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Esteri / Reportage

In Bangladesh i lavoratori del tessile lottano per un salario dignitoso

Manifestanti e sindacalisti a Nischintapur chiedono giustizia e salari dignitosi di fronte all’edificio della ex fabbrica tessile Tazreen Fashions. È il 24 novembre 2023, anniversario dell’incendio che nel 2012 ha provocato la morte di 112 lavoratori © Giuliano Battiston

L’ultima revisione del 2023 ha fissato a 12.500 taka il minimo contrattuale. Una crescita del 56% che però non è sufficiente vista l’impennata dei prezzi dei beni alimentari e l’inflazione record. Le proteste dei sindacati non si fermano

Tratto da Altreconomia 269 — Aprile 2024

“I sindacati? Scherziamo? In questa fabbrica non li voglio. Non sono altro che broker: succhiano soldi sia dai proprietari sia dai lavoratori”. Al solo sentir parlare di sindacati, Mohammmad Abdul Kayum Khan salta sulla poltrona, nel suo ufficio al secondo piano dell’edificio che ospita la Goldstar Garments, l’azienda tessile di cui è responsabile della produzione.

Siamo sulla Birulia road, nel distretto di Savar, nella cintura industriale del tessile a Nord di Dacca, la capitale del Bangladesh. In quest’area si produce una parte importante della ricchezza del Paese, la cui economia nell’ultimo decennio è cresciuta più velocemente di tutto il resto del Sud-Est asiatico, prima di frenare a causa della pandemiada Covid-19 e dell’aumento dei costi dell’energia in seguito al conflitto in Ucraina.

È venerdì, giorno di festa, ma si lavora: “C’è una consegna importante. Vada pure a farsi un giro nei reparti, non abbiamo niente da nascondere, ma niente foto”, si raccomanda Kayum

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