Ambiente / Opinioni
Condoni in Italia, gare di depavimentazione in Olanda

L’urbanistica necessaria non è quella che vuole “Salva Milano”. Che è un ticket neoliberista di chi non ha il coraggio dell’alternativa all’asfalto. La rubrica di Paolo Pileri
Mentre il sindaco di Milano punta i piedi imponendo una sanatoria urbanistica vergognosa “Salva Milano”, in Olanda festeggiano il Tegelwippen, ovvero il campionato nazionale di rimozione delle mattonelle d’asfalto. I Comuni gareggiano per togliere asfalto mettendo al suo posto terra e piante. Da quando è iniziato il campionato (tre anni fa) sono state 14,5 milioni le mattonelle rimosse. Utopia che diventa realtà in Olanda, innescando cambiamenti; distopia che inchioda Milano e l’Italia nel ruolo di cementificatori, bloccando il cambiamento.
In Olanda si inventano spinte gentili e creative per far scoprire a Comuni e cittadini alternative al cemento, prima impensabili, innescando un clima culturale in cui la depavimentazione diviene la nuova priorità dell’urbanistica e il consumo di suolo il virus da debellare via per via. A Milano, e in Italia, sindaci, parlamentari, assessori non solo fanno l’esatto contrario nel peggiore dei modi possibili (il “Salva Milano” puzza di condono anni Ottanta), ma neppur pronunciano la parola depavimentazione. Figuriamoci se si mettono a elaborare una qualche forma creativa per renderla possibile. Una vera ossessione quella per il cemento, così pervasiva nella loro testa che finiscono per non lasciare spazio all’invenzione di alternative che neppur tentano.
Ci si mette pure l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) che, anziché allarmarsi per il terremoto culturale generato da sanatorie del genere, la sostiene dicendo che prima bisogna approvare quel condono di fatto e poi mettere mano alla legge urbanistica (cosa mai riuscita in Italia). È come dire che prima si fa una rapina a mano armata e poi, uscendo, si dà la mancia all’usciere. Ci rendiamo conto? Abbiamo politici fermi agli anni Ottanta, insensibili alle sfide ecologiche che, al più, fanno coincidere con qualche piantina in vaso nella milanese via Padova o una colonnina in più per caricare l’auto elettrica.
Visione e sfida sono concetti scomparsi in politica. Si è capaci solo di nascondersi dietro a frasi come “è difficile” o “è impossibile da noi”. A tal proposito, a Taranto tempo fa ho avuto l’onore di incontrare Ada Colau, già sindaca di Barcellona. Ada Colau è una donna che ha rivoluzionato la città con la semplice forza di dare ascolto alle legittime richieste dei cittadini più fragili, mettendosi tra loro e gli interessi imprenditoriali (famelici) degli investitori immobiliari e turistici. Per Colau non esistono cose impossibili. Appena nominata sindaca, le hanno fatto la lista di tutto quel che non era possibile fare: coincideva in gran parte con quel che occorreva fare.
Nel 2024 in Olanda sono state rimosse 5.552.043 mattonelle d’asfalto. Una grande azione popolare per spiegare che il primo compito dell’urbanistica oggi è “depavimentare”
Lei non si è piegata alla consuetudine dell’impossibile ma ha azionato volontà, partecipazione, dibattito pubblico, azioni creative, esperti indipendenti, mobilitazione e tanto dialogo “alternativo” da opporre agli interessi privati. Come ha fatto? Semplice, si è messa dalla parte di chi non ha voce. I risultati non sono arrivati subito, ma sono arrivati. Le ho chiesto: “Quanti sindaci italiani l’hanno contattata per apprendere dalla sua esperienza?” La risposta: “Uno”. E non è quello di Milano. Avercene di figure come Ada Colau, capaci di fare la differenza, culturalmente parlando. Politici dalla parte dei deboli per far cambiare idea ai forti. Invece ci tocca un fronte progressista ubriaco di compromessi e cemento, pronto a farsi ricattare da una politica milanese ormai quasi indistinguibile dal liberismo e dalla sua ossessione per rendita e super profitti. Altro che argine alle destre.
Paolo Pileri è ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “Dalla parte del suolo” (Laterza, 2024)
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