Terra e cibo / Attualità
La preziosa Biblioteca dell’agrobiodiversità della Rete Semi Rurali
In una fase in cui si tende alla chiusura degli spazi culturali, la rete ne ha aperto uno nuovo a Scandicci (Firenze): raccoglie 1.700 monografie, 80 riviste e 50 documenti audiovisivi nelle aree tematiche “Casa delle sementi”, “Seminare il cambiamento”, “Ricercazione” e “Comunità”
Sugli scaffali della Biblioteca dell’agrobiodiversità ci sono 1.700 monografie, 80 riviste e 50 documenti audiovisivi. Affrontano i temi della biodiversità in campo, vegetale e animale, dell’agricoltura e delle varietà dei semi. I volumi sono stati raccolti in anni di lavoro, ricerca e convegni dalla Rete Semi Rurali e donati da soci o sostenitori dell’associazione: dal novembre 2021 sono a disposizione di tutti negli spazi della Rete a Vingone, quartiere del Comune di Scandicci in provincia di Firenze.
“Due anni fa la Rete ha iniziato a riflettere su come organizzare i volumi, gli opuscoli e le riviste accumulati con l’obiettivo di rendere questo materiale fruibile su una scala più ampia”, spiega ad Altreconomia Chiara Degl’Innocenti che si è occupata della catalogazione dei testi. “Abbiamo iniziato a valutare quanto avevamo a disposizione e poi siamo passati a sistematizzare il materiale. Il risultato ottenuto è significativo perché sono presenti libri, atti di convegni e di congressi che non sarebbero altrimenti reperibili altrove”. I volumi sono suddivisi seguendo due procedure: una parte dei testi segue il metodo di classificazione Dewey, ovvero quello standard, mentre la sezione più cospicua è costituita da materiali con contenuti ripartiti secondo le aree tematiche di cui si occupa l’associazione: “Casa delle sementi”, “Seminare il cambiamento”, “Ricercazione” e “Comunità”. Il nucleo sarà poi ampliato attraverso campagne di acquisto o donazioni anche di fondi privati specializzati.
“Volevamo che questa suddivisione rispettasse l’attività quotidiana delle Rete e la riproponesse. È una catalogazione che già suggerisce un punto di vista sui temi affrontati nei libri”, aggiunge Degl’Innocenti. Grazie alla collaborazione con la biblioteca di Scandicci, i testi sono entrati a fare parte del Sistema documentario integrato dell’area fiorentina (Sdiaf), il gruppo di archivi e biblioteche di Firenze, che ha supportato la Rete nella classificazione e collocazione dei volumi. “Ci piacerebbe che la biblioteca diventi un luogo di aggregazione, uno spazio dove organizzare presentazioni di libri ed eventi. Il suo patrimonio librario è una ricchezza e vorremmo coinvolgere i cittadini in attività culturali, accanto agli studenti universitari e degli istituti tecnici agrari”, conclude. La biblioteca -finanziata anche dal Bando invernale dell’assessorato alla cultura del Comune di Scandicci oltre che dai contributi della Fondazione Cr Firenze e del Banco Fiorentino- è aperta il martedì mattina, dalle ore 9 alle 13, e il giovedì pomeriggio dalle ore 14 alle 18. A oggi è possibile solo la consultazione in loco, mentre in un secondo momento si provvederà al servizio del prestito.
“In una fase in cui si tende alla chiusura degli spazi culturali, noi abbiamo pensato di agire in modo contrario aprendone uno nuovo”, spiega Riccardo Bocci, agronomo, direttore della Rete Semi Rurali ed editorialista di Altreconomia. “Non volevamo che il nostro patrimonio, anche se molto specialistico, rimanesse solo a nostra disposizione. Nella biblioteca ci sono testi che è difficile trovare in circolazione. Un esempio è ‘Biodiversità e futuro dell’alimentazione’, pubblicato nel 1993 dalla casa editrice Red Edizioni, traduzione dall’inglese del testo di Cary Fowler e Pat Mooney. Un punto di riferimento fondamentale per chi si occupa della materia”.
La biblioteca è stata creata in continuità con gli altri spazi dell’associazione che nello stesso edificio dispone anche di altri luoghi aperti al pubblico: 350 metri quadrati in cui la Rete ha realizzato uno spazio di lavoro per il suo staff, un’aula didattica e la “Casa delle sementi” dove sono identificati, selezionati e conservati centinaia di semi di varietà locali oltre alle popolazioni evolutive di cereali. La materia prima proviene dalle due campagne di semina organizzate dalla Rete ogni anno in autunno e primavera. Una parte è fatta crescere nelle parcelle di riproduzione che si trovano nei campi dell’azienda agricola biologica “Floridda” a Peccioli (FI) dove ogni anno si tiene l’evento “Coltiviamo la biodiversità”, incontro che affronta i temi della riproduzione e commercializzazione di popolazioni e varietà locali. Dopo la raccolta, è diffuso un catalogo a soci e sostenitori con le disponibilità di verità e popolazioni che gli agricoltori possono chiedere. Chi lo fa deve informare la Rete dei risultati ottenuti in campo, oltre ai dati raccolti e alla destinazione del prodotto. È poi tenuto a restituire alla fine dell’annata agraria un quantitativo di semente doppio rispetto a quello ricevuto e dichiara inoltre di non assumere alcun diritto sul prodotto delle risorse genetiche.
“Tra le prossime attività, vorremmo avviare collaborazioni con le scuole del territorio -aggiunge Bocci- coinvolgendo anche gli ortisti degli orti urbani di Scandicci che nella biblioteca potranno trovare manuali e testi utili”.
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