 900, a due passi da Palazzo Reale in piazza Duomo. Altreconomia ha potuto visionare i contratti di sponsorizzazione e, rispetto a quello in vigore dal 2010 al 2012, quello che si profila per gli anni 2014-2015 contiene particolari “innovativi”. A fronte di una spesa complessiva di 300mila euro, la banca avrà diritto, si legge nella bozza di contratto di sponsorizzazione, “all’allestimento, all’interno del Museo del Novecento, di 1 -una- mostra (2015) della propria collezione o anche di altre collezioni indicate dallo Sponsor, a spese dello Sponsor e dopo l’approvazione dei curatori del Museo del Novecento”. Il che si aggiunge all’“organizzazione di cinque grandi eventi dedicati ad iniziative ideate dallo Sponsor, a spese di questo, in spazi e date da concordare con congruo anticipo, di cui quattro in sala Fontana -Museo del Novecento- e uno nelle sedi gestite dalla Direzione centrale cultura del Comune di Milano”. L’ultima “collaborazione” che ha visto uniti Bank of America Merrill Lynch e il Museo del Novecento ha coinciso con la mostra fotografica Conversations di e su Andy Warhol. Questa strategia, secondo l’istituto di credito statunitense, “contribuisce a garantire entrate di vitale importanza per quelle istituzioni che talvolta non dispongono di mezzi sufficienti per curare e gestire completamente delle mostre per conto proprio, e garantisce anche che la raccolta possa essere condivisa con il più vasto pubblico possibile”. Oltreché accrescere il valore del proprio patrimonio. —