L’arte del capannone
Una nuova piattaforma logistica grande quanto la città sta per sconvolgere Benevento, candidata all’Unesco. Tra i protagonisti dell’operazione, Ikea Tutto questo un giorno sarà grigio. La superficie della città di Benevento, ai piedi del massiccio del Taburno-Camposauro, sta per raddoppiare….
Una nuova piattaforma logistica grande quanto la città sta per sconvolgere Benevento, candidata all’Unesco. Tra i protagonisti dell’operazione, Ikea
Tutto questo un giorno sarà grigio. La superficie della città di Benevento, ai piedi del massiccio del Taburno-Camposauro, sta per raddoppiare.
Il Comune vuole costruire “un’altra città” fatta di immensi capannoni, centri commerciali, case (poche) e un parco urbano didattico (a mo’ di compensazione), occupando così 331 ettari della piana lungo la Telesina, la strada statale che unisce Benevento a Caianello, all’Autostrada del Sole. Tutto il progetto ruota intorno alla realizzazione della grande “piattaforma logistica” di contrada Olivola e Roseto, un’area per la movimentazione e lo stoccaggio delle merci che occuperà due terzi dell’area, almeno duecento ettari. Provate a immaginare: è un rettangolone di due chilometri per un chilometro di lato.
Un “magazzino” immenso la metà del quale sarà occupato dall’Ikea. La piattaforma logistica di Benevento, infatti, è destinata a ospitare il secondo deposito merci italiano della multinazionale olandese del mobile low-cost (vedi Ae 101) dopo quello di Piacenza. 250mila metri quadrati coperti su una superficie di almeno un milione (100 ettari), secondo un accordo di programma firmato nel 2007. Ikea funzionerà da “grande attrattore”: nelle parole di Fausto Pepe, sindaco Udeur di Benevento, e di Costantino Boffa, deputato locale del Pd, i più importanti sponsor del progetto, la presenza della multinazionale olandese aprirà il territorio ad altri investitori.
Complessivamente, la piattaforma logistica è un investimento da un miliardo di euro: l’80% dovrebbe essere coperto dai privati. L’idea ha tre “mandanti”: oltre all’Ikea, ci due sono cooperative “rosse”, Consorzio toscano costruzioni (Ctc) e Consorzio Etruria (tra i soci sovventori figurano Monte dei Paschi di Siena, Cassa di risparmio di San Miniato e Banco di Lucca): sono loro ad aver avanzato la richiesta al Comune, e ad aver sottoscritto un accordo di programma nel maggio del 2007. Ctc ha anche aperto un ufficio a Benevento, ma i responsabili della cooperativa non hanno voluto parlare con noi.
Benevento, baricentrica tra Tirreno e Adriatico, è da sempre il punto di passaggio dell’Appennino: l’attraversa il percorso dell’antica via Appia, che univa Roma al porto di Brindisi. Oggi diventa lo snodo fondamentale per l’interconnessione tra due dei dieci programmati “corridoi multimodali paneuropei”: il numero 1 (Berlino-Palermo) e l’8 (Bari-Varna, la terza città della Bulgaria). A progetto ultimato, si stima che 11 milioni di tonnellate di merci arriveranno in città, ogni anno, da tutta Europa: è questa la ricetta per lo sviluppo della città, “per togliere il Sannio dall’isolamento economico” spiegano gli amministratori, e passa per il transito di almeno mille camion al giorno. Tanto cemento e il rischio di congestionare le strade, quindi. È per questo che gli ambientalisti di “Altrabenevento, associazione per la città sostenibile contro il malaffare” (www.altrabenevento.org), e di “Sannio in movimento per l’identità e l’autonomia del territorio” si oppongono al progetto: “Per i politici locali trasformare Benevento in una città metropolitana è un mito”, spiega Rito Martignetti di Sannio in movimento, che dalla colonne di un settimana locale, Messaggio d’oggi, invita la cittadinanza a un referendum consultivo sulla piattaforma logistica, “un progetto che non era nel Programma di mandato del Sindaco” aggiunge Martignetti.
Per il momento lo studio di fattibilità del progetto, che noi di Ae abbiamo visto, resta chiuso nel cassetto di Angelo Mancini, dirigente del settore Programmi complessi del Comune di Benevento: “Stiamo disegnando oggi la città che sarà tra vent’anni” racconta Mancini.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’approvazione del nuovo Piano urbanistico comunale (Puc), che andrà a sostituire il Piano regolatore generale del 1986 e che dovrà modificare la destinazione urbanistica di alcune aree interessate dal progetto della piattaforma logistica. In particolare, oltre a zone destinate ad insediamento industriale ci sono aree agricole, qualche decina di abitazioni ma anche una superficie demaniale, un ex campo di aviazione militare usato durante la Seconda Guerra Mondiale che oggi ospita l’Aeroclub di Benevento. L’iter avanza a rilento: secondo Vincenzo Fioretti di Altrabenevento “deve far concidere troppi interessi. Intanto, in assenza del Puc, Provincia e Regione hanno approvato nuovi strumenti urbanistici: nessuno prevede la localizzazione di una piattaforma logistica nel benevento”. Sono il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) e il Piano territoriale regionale ( approvato con la legge regionale n. 13 del 2008) che indica solo tre interporti in Campania, quelle di Marcinise/Maddaloni (nel casertano), Nola e Salerno/Battipaglia.
I numeri diffuso dal Comune parlano di 2.500 addetti al funzionamento del polo logistico, che sulla carta sarà pronto nel 2011. Altre mille persone dovrebbero trovare lavoro nelle altre attività che si insedieranno nelle aree industriali e dei servizi. Sono pochi, pensando che Benevento li baratta con il futuro di un territorio a vocazione agricola. “Vendono un sogno perché non sanno affrontare la realtà”: l’architetto Francesco Bove non crede nelle potenzialità della piattaforma logistica, e ha le idee chiare: “Nel dicembre della 2006, la Regione Campania ha sancito di voler diventare una ‘Regione logistica’: questa visione ha ancora senso nel 2009, con la crisi economica in atto? Non capisco -conclude- come riusciranno a sopravvivere senza spopolarsi i piccoli centri della provincia”. “L’area intorno alla città è già piena di spazi vuoti, edificati -spiega Sandra Sandrucci, avvocata e attivista di Altrabenevento-: potrebbero essere utilizzati per ospitare la piattaforma logistica. Ci sembra che lo sviluppo del Mezzogiorno, in questo quadro, resti solo una questione di costruzione di nuove infrastrutture”. Adesso la crisi si è messa di traverso, e frena il progetto: “Ikea aveva chiesto un capannone entro la fine del 2009, ma la consegna è slittata di un paio di anni” racconta l’onorevole Costantino Boffa, già segretario particolare di Antonio Bassolino. Per Boffa l’importante è partire. Ikea basta ed avanza, anche se per il momento non c’è nessun altro gruppo interessato ad investire.
L’arcobaleno che volge al grigio
La macchia viola qui a fianco indica l’area destinata alla logistica, il 60,9% della superficie della Piattaforma logistica di Benevento. L’arancio, invece, le residenze (2,9%) e il verde il parco urbano (15,9%), lungo la statale Telesina. Terziario e servizi commerciali (insieme, il 10,8% della superficie) sono invece quelle colorate di celestino e rosso. Ecco l’arcobaleno del progetto che cambierà il volto di Benevento. Insieme ad altri due: la trasformazione in autostrada a pedaggio della Benevento-Telese- Caianello (i lavori -un project financing- dovrebbero partire entro il 2011), e lo sviluppo della rete ferroviaria ad Alta capacità tra Napoli e Bari, che attraversa il Sannio. Per questo secondo progetto, il 1° agosto del 2008 è stato firmato l’Accordo di programma integrativo tra Regione Campania e Governo e, nella stessa occasione, spiega l’onorevole Costantino Boffa, “è stata finanziata con carattere di priorità la tratta sannita Cancello-Frasso Telesino, per la quale è stata appostata una integrazione di finanziamento di 708 milioni di euro”. Intanto, la Piattaforma logistica che ancora non c’è è già finita al centro di un’inchiesta, della procura di Santa Maria Capua Vetere (Ce) nel gennaio 2008 su presunti casi di concussione nella sanità campana, che ha decapitato i vertici campani dell’Udeur. In quell’occasione era finito agli arresti domiciliari anche l’ingegnere Carlo Camilleri, consuocero di Clemente Mastella, allora ministro. Camilleri venne intercettato mentre parlava dell’esigenza di far parte del progetto, e di volerne parlare con il sindaco Fausto Pepe. Anche Pepe venne arrestato in quell’occasione. L’inchiesta non è conclusa.
Le strade di Lerka
Le colline e le montagne del Sannio sono i sentieri dei camminatori di “Lerka Minerka”, un’associazione di “vaga…monti” con sede a San Giorgio del Sannio. Lerka Minerka organizza gite e iniziative per riscoprire la cultura del camminare e rivalutare “le capacità di percezione e di relazione dell’uomo con la natura”, nel rispetto delle tradizioni locali. Obiettivo: valorizzare il territorio e l’intero patrimonio naturale del beneventano, lerkaminerka.com