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Altre Economie

Finché la barca va

"Vedere quei mostri che entrano in canale della Giudecca è una follia", così Ilaria Borletti Buitoni, ex presidente nazionale del Fai ora sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali del governo Letta. L’esecutivo, però, non ha intenzione di porvi rimedio. Il reportage della manifestazione di domenica 9 giugno contro gli onerosi "inchini", di cui Altreconomia ha scritto nel numero 149 di maggio

Dal vaporetto che porta a Sacca Fisola -l’isola veneziana che ospita le “Giornate internazionali di lotta contro le grandi navi e le grandi opere”-, sabato 8 giugno, posso contare 4 grandi navi attraccate al Porto di Venezia. 
La Nieuw Amsterdam della Holland America Line (86mila tonnellate di stazza lorda, 2.106 passeggeri e 929 membri dell’equipaggio, per un valore di 3 milioni di dollari); la Norwegian Jade della NCL (lunga 294 metri e larga 32, 93.558 tonnellate, 2.388 passeggeri che possono godere di “19 opzioni per la ristorazione e 13 bar e saloni”); la MSC Divina, la più grande che abbia mai attraversato Venezia: una “spettacolare città galleggiante” (come si legge dal sito della MSC Crociere) da 139.400 tonnellate, lunga 333 metri (il doppio di piazza San Marco) e larga 38, con una superficie di 450mila metri quadrati dove trovano spazio, tra l’altro, 18 ponti, 4 piscine e 1.751 cabine per 4.363 ospiti (i membri dell’equipaggio sono 1.751).
Completano il panorama la nave da crociera Silver Wind della Silversea (156 metri per 21, ospita 296 passeggeri), la nave Coraggio della Anek Lines (199 metri per 26 e 900 passeggeri), e lo yacht privato Carinthia VII (97 metri per 16), della famiglia di imprenditori tedeschi Horten. 
 
Dalle grandi navi a piccole barche di carta rossa (quella dei volantini delle tre giornate): scesi a Sacca Fisola, basta seguirle per trovare il luogo dove si svolge l’assemblea promossa dal comitato “No grandi navi”. L’incontro mattutino dei movimenti e dei comitati del Nordest -che mette a confronto le mobilitazioni locali “per fermare le grandi opere”, dal comitato Acqua bene comune di Belluno a Opzione Zero della Riviera del Brenta, dai vicentini No Dal Molin all’assemblea permanente contro il rischio chimico di Marghera- anticipa la grande assemblea internazionale del pomeriggio, articolata attorno a temi quali l’acqua, le infrastrutture (con il comitato che in Francia si batte contro l’aeroporto di Notre Dame de Lande) e gli inceneritori (con uno sguardo alla manifestazione del prossimo 15 giugno dall’assemblea permanente No inceneritori di Parma).
 
Domenica 9 giugno è il giorno della mobilitazione. Al mattino un migliaio di manifestanti hanno raggiunto in corteo il Porto di Venezia, bloccando per 5 ore gli imbarchi di quasi 10mila persone, tra croceristi e personale di bordo. Sotto il sole si confondevano i turisti appiedati con le loro valigie, i manifestanti protetti da scudi di salvagenti colorati e un imponente schieramento delle forze dell’ordine. 
Le barche di carta rossa non galleggiano, ma sono decine le barche che si materializzano domenica pomeriggio nel canale della Giudecca per impedire il passaggio delle grandi navi. Su una barca bianca ci sono tre persone: una donna e un ragazzo remano, un altro, sorridendo, tiene alto un cartello scritto a mano: “Piccolo è meglio”. Lo è perché non danneggia la salute e non inquina (né l’acqua, né dal punto di vista atmosferico, né elettromagnetico), ha un impatto leggero sul delicato ecosistema lagunare. E sulla città di Venezia, i cui abitanti sono meno di 59mila: in un solo giorno, nel luglio 2011, sono sbarcati in città 35mila croceristi.

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