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Ambiente

La ragnatela lombarda

La società Serravalle è al centro del risiko infrastrutturale dell’intero Nord-est d’Italia. Tra Expo, politica e banche

Tratto da Altreconomia 137 — Aprile 2012

"Serravalle è il ‘motore fuso’ del sistema autostradale lombardo”. Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia, in merito ha le idee chiare: la società controllata dalla Provincia di Milano, finita nel mirino della procura di Monza nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge l’ex presidente Filippo Penati, “dal 2004 ha spostato il baricentro su attività costose e sterili, visti i risultati, di progettazione e acquisizioni societarie, piuttosto che dedicarsi alla sua naturale funzione di concessionario e gestore”. Oggi, continua Balotta, Serravalle “ha il 68% di Pedemontana, il 38% di Tem, e l’8% di BreBeMi”: è azionista, cioè, della società concessionarie dei tre progetti autostradali da realizzare in vista dell’Expo 2015. “Serravalle -calcola l’esponente di Legambiente- deve investire mezzo miliardo in aumenti di capitale per i ‘prestiti ponte’ di Pedemontana, Tangenziale Est esterna di Milano e BreBeMi”, necessari per avviare i lavori in attesa di chiudere i finanziamenti con le banche, “cifra impensabile per gli attuali flussi finanziari della Provincia di Milano”.
Sui conti dell’ente, e della controllata Asam (attraverso cui la Provincia detiene le azioni di Serravalle) pesa ancora il debito contratto -nel 2005- per acquisire dal gruppo Gavio il 15% delle azioni della società: un mutuo da 260 milioni di euro, sottoscritto con Banca Intesa. C’è però chi guarda a Serravalle con altre lenti, e vede solo un potenziale attore chiave nel risiko autostradale che potrebbe partire, a breve, nel Nord-est del Paese: “Serravalle ha una doppia natura: è holding di partecipazioni, ed è concessionaria -ha spiegato l’attuale presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà-: ci dovrà essere, allora, una fusione tra Tem, Autostrade Lombarde e Serravalle, con cessione del ramo di concessione. Sotto una stessa entità possano stare tutte le concessionarie. Pedemontana, BreBeMi, e perché no -se mai volesse- anche Serenissima”, ovvero la concessionaria dell’autostrada Brescia-Padova, il cui primo azionista è Intesa Sanpaolo. Ciò creerebbe “il terzo gruppo autostradale italiano, in Pianura Padana, laddove i flussi sono i più certi che si possono avere” secondo Podestà. Parole che paiono ricalcare quelle registrate in una intercettazione agli atti della Procura di Monza: Maurizio Pagani (manager di Intesa, indagato) parla con un suo omologo, che lavora per un istituto del gruppo Unicredit, e descrive lo stesso scenario. Una maxi-aggregazione di cui l’ex ceo di Intesa e attuale ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera avrebbe già informato Fabrizio Palenzona, vice presidente di Unicredit ma -soprattutto- presidente di Aiscat, l’associazione tra i concessionari autostradali. Per completare l’operazione, le autostrade vanno fatte: a inizio marzo, così, Fabio Terragni, ad di Tangenziale Esterna spa (nella foto sopra) ha annunciato l’apertura dei cantieri entro fine mese. L’opera costerà ben 2 miliardi di euro, ma si parte (per ora) certi solo di un “prestito ponte” di 120 milioni: lo hanno concesso Biis (gruppo Intesa Sanpaolo), Ubi-Centrobanca e Banca popolare di Milano.

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