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Economia / Opinioni

Bollette di luce e gas: sempre più care, sempre meno trasparenti

© Mike Walter - Unsplash

Gli utenti del mercato libero di gas e luce stanno ricevendo comunicazioni equivoche su “condizioni aggiornate” presentate dai gestori come più convenienti. Modifiche unilaterali che meritano particolare attenzione. Ecco perché

Stanno arrivando agli utenti del mercato libero di gas e luce comunicazioni melliflue che magari iniziano con frasi come “Gentile cliente, noi di [nome gestore] siamo da sempre vicini ai nostri clienti e alle loro necessità, per questo ti proponiamo le condizioni più aggiornate e che riteniamo migliori sul mercato”. Sarà vero?
Se leggete con attenzione la comunicazione, spesso una semplice email, vedrete che contiene anche frasi del tipo “Il tuo contratto non subirà alcuna interruzione della fornitura”, “La variazione riguarda esclusivamente la quota relativa ai servizi di vendita, tutte le altre componenti della bolletta rimangono invariate”, “Allo scadere dei 12 mesi sarà nostra premura trasmettere comunicazione di rinnovo delle condizioni”, “Le condizioni allegate, in assenza di recesso, si intenderanno tacitamente accettate e decorreranno dalla data indicata”.

Frasi scontate meno l’ultima che se presente richiede maggiore attenzione perché la precisazione è obbligatoria per il gestore e deve essere prevista nel contratto.
Il vostro gestore vi sta comunicando che la variazione delle condizioni avviene per effetto di una clausola chiamata “modifiche unilaterali”, ossia una clausola con la quale il gestore vi sta imponendo nuove condizioni che devono essere accettate, anche se l’email le chiama proposte ma, in realtà, sono solo comunicazioni. Non vi stanno chiedendo il consenso, è solo apparenza.
La frase richiamata è chiara laddove specifica che in assenza di recesso, le condizioni si intenderanno tacitamente accettate, l’unica possibilità per non subirle è cambiare il gestore.

L’articolo 3 del cosiddetto “Decreto aiuti bis”, quello di agosto, ha stabilito la sospensione delle “modifiche unilaterali” sino al 30 aprile 2023. Perché i gestori disattendono una disposizione legislativa? Se il gestore fosse veramente vicino ai propri clienti, applicando tariffe più vantaggiose, dovrebbe spiegarle, in modo chiaro, e solo dopo sottoporle all’accettazione.

In realtà, quasi sempre, queste sono spiegate con una frase del tipo: “Ti proponiamo […] il rinnovo a una tariffa variabile, indicizzata ai prezzi all’ingrosso (indice Psv, Punto di scambio virtuale, aggiornato mensilmente)” aggiungendo che “Il Psv è pari alla media aritmetica delle quotazioni day ahead e weekend presso l’hub Psv, rilevate da ICIS-Heren nel mese M di fornitura del gas, convertita in Eur/Smc con un potere calorifico superiore di riferimento pari a 0,038520 GJ/Smc”.

Una spiegazione che un normale utente difficilmente riesce a comprendere nonostante la chiarezza e la trasparenza debbano essere i principali requisiti. Quando un gestore scrive al cliente comunicando che, se non aggradano le condizioni, può anche andarsene, peraltro violando una norma, “gatta ci cova”, come si usa dire quando si ha il sospetto che ci sia qualcosa che non va e che le cose non stiano proprio così. Chi non ha la necessaria competenza per valutare la legittimità e la bontà della proposta, è meglio che si faccia assistere.

Il dubbio di inganno è rafforzato anche dalla seconda frase tra quelle citate perché, anche nel mercato libero, le parti della tariffa non relative ai servizi di vendita, cioè la materia prima e i servizi commerciali, sono fissate da Arera, l’Autorità di regolazione del settore, e non possono essere variate. Perché precisarlo come se fosse una decisione del gestore per agevolare l’utente, ma non è così? Ringraziamo la politica che ha voluto la privatizzazione e tutti quelli che sostengono che privatizzare è meglio. Il risultato della privatizzazione è il caro energia e anche l’inganno, oltretutto violando la legge.

Remo Valsecchi, già commercialista, è autore del dossier “Carissimo gas”

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