I rom manifestano per i diritti
Secondo i rilevamenti dell’ennesima ricerca sulla sicurezza, ben otto italiani su dieci pensano che i campi rom vadano sgomberati, perché gli “zingari” sono pericolosi. La stessa ricerca – pubblicata oggi su Repubblica – mostra una popolazione – gli autoctoni italiani – in preda a una fobia irrazionale: hanno paura degli stranieri in quanto tali e non hanno la minima idea della condizione dei migranti nel nostro paese, credono che i tassi di criminalità siano aumentati a dismisura (e non è vero), invocano le ronde per tutelarsi dai pericoli che suppongono esistere in città (ma non ci sono) e finiscono per alimentare un clima di intimidazione, creando un circolo vizioso utile solo agli imprenditori politici e morali della paura.
Su queste irrazionali paure da molto tempo sindaci e leader politici costruiscono i propri programmi politici, e i media fanno a gara per rilanciare e legittimare tutte le “percezioni” e le fobie, per quanto irrazionali siano: il risultato è che il razzismo sta diventando senso comune e che le politiche discriminatorie assumono forma di legge (o di decreto legge).
Se ne accorgono bene all’estero: basta leggere i quotidiani stranieri (ieri Le Monde denunciava in prima pagina la discriminazione dei rom in Italia), o dare un’occhiata alle dichiarazioni del commissario Onu per i diritti umani, o scorrere il Rapporto 2008 di Amnesty International. In Italia, nel discorso pubblico, sta sparendo la razionalità e la xenofobia diventa la regola. Qualsiasi argomento è buon per legittimare le discriminazioni. Se a Mestre dei gruppi di cittadini assecondano il razzismo della Lega Nord (che del resto esprime il ministro degli Interni) nell’opposizione a una costruzione legalissima (case per famiglie sinte) approvata dal Comune di Venezia, i benpensanti che scrivono dotti commenti sui giornali o reggono posizioni di governo, per una volta accantonano l’argomento-clava della legalità, stavolta inservibile, e spiegano che non si possono ignorare le proteste della popolazione…
La discriminazione si fonda su queste cose: irrazionalità, legittimazione delle fobie, individuazione dei capri espiatori (minoranze di vari tipo). Per contrastare le politiche xenofobe bisogna spezzare questa catena. Ieri a Roma dal Colosseo al Testaccio è sfilato un corteo organizzato da alcune associazioni di rom e sinti: migliaia di persone hanno rivendicato i propri diritti, denunciando le discriminazioni crescenti. Hanno ricordato alcune smeplici verità: il razzismo dei media e delle istituzioni, la dignità di un popolo che non ha mai fatto la guerra e non accetta d’essere criminalizzato, i precedenti storici fatti di pogrom e di invio degli “zingari” nei campi di steriminio (tutti indossavano il triangolo nero scelto dai nazisti per identificarli). Non è frquente che le comunità rom organizzino iniziative politiche. E’ un segnale importante di resistenza e di opposizione al razzismo dilagante nella società italiana e al tempo stesso è una spia dell’apprensione che circola nelle comunità rom e sinti d’Italia.