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Altre Economie / Varie

La fibra equa del cotone

Le nuove t-shirt di Pace e sviluppo sono biologiche e arrivano dall’India, un’alternativa nel distretto di Tiripur —

Tratto da Altreconomia 160 — Maggio 2014

L’abbigliamento equo si arricchisce di un nuovo prodotto. È la collezione di magliette realizzata dalla cooperativa Pace e sviluppo di Treviso, una filiera 100% biologica, nata nel distretto industriale di Tirupur in India: un’esperienza unica nel suo genere. Il cotone è la fibra più importante della produzione tessile mondiale, rappresentandone il 40%. Meno di 20 imprese controllano circa il 30% del commercio globale: la Cina è il principale produttore; seguono India, Stati Uniti e Pakistan.
L’India annovera un quarto dell’intera superficie mondiale coltivata a cotone. E, come è facile intuire, nel corso degli anni il sistema di produzione ha visto un progressivo peggioramento delle condizioni dei produttori.
Il 75% di questi -che sono circa 16 milioni- sono piccoli contadini, primo anello di una filiera che dà lavoro a quasi 100 milioni di individui.
L’industria tessile di Tirupur impiega fino a mezzo milione di persone, il 70% delle quali attive nelle unità di maglia e cucito. In questo contesto opera Assisi Garments: nata nel 1994, l’organizzazione è una creatura della locale comunità di suore francescane, che decidono di dare lavoro giusto e onesto a ragazze poverissime. Oggi sono oltre 300 le impiegate di Assisi Garments, di cui oltre un centinaio con disabilità. Negli anni, il commercio equo e solidale italiano ha incontrato questa realtà, ad esempio con progetti di Altromercato e AltraQualità, anche perché Assisi utilizza solo cotone 100% biologico (ed è socia di WFTO, l’organizzazione mondiale del commercio equo). Le magliette di Pace e sviluppo sono interamente realizzate da Assisi Garments, e recano frasi di donne celebri e importanti: “Non sono addomesticabile” (Alda Merini), “La gioia è la nostra fuga dal tempo” (Simone Weil), “L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona” (Rigoberta Menchù), “Le donne belle sono quelle felici” (Audrey Hepburn). Altre informazioni sul sito dedicato: 2b2.4passi.org

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