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Interni / Reportage

L’archivio che custodisce le memorie delle lotte operaie all’ex Snia di Roma

la tessera di riconoscimento e altri documenti di Maria Baccante, partigiana e operaia della Cisa Viscosa, poi divenuta Snia, tra il 1946 e il 1949 © Francesco Sellari

Nei fascicoli abbandonati nello stabilimento, nomi, volti e lotte delle donne che filavano la “seta artificiale”. Ora si trovano al Centro di documentazione territoriale intitolato all’operaia e partigiana Maria Baccante

Tratto da Altreconomia 273 — Settembre 2024

La foto risale probabilmente agli inizi degli anni Quaranta. Ritrae un gruppo di donne in un’improvvisata sala d’attesa. L’aria seria, poche accennano un sorriso. Alcune in camice bianco, altre nero. Sono operaie dell’allora Cisa Viscosa, poi divenuta Snia. Siamo a Roma, via Prenestina 175, non lontano da Porta Maggiore. La Cisa produceva la cosiddetta “seta artificiale” a partire da fogli di cellulosa. Lo stabilimento arrivò a impiegare oltre 2.300 operai all’inizio degli anni Trenta. Entrò in crisi dopo la Seconda guerra mondiale e chiuse nel 1955. “Forse erano in attesa di una comunicazione aziendale o di prendere lo stipendio”, spiega Roberto Rapiti. Sua madre, Adriana Di Lazzaro, è in seconda fila, la prima sulla sinistra, di profilo. C’è anche la futura zia, Luigina Pasetto, sulla destra, la bocca coperta dalla compagna che le sta davanti. È l’unica foto conosciuta di operaie della ex Snia di Roma.

Rapiti ha donato la foto all’Archivio storico Viscosa che custodisce i document

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