Interni
La chiesa è di tutti
Storia e presente del dissenso cattolico: una mappa delle esperienze ecclesiali di frontiera. Dai gruppi di base a preti e laici “non allineati” —
Vista dal basso è tutta un’altra Chiesa: “La Chiesa di tutti” è il libro che racconta il cammino di quel “popolo di Dio”, plurale e non allineato, eredità del Concilio Vaticano II. Un “fiume carsico” -lo definiscono gli autori Valerio Gigante e Luca Kocci– di gruppi, movimenti ed esperienze di base inseriti nel tessuto ecclesiale ma -non da oggi- assai critici verso le posizioni del Vaticano e della Cei.
Una vera e propria mappa dei cattolici del “dissenso”, del “fermento” e del “disagio” che chiedono alla Chiesa un profondo rinnovamento: ne fanno parte decine di realtà dalle comunità cristiane di base (come Le Piagge di Firenze) a movimenti come “Noi siamo Chiesa”; dai gruppi di omossessuali credenti ai preti operai, a tanti altri preti in prima linea, da soli o insieme alle associazioni, a favore della pace e dei diseredati, in Italia o nel Sud del mondo. Realtà che scorrono nelle “profondità” della Chiesa cattolica e sono tutte accomunate dalla speranza di una Chiesa “di tutti e dei poveri”, come preconizzato dall’ultimo Concilio. Un cambiamento di cui il pontificato di Jorge Mario Bergoglio lascia forse oggi intravvedere i primi segni . Un libro “politico”, dedicato a chi -credente o non credente- ha perso negli anni la fiducia in una Chiesa lontana e dogmatica.
Qui il lettore potrà scoprire che sono innumerevoli le persone e le organizzazioni che affrontano apertis verbis gli argomenti più scottanti, come il rapporto con il denaro e le cosiddette questioni “non negoziabili”, quali la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, la condanna senza eccezioni di aborto ed eutanasia; la difesa del matrimonio tra uomo e donna e la censura di ogni altra forma di convivenza e di unione, sia omosessuale che eterosessuale; o il bastione della “libertà religiosa e di educazione”, leggi il sostegno economico alle scuole cattoliche.
Gli autori, entrambi giornalisti dell’agenzia Adista (www.adistaonline.it), entrano nel cuore delle questioni e provano a ricucire la trama che il Concilio Vaticano II aveva pazientemente tessuto. Come ben esprimono le parole scritte dai Viandanti -una rete che raccoglie molti gruppi cattolici di base, che nel marzo 2013 ha scritto una lunga lettera aperta alla Chiesa italiana, auspicando “la necessità del ritorno ai temi essenziali del Vangelo e, insieme, la coscienza della complessità culturale e delle sfide reali che ciò comporta”. E come diceva don Lorenzo Milani: “Riteniamo necessario nella Chiesa il confronto libero tra le diversità esistenti: la libertà di pensiero deve essere accettata senza emarginazioni, avendo presente che l’obbedienza, in certi casi, non è una virtù”.
Scrive nella sua intensa prefazione don Paolo Farinella, biblista e “prete dal cuore laico”: “Il Concilio Vaticano II […] fu solo l’inizio, non il punto di arrivo di un processo di rinnovamento. Il ritardo, anzi la sospensione e il tentativo di farlo abortire, operati in modo subdolo e meschino da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, hanno trasformato l’evento più significativo della Chiesa cattolica degli ultimi 4 secoli in un’opera incompiuta. […] è in questo contesto che la Chiesa deve prendere posizione e deve dire da che parte stare. Non basta più affermare il principio teorico della “Chiesa dei poveri”, è necessario dire anche “perché” la Chiesa deve essere povera e “perché”, nonostante i progressi della scienza e della tecnica e uno sviluppo che ha coinvolto l’umanità intera, i poveri sono sempre più poveri, mentre i ricchi sono sempre più ricchi. Questo ri-posizionamento della Chiesa nel cuore del mondo, sulla logica del principio -questo sì, mai negoziabile- di essere ‘nel mondo, ma non del mondo’ (Giovanni 12, 8; 17, passim) costringe a buttare all’aria -buona!- tutti gli orpelli e le suppellettili accumulate nei secoli e che sono serviti solo a nascondere il volto umano e materno della Chiesa, ad appesantire il suo passo e a smarrire il suo obiettivo primario che è l’ecclesialità della testimonianza”. E ancora: “È tempo che ‘l’altra Chiesa’ […] torni a sperare perché l’alba è cominciata e ‘il Regno di Dio è dentro di voi’ (Luca, 10,9)”.
“La Chiesa di tutti. L’altra Chiesa: esperienze ecclesiali di frontiera, gruppi di base, movimenti e comunità, preti e laici non allineati”, di Valerio Gigante e Luca Kocci, 192 pagine, 14 euro. In libreria, nelle botteghe del commercio equo e solidale e su www.altreconomia.it —