Ambiente / Opinioni
Il petrolio ha i giorni contati: ecco sette perché (a partire da Parigi)
Il prezzo del greggio ai minimi storici. Colpa del fracking? No: picco di produzione, convenienza delle rinnovabili e lotta ai cambiamenti climatici hanno messo in guardia il cartello dei produttori.
Meglio liberarsene il prima possibile
3. Il fracking non sta dunque rispetto al pozzo petrolifero “come internet sta alla carta stampata” -come scrive il professor Penati-. Internet sono invece le rinnovabili.
4. Il picco di produzione del petrolio si avvicina inesorabilmente.
5. Uno studio pubblicato su Nature nel 2015 dimostra che per contenere il riscaldamento globale devono rimanere sottoterra l’80% delle riserve di carbone conosciute ed estraibili, metà del gas e un terzo del petrolio che saremmo in grado di estrarre. È di questo che si sta discutendo a Parigi, e dalle decisioni prese a Parigi verranno determinati gli scenari energetici dei prossimi decenni.
6. Anche per questo motivo, chi investe ancora sui combustibili fossili nonostante il cambiamento climatico -e le misure per contrastarlo- sta rischiando somme più che ingenti. Si tratta di circa 2mila miliardi di dollari nei prossimi 10 anni, secondo quanto stimato da un rapporto del think tank "Carbon Tracker". Continuare a insistere in progetti o investimenti a “base fossile” non potrà che rivelarsi una scelta “antieconomica”. Una vera e propria “bolla” e l’Italia -con la multinazionale Eni, che rischia 37,4 miliardi- è tra i primi 15 Paesi al mondo più esposti.
7. Il “cartello” dei produttori di petrolio, Opec in testa, non tiene i prezzi bassi per ostacolare lo sviluppo del fracking o aumentare la domanda. I produttori di petrolio sanno -da tempo- che per il petrolio non c’è più futuro, e se ne vogliono liberare il prima possibile. L’hanno ben descritto due analisti (Bansal e Kirk) sulla rivista di Deutsche Bank lo scorso febbraio: "Vi è ora molto più ottimismo per un accordo globale alla conferenza ONU sul clima di Parigi alla fine di quest’anno. […] In questo scenario (un accordo con severi limiti di emissioni di CO2, ndr) la natura del petrolio si modifica, passa da essere una merce rara che aumenta di valore con il tempo, ad un bene deperibile governato da dinamiche ‘usalo o perdilo‘".