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Ambiente

La Francia si ribella al gas di scisto

Gaz de Schiste: ni ici, ni ailleurs. Gas di scisto: né qui né da nessun’altra parte. All’insegna di questo motto è stata organizzata la grande mobilitazione sull’energia che ha avuto luogo dal 26 al 28 agosto a Lezan, nel sud…

Gaz de Schiste: ni ici, ni ailleurs. Gas di scisto: né qui né da nessun’altra parte. All’insegna di questo motto è stata organizzata la grande mobilitazione sull’energia che ha avuto luogo dal 26 al 28 agosto a Lezan, nel sud della Francia.

Tema centrale della manifestazione, promossa e organizzata dai comitati locali francesi contro l’estrazione del gas di scisto, è stato proprio quello di partire dal terreno comune del’opposizione alla nuova grande minaccia per i cittadini francesi e non solo e ragionare sulle possibili convergenze energetiche per un futuro sostenibile in Europa e altrove.

Lo sviluppo di nuove tecnologie estrattive unito alla forte spinta a sfruttare fino all’ultima goccia le riserve esistenti di combustibili fossili ha portato migliaia di cittadini francesi in prima linea. Agricoltori, ma anche liberi professionisti, studenti, mamme e nonne, uomini e donne di tutte le età e ceti sociali sono i protagonisti di questo fronte unito che ha spinto il governo di Parigi a fare un passo indietro dopo solo pochi mesi dall’inizio delle operazioni di ricerca.

A gennaio del 2011è iniziata a circolare la mappa delle nuove concessioni per l’estrazione di “gas e petrolio di scisto” concesse dal governo francese a compagnie per lo più straniere e già note per le loro attività estrattive in altri Paesi, incluso il Canada per le sabbie bituminose. Da quel momento è partita la mobilitazione inizia in tutti i territori coinvolti, con la formazione di comitati locali e prese di posizione pubbliche che hanno messo in difficoltà l’esecutivo. A maggio ha avuto luogo la prima uscita pubblica unitaria di tutti i comitati, con decine di proposte di legge unite in un testo unico che richiedeva il ritiro e l’annullamento di tutte le concessioni emesse dal governo. La risposta sibillina del governo francese è arrivata a giugno, con un’opinione legale che annunciava la sospensione delle attività di esplorazione (ma forse non di ricerca?) fino a quando non si fosse trovata una tecnologia migliore a quella del “fracking” – attualmente utilizzata dall’industria – che permetta di ridurre l’impatto ambientale delle operazioni. Una risposta che sembra puntare solo a guadagnare un po’ di tempo, aspettando magari di vedere i risultati delle elezioni presidenziali del prossimo maggio per poi muovere i prossimi passi.

“E’ una vittoria, ma non è finita qui” dicono i comitati francesi nelle diverse sessioni dell’incontro di Lezan. “La mobilitazione deve continuare, dobbiamo parlare con tutti, rimanere nelle strade, aiutare i cittadini francesi a capire che questa del gas di scisto e dell’estrazione di petrolio e gas non convenzionale è una minaccia per il Pianeta intero e non solo per le persone che vivono nei pressi delle concessioni, in Francia o altrove”. Alte emissioni di CO2 e altri inquinanti, fino a cinque volte superiori all’estrazione convenzionale di idrocarburi, la distruzione di centinaia di ettari di territorio agricolo e la necessità di enormi quantità di acqua per separare il gas dalle rocce che lo contengono sono tra gli elementi principali che hanno spinto i cittadini francesi a mobilitarsi.

“Nucleare, biocarburanti, gas e petrolio convenzionale o non convenzionale: sono tutti aspetti dello stesso problema, un modello di produzione e consumo ultra- energivoro che non può sopravvivere a lungo” ci ha detto Christian Berdot, dell’organizzazione francese Les Amis de la Terre, che assieme a Attac France, Greenpeace, alla coalizione “Sortir du nucleaire” e numerosi altri gruppi ambientalisti e per il diritto all’acqua stanno partecipando alla mobilitazione.

La manifestazione, a cui hanno partecipato diverse migliaia di persone, si è conclusa con una dichiarazione finale (http://www.convergenceenergetique.org/) che apre ai prossimi appuntamenti locali, nazionali e internazionali dove il tema dell’energia e della sostenibilità energetica sarà centrale. Primo di tutti il G20 di Cannes, e la contro mobilitazione di Nizza, in programma dal 1 al 4 di novembre 2011, ma anche il vertice sul clima di Durban (Sud Africa) a dicembre, il Forum alternativo mondiale sull’acqua dal 10 al 18 marzo 2012 e il vertice sull’ambiente di Rio nel giugno 2012.

 

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