L’area verde è un po’ selvatica, con fiori, erbe spontanee e farfalle. Uno sparuto gruppo di attivisti siede all’ombra di un filare di tigli, davanti allo storico glicine del Casello del Dazio. Si discute di come salvare l’ultimo fazzoletto di suolo libero nel quartiere semicentrale di Baiamonti-Sarpi, a Milano. Il Comune è ben determinato a costruirci sopra un secondo importante edificio a forma di piramide, a completamento del masterplan della Fondazione Feltrinelli, risalente al 2008 e firmato dallo studio di architettura Herzog & de Meuron (le archistar). Ma nella primavera 2023 qualcosa cambia.
Il piccolo comitato, con grande fatica, riesce a fare molto chiasso mettendo in crisi sindaco e assessora al verde, mobilita la stampa nazionale e usa la chioma viola del glicine come simbolo. Il progetto faraonico non si può evitare ma viene modificato in maniera consistente per far posto almeno a una parte del glicine e a due tigli risparmiati dalle motoseghe. Fin
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