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La Banca europea per gli investimenti non scommette sulla miniera di Tenke, in Congo

La Banca europea per gli investimenti (Bei) non sosterrà finanziariamente il controverso progetto estrattivo nella Repubblica democratica del Congo A Tenke, nella Repubblica Democratica del Congo, ci sono le miniere di rame e cobalto più grandi al mondo. Ma Tenke…

La Banca europea per gli investimenti (Bei) non sosterrà finanziariamente il controverso progetto estrattivo nella Repubblica democratica del Congo

A Tenke, nella Repubblica Democratica del Congo, ci sono le miniere di rame e cobalto più grandi al mondo. Ma Tenke è da tempo oggetto delle perplessità della società civile locale e internazionale (Counterbalance, di cui è membro fondatore l’italiana Campagna per la riforma della Banca mondiale), accoglie molto positivamente la notizia che la Banca europea per gli investimenti non finanzierà il controverso progetto minerario, a causa della quasi totale mancanza di trasparenza e una serie di accuse per un caso di corruzione.
Nel luglio del 2007 il consiglio dei direttori della banca di sviluppo dell’Unione europea aveva approvato un prestito di 100 milioni di euro per il progetto, nel quale la compagnia estrattiva americana Freeport McMoRan detiene la quota di maggioranza. Grazie alle pressioni delle Ong, al sostegno economico era stato collegato il rispetto di alcune condizioni riguardanti la revisione del contratto, dal momento che una commissione intergovernativa congolese aveva espresso la necessità che lo stesso contratto fosse rinegoziato a causa di una serie di irregolarità. Oltre alla mancanza di trasparenza, si contestavano alcuni pagamenti già eseguiti, dei latenti conflitti di interesse, persone sfollate senza le dovute compensazioni e le condizioni molto sfavorevoli imposte all’esecutivo locale.
La Banca europea per gli investimenti ha preso atto che tra il governo di Kinshasa e il consorzio responsabile dello sfruttamento della miniera non è stata raggiunta alcuna intesa e che di conseguenza le condizioni richieste non sono state osservate, ragione per cui si è dovuta tirare indietro. L’istituzione con sede a Lussemburgo ha però manifestato l’intenzione di ritornare sul progetto, qualora in futuro lo stallo negoziale dovesse sbloccarsi.
Counterbalance chiede alla Banca di “dimenticare” Tenke e più in generale di riconsiderare il suo sostegno a simili progetti estrattivi, che hanno impatti molto negativi sull’ambiente e contribuiscono ai cambiamenti climatici. “Dopo quanto accaduto per Tenke, ci auguriamo che la Banca europea per gli investimenti, in accordo con i governi europei, promuova una revisione esterna del settore estrattivo e sia più attenta alle indicazioni della società civile nella fase di selezione e valutazione dei progetti.” ha dichiarato Caterina Amicucci della Crbm.

* Campagna per la riforma della Banca mondiale

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