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Ambiente / Reportage

Il “mare di nessuno” tra Pisa e Livorno. La biodiversità è a rischio

Una veduta dall’alto del Parco di Massaciuccoli e San Rossore, con all’orizzonte le Alpi Apuane © Luigi Volpi

In Toscana pescatori e attivisti del gruppo “God save the queen” documentano da anni pratiche illegali e danni all’ecosistema, mentre i volontari di Sea Shepherd mappano e rimuovono migliaia di trappole abusive. Le autorità latitano

Tratto da Altreconomia 277 — Gennaio 2025

L'albero di una barca a vela affondata emerge dalle acque del piccolo porto turistico di Marina di Pisa, dove sta partendo la barca di Marco (i nomi sono stati cambiati per garantire l’anonimato alle persone intervistate), pescatore amatoriale da oltre quarant’anni.

Mette in moto la pilotina e si dirige verso il punto dove le acque marroni del fiume Arno incontrano l’azzurro del mare dell’arcipelago Toscano. Proprio lungo queste coste, Marco e altri attivisti ambientali hanno fotografato e registrato video che documentano le attività di pesca illegale realizzate vicino alle spiagge o nelle aree protette che circondano la foce del fiume, che a sinistra confluisce nell’Oasi Wwf Dune di Tirrenia e a destra nel Parco di San Rossore, parte del Santuario dei cetacei.

Per denunciare le illegalità, Marco e un’altra cinquantina tra pescatori e pescatrici amatoriali e amanti del mare hanno deciso di fondare “God save the queen”. Ispirato alla canzone dei Sex Pistols del 1977, il gruppo inf

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