Interni
Devastato il Polo universitario di Desio (Mb)
Una intimidazione nei confronti della Giunta che -dal 2011- ha "cambiato" le politiche urbanistiche della città brianzola, dove è forte la presenza della criminalità organizzata. Solo pochi giorni prima era stato inaugurato un immobile confiscato alla mafia. Intervista al vice sindaco Lucrezia Ricchiuti. Da Avviso Pubblico
Lunedì 30 aprile, il Comune di Desio (Mb), durante la “Giornata della legalità nel ricordo di Pio La Torre, trent’anni dopo” aveva inaugurato un immobile confiscato alla mafia. Qualche giorno dopo questa iniziativa, il Polo tecnologico universitario del Comune è stato completamente distrutto.
Desio è un luogo in cui la ’ndrangheta ha messo le sue radici già da tempo, e il Comune si è sciolto nel 2010 per le dimissioni di 17 consiglieri causate dagli imbarazzanti rapporti tra alcuni esponenti della maggioranza ed esponenti della locale di Desio (inchiesta “Infinito”, luglio 2010).
Un posto in cui però la nuova amministrazione sta cercando di porre rimedio al governo della vecchia giunta, denunciando la presenza della ‘ndrangheta nel territorio e contrastando la criminalità mafiosa. Avviso Pubblico ha intervistato Lucrezia Ricchiuti, vice sindaco del Comune, per cercare di capire i motivi e gli obiettivi di questa premeditata operazione.
Può spiegarci quanto accaduto nel Polo universitario del suo Comune?
Una decina di giorni fa è stato completamente distrutto l’edificio del Polo tecnologico universitario del Comune di Desio, un’immobile di quattromila metri quadrati dislocato su tre piani. All’interno della struttura tra pochi mesi si sarebbe dovuto trasferire il Consorzio Desio-Brianza. Sinora invece veniva a volte utilizzato per organizzare master universitari in collaborazione con l’università Bicocca.
E in che modo è stato distrutto?
Sono entrati nell’edificio e, partendo dal piano superiore, hanno puntato le manichette antincendio contro i soffitti facendo crollare e saltare tutti gli impianti di riscaldamento ed elettrici, allagando i tre piani dell’edificio con gli idranti e togliendo persino i sifoni degli scarichi dei lavandini. Poi hanno distrutto tutto quello che si poteva distruggere: i computer, le fotocopiatrici, le lampade, i banchi, i sensori d’emergenza. Un vero e proprio raid vandalico che ha causato danni per oltre 300 mila euro.
Cosa sostengono gli inquirenti?
I Carabinieri stanno tutt’oggi indagando e non escludono nessuna ipotesi. È stato però chiaro, fin da subito, agli inquirenti e ai tecnici che hanno effettuato il primo sopralluogo sul posto, che non si tratta di un atto vandalico, ma di un’operazione premeditata e organizzata nei minimi dettagli. E questo si evince ancor più dal fatto che sin da prima era stato reciso il cavo della corrente che arrivava da un quartiere li vicino e che ha portato alla disattivazione dell’allarme già giorni prima. Quindi non è stata una bravata di quattro ragazzi ma un’operazione studiata scientificamente e organizzata con metodo.
Secondo lei quali possono essere i motivi di un simile gesto?
Forse hanno voluto darci un avvertimento. Secondo noi l’hanno fatto per lanciarci un messaggio chiaro perché è stata una devastazione troppo grossa. C’è da considerare il fatto che non viviamo in una realtà facile in questo momento e sono in molti ad avercela con la nostra amministrazione.
Avete qualche idea di chi possano essere i responsabili?
Non sappiamo ancora chi sono i responsabili, sappiamo però che abbiamo calpestato i piedi a tanta gente. Da quando ci siamo insediati abbiamo attuato un’inversione di tendenza rispetto all’amministrazione precedente quindi è chiaro che tanta gente potrebbe avercela con noi perché abbiamo toccato un sacco di interessi. Insomma delle ipotesi ce le siamo fatte.
Quali sono stati gli ultimi progetti che avete messo in atto?
L’ultimo progetto che stiamo seguendo è quello sul controllo delle agibilità. A Desio ci sono un sacco di palazzine costruite recentemente che abbiamo scoperto essere state edificate non conformi ai progetti, in sostanza sono inagibili. Quindi, stiamo procedendo al controllo sistematico di questi appartamenti e la cosa incredibile è che ogni giorno ne scopriamo di nuovi.
Cosa pensate di fare dopo quanto accaduto?
Continuare ad amministrare come abbiamo sempre fatto. Procederemo subito alla pulizia e cominceremo i lavori di ripristino per poter utilizzare il più presto possibile la struttura. Da poco eravamo in stesura di bilancio e quindi abbiamo aumentato leggermente l’Imu per poter stanziare i circa 300.000 euro che ci servono per ripristinare l’immobile. Non ci ferma nessuno; se hanno pensato di fermarci con questo atto hanno capito male, perché noi andremo avanti per la nostra strada.