Ambiente / Opinioni
Costruire una pace ecologica e sociale
A dieci anni dall’enciclica “Laudato si’” è tempo di deporre le armi dell’indifferenza e della violenza sull’ambiente. Per fare pace con la terra e tra noi. La rubrica di Paolo Pileri
Iniziamo il 2025 in compagnia di due numeri: uno e dieci. Uno ovvero il primo giorno dell’anno, di ogni anno, che i cristiani dedicano alla pace. Lo inventò Paolo VI nel 1967. Una decisione particolarmente saggia e purtroppo sempre opportuna, con una carica simbolica potente perché iniziare ogni anno in nome della pace significa che è la nostra prima cosa da fare: un impegno privato e pubblico fondamentale e non scontato. Siamo circondati da guerre terribili -ogni guerra lo è- senza aver fatto abbastanza per evitarle e fermarle.
Anzi abbiamo continuato a inviare armi, convinti che generino la pace: illusione mefitica. Oltre al Papa, fatico a trovare figure politiche così pervicacemente convinte della pace al punto da invocarla in ogni occasione, schierandosi apertamente contro le armi. La pace è tra i beni comuni più strategici per l’umanità e la sua perdita è un crimine che può avere origini insolite e forme perverse, apparentemente distinte dalle guerre.
Forme meno visibili che
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