Economia / Opinioni
Gioco d’azzardo, cronaca e numeri della piaga
Con 100mila addetti, 6.600 imprese e un fatturato annuo da 9 miliardi di euro, l’industria si rafforza a danno della collettività. E la dipendenza cresce
Il gioco d’azzardo sta diventando una piaga sociale sempre più diffusa e uno strumento utilizzato con maggiore frequenza dalle mafie per reperire e riciclare capitali ed espandersi nelle zone del Centro-Nord Italia. Partiamo dalla cronaca. A Rimini, un 26enne è stato arrestato per aver ripetutamente aggredito i suoi genitori ai quali chiedeva continuamente soldi per giocare alle slot. Ai primi di maggio, alla stazione di Verona, dopo essere stato denunciato dalla moglie, la Polfer ha arrestato un signore che stava scappando da casa con un bottino di 12mila euro, pronti per essere spesi in giochi e scommesse.
A Palermo, il 25 aprile, un uomo ha provocato volontariamente un incidente stradale: voleva farsi arrestare per sconfiggere la sua dipendenza da gioco d’azzardo. Gioco d’azzardo e mafie. In Sicilia, a primi di febbraio è stato arrestato un imprenditore palermitano, Benedetto Bacchi.
Secondo i magistrati, con l’aiuto delle famiglie di Cosa nostra avrebbe creato un colosso del gioco d’azzardo, composto da 700 agenzie sparse in tutta Italia, capaci di generare profitti per più di un milione di euro al mese. Parte di questa somma sarebbe stata successivamente versata all’organizzazione mafiosa. Sempre nell’isola, il 24 aprile la Direzione investigativa antimafia di Trapani, con l’operazione “Anno Zero” ha fatto emergere una fitta rete di affari tra operatori del settore del gioco online ed esponenti della mafia. Le ingenti somme generate dal gioco, secondo i magistrati, grazie alla complicità dell’imprenditore Carlo Cattaneo di Castelvetrano, sarebbero state utilizzate per affrontare una parte delle spese della latitanza di Matteo Messina Denaro.
L’industria dell’azzardo, secondo i dati forniti ai primi di maggio dall’Ufficio parlamentare di bilancio, vede attive 6.600 imprese e circa 100.000 addetti per un fatturato annuo complessivo stimato in circa 9 miliardi di euro. Dieci, invece, sono i miliardi di euro che lo Stato incassa dalle entrate erariali. Buona parte di queste risorse deve essere successivamente spese per assistere le persone ammalate di dipendenza da gioco. Un dato che sta aumentando sempre di più, come attesta l’ultimo report del Cnr curato dall’équipe della dottoressa Simona Molinaro. Secondo il Cnr, sono in aumento i giocatori d’azzardo nella popolazione adulta (15-64 anni): nel 2017 hanno giocato almeno una volta oltre 17 milioni di italiani contro i 10 milioni del 2014, facendo registrare un aumento del 21%.
17 milioni, gli italiani che lo scorso anno hanno giocato almeno una volta d’azzardo. Rispetto al 2014, si registra una crescita del 21%. 1,4 milioni invece gli italiani che hanno giocato online (fonte: Cnr di Pisa)
Tra i giocatori, quelli considerati problematici sono quadruplicati negli ultimi dieci anni, passando dai 100.000 stimati nel 2007 ai 400.000 stimati lo scorso anno; 580.000 minorenni hanno dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta durante l’anno passato. Il 10,8% degli studenti intervistati ignorava che fosse illegale giocare per gli under 18. Gli uomini giocano più delle donne: 51% contro 34%. Il gioco più diffuso è il Gratta e Vinci, seguito da Lotto e SuperEnalotto, e dalle scommesse sportive. Queste ultime sono aumentate dal 18% del 2010 al 28% del 2017, dato che trova tra le sue concause il crescere della pubblicità e la sempre maggior offerta di app disponibili su smartphone e tablet. Tra i giocatori con profilo problematico il gioco più diffuso sono le scommesse sportive (72,8%); segue il Gratta e Vinci (67,5%) e il Superenalotto (43,6%). Il 63,7% dei giocatori adulti spende in media meno di 10 euro al mese, ma tra le persone con profilo problematico la spesa aumenta, arrivando a superare i 200 euro.
Pierpaolo Romani è coordinatore nazionale di “Avviso pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”.
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